Il 10 maggio 1832 viene inaugurato il Real Ferdinando sul fiume Garigliano, primo ponte sospeso italiano carrabile a catene di ferro forgiate. Fino all’Unità Italiana segnava il confine tra stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie.
Cenni storici
La storia del ponte di collegamento tra le due sponde del fiume Garigliano è abbastanza travagliata. I vari progetti realizzati, sin dall’epoca romana, hanno avuto vita breve a causa delle condizioni morfologiche e geologiche dell’area.
Bisognerà attendere il Settecento borbonico per una nuova tipologia strutturale, quella di un ponte sospeso in «ferri tessuti», una vera sfida per il tempo, definito impossibile dalla stampa inglese.
Francesco I di Borbone, però, non si scompose minimamente e, nel Dicembre del 1825 dando piena fiducia al suo costruttore, pare avesse esclamato: “Lassate fa ‘o guaglione” (lasciate fare al ragazzo). L’ingegnere Luigi Giura, Ispettore di Ponti e Strade del Regno delle Due Sicilie realizzo i lavori in soli quatto anni tra il 1828 e il 1832.
Al termine il Ponte Borbonico Real Ferdinando sul fiume Garigliano a Minturno risultò lungo oltre 80 metri, sorretto da catene lunghe quasi 130 metri agganciate a quattro piloni alti 7 metri. Venne diviso in tre corsie, di cui le due laterali per i pedoni e quella centrale per gli animali e i carri. Un prodigio di snellezza, semplicità ed eleganza.
Per fugare ogni dubbio sulla resistenza del ponte, Re Ferdinando II (figlio di Francesco I) volle personalmente inaugurare il ponte. Una volta posizionatosi al centro di esso, ordinò che lo attraversassero a trotto due squadre del Reggimento Lancieri e sedici carri di artiglieria
Il ponte è stato testimone della battaglia tra Sabaudi e Borbonici, ultimo atto dell’unificazione d’Italia prima del sanguinoso assedio di Gaeta. Durante la seconda guerra mondiale, invece, fu al centro delle dure battaglie lungo la linea Gustav. Il 14 ottobre 1943 la campata è minata e fatta saltare dall’esercito tedesco in ritirata verso Roma dopo l’armistizio. Tuttavia i piloni e le relative basi non subirono danni irreparabili.
Il Real ponte Ferdinando, restaurato grazie ad un progetto di archeologia industriale finanziato dalla Comunità Europea, scavalca nuovamente, identico al progetto iniziale, il fiume Garigliano.
Adibito ad uso esclusivamente turistico-pedonale, il ponte è aperto alle visite del pubblico in concomitanza con gli orari del vicino Comprensorio archeologico di Minturnae.
Architettura
Il real Ponte sul Garigliano è considerato uno dei migliori esempi di archeologia industriale del Regno delle Due Sicilie. Le particolari catene a maglie sono state realizzate nella ferriera Filangieri di Candida. La tecnica scelta, quella della catenaria, fu particolarmente innovativa, perché si evitò di realizzare pilastri murari sul fiume.
Dal punto di vista artistico il ponte Borbonico testimonia dell’egittomania che furoreggiava alla fine del Settecento, in seguito ai primi scavi in Egitto.
Su ognuna delle sponde si trovano due colonne in stile egizio – alte sette metri e con un diametro di 2,5 metri – sormontate da capitelli decorati con palmette, di pietra gialla proveniente dalla cava di Traetto. Sono ispirate alle colonne del complesso templare di Amon-Ra a Karnak, in Egitto.
Davanti ad ognuna è posta una sfinge femminile, di pietra vesuviana, raffigurante Mut, la dea sposa di Amon associata alle acque da cui avrebbe avuto origine il mondo.secondo il gusto che si stava diffondendo dopo l’invasione napoleonica dell’Egitto e i primi scavi archeologici. Ogni estremità del ponte terminava, infine, con uno slargo ottagono con due casette per i custodi e le guardie.