Posto a guardia del confine tra Lazio e Campania, c’è un ponte sospeso sul fiume Garigliano che suscita una certa curiosità, parliamo del Ponte Borbonico Real Ferdinando a Minturno. Fino all’Unità Italiana segnava il confine tra stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie.



Il Real Ferdinando sul fiume Garigliano, il primo ponte sospeso su catenarie in ferro dell’Europa continentale, è l’esempio più significativo della potenza industriale del Regno delle Due Sicilie. Uno degli Stati più avanzati d’Europa prima dell’Unità d’Italia, basti pensare alla realizzazione della Napoli-Portici, la prima ferrovia in Italia.

Architettura

Il Ponte Borbonico è considerato uno dei migliori esempi di archeologia industriale del Regno delle Due Sicilie; le particolari catene a maglie sono state realizzate nella ferriera Filangieri di Candida. La tecnica scelta, quella della catenaria, fu particolarmente innovativa, perché si evitò di realizzare pilastri murari sul fiume.

Ponte Borbonico Sfinge

Molte furono le critiche in tutta Europa sulla realizzazione della struttura, che sembrava troppo avvenieristica; Francesco I, però, non si scompose minimamente e, dando piena fiducia al suo costruttore, pare avesse esclamato: “Lassate fa ‘o guaglione” (lasciate fare al ragazzo).

Dal punto di vista artistico il ponte Borbonico testimonia dell’egittomania che furoreggiava alla fine del Settecento, in seguito ai primi scavi in Egitto.

Le alte colonne egittizzanti, con capitelli a foglie di palma, sono ispirate alle colonne del complesso templare di Amon-Ra a Karnak, in Egitto.

Le quattro sfingi femminili, alle estremità del ponte, raffigurano Mut, la dea sposa di Amon associata alle acque da cui avrebbe avuto origine il mondo.

Cenni storici

Il Ponte Borbonico Real Ferdinando sul fiume Garigliano a Minturno viene realizzato tra il 1828 e il 1832 su progetto dell’ingegner Luigi Giura. Si trattava di un ponte a catenaria semplice, una vera sfida per il tempo.

Real Ferdinando Ponte Borbonico

Al termine il ponte risultò lungo oltre 80 metri, sorretto da catene lunghe quasi 130 metri agganciate a quattro piloni alti 7 metri. Un prodigio di snellezza, semplicità ed eleganza.

Per fugare ogni dubbio sulla resistenza del ponte, il collaudo venne effettuato il 10 maggio 1832. Re Ferdinando II vi transitò con due squadroni di lancieri a cavallo e 16 traini pesanti di artiglieria.

Il ponte è stato testimone dell’assalto piemontese contro l’esercito borbonico nel corso della campagna che portò all’unita Italiana (battaglia del Garigliano nel 1860).

Durante la seconda guerra mondiale, invece, fu al centro delle dure battaglie lungo la linea Gustav. Il 14 ottobre 1943 la campata viene minata e fatta saltare dall’esercito tedesco in ritirata verso Roma dopo l’armistizio. Tuttavia i piloni e le relative basi non subirono danni irreparabili.

Il Real ponte Ferdinando, restaurato grazie ad un progetto di archeologia industriale finanziato dalla Comunità Europea, scavalca nuovamente, identico al progetto iniziale, il fiume Garigliano.

Adibito ad uso esclusivamente turistico-pedonale, il ponte è aperto alle visite del pubblico in concomitanza con gli orari del vicino Comprensorio archeologico di Minturnae.