Ultima Modifica il 8 Febbraio 2024

Il 21 dicembre del 475 avanti Cristo, da un gruppo di esuli greci nasceva Neapolis, la città nuova. Lunga vita alla città più bella del mondo.

Forse questo articolo non basterà a ripercorrere il passato di Napoli, una città troppo interessante per passare inosservata. Proverò dunque a ripercorrere brevemente la sua millenaria storia.

La città di Napoli, una terra ricca di storia e tradizioni, domina l’omonimo golfo ed è circondata da luoghi meravigliosi quali il Vesuvio, la penisola Sorrentina, le isole di Capri, Ischia e Procida e i Campi Flegrei.

Storia di Napoli Capitale del Mezzogiorno

Oltre ai suoi splendidi paesaggi, la città deve la sua meritata fama anche al fascino di un centro storico che racconta 2500 anni di storia; inserito nel 1995 nel World Heritage List dell’UNESCO.

Curiosità. La nostra cara Partenope ha diverse “gemelle” sparse nel mondo. Negli Stati Uniti esistono ben 11 Naples – in Florida, Maine, Idaho, Utah, New York, Dakota del Sud, Illinois, Texas ed infine in Wisconsin. Esiste una Napoles  anche in Messico, in Bolivia, in Colombia, in Costarica, in Ecuador, nelle Filippine  e in Gambia. Ed infine esistono le Napoli di Malvasia e Napoli di Romania (Nauplia) situate entrambe in Grecia.

Le origini della fondazione di Napoli

La nostra città pare proprio sia nata sotto una buona stella. Gli storici sono tutti concordi nel far risalire la fondazione di Neapolis il 21 dicembre 475 a.C., giorno del solstizio d’inverno.

Gli antichi, come segno di buon auspicio, avevano infatti l’usanza di porre la prima pietra di una nuova città sempre in concomitanza dei fenomeni astrali.

Neapolis, fondata dai greci, è legata alla leggenda della Sirena Partenope, narrata da Omero nel XII canto dell’Odissea.

La storia narra di tre sirene ( Leucosia, Ligea e Partenope) che scelsero di morire per la delusione di non essere riuscite a fermare il marinaio Ulisse, pur estasiato dal loro canto.

Il corpo che il mare depone sul lido dì Megaride, li dove oggi si trova Castel dell’Ovo, è quello della sirena Partenope. Da qui il nome della città.

Sirena Partenope, Piazza Sannazzaro Piazza Sannazzaro

In molti sostengono che il paesaggio del Golfo di Napoli prende la forma di una sirena adagiata da Capodimonte fino a Capo Posillipo. A consolidarne il mito è stata eretta, nel 1869, la Fontana della Sirena Partenope, nella zona di Mergellina.

Una simpatica storia racconta che il Signore fece l’Italia dimenticandosi di fare Napoli. Quando San Gennaro lo fece notere, il Signore rispose: “Gennarì sient mo so stanc. Pigl nu piezz e Paravis e vuttl abbasc“.

Fin dalla sua fondazione, la città di Napoli è stata punto di incontro di popoli e culture diverse. Viene conquistata e abbitata da Greci, Sanniti, Romani, Bizantini.

Nel Medioevo si avvicendarono al potere i Normanni, gli Svevi e gli Angioini; nel Rinascimento gli Aragonesi, gli Spagnoli e gli Austriaci. Nel settecento arrivarono i Borbone; il decennio Francese nell’ottocento.

Dai Bizzantini agli Austiaci

Il Ducato di Napoli

Nel 536 Napoli viene conquistata dai bizantini durante la guerra gotica, divenendo in seguito ducato autonomo. Il primo duca, secondo la tradizione, sarebbe stato Basilio, nominato nel 660-61 dall’Imperatore bizantino Costante.

Il ducato di Napoli fu uno degli ultimi territori a cadere in mano normanna, con la capitolazione del duca Sergio VII di Napoli nel 1137.

I Normanni (1130-1194)

La conquista Normanna di Napoli non fu semplice. Dopo due anni (1137-39) di reggimento aristocratico nel settembre 1140 Ruggero II d’Altavilla entra nella città di Napoli mettendo fine alla storia del ducato autonomo; il re normanno completa cosi l’unità dell’Italia meridionale e della Sicilia.

E’ normanno il Castel Capuano, uno dei castelli più antichi della città dopo Castel dell’Ovo. Nonostante il suo aspetto imponente e molto severo fu subito destinato ad essere residenza reale.

Piazza del Mercato Napoli Piazza Mercato

Gli Svevi (1194-1266)

Nel 1194 il Regno di Sicilia, con Palermo capitale, passa in mano agli Hohenstaufen, una dinastia legata in modo particolare alla memoria dell’illustre Federico II di Svevia; colui che istituisce l’omonima Università.

Corradino di Svevia, l’erede al trono, viene giustiziato a Campo Moricino, la piazza che oggi chiamiamo piazza del Mercato.

Gli Angioini (1266-1442)

Nel 1266 Napoli e il Regno di Sicilia diventa Angioina in seguito alle vittorie di Carlo I d’Angiò su Manfredi di Svevia e su Corradino di Svevia. La triste storia Corradino di Svevia, il re bambino.

Due anni dopo la capitale del regno di Sicilia viene sposta da Palermo a Napoli ma è la ribellione della Sicilia agli Angioini (rivolta dei Vespri, 1282), che sancisce fine dell’unità tra la Sicilia e l’Italia meridionale. L’isola passa infatti agli Aragonesi.

Nel periodo Angioino a Napoli sono stati edificati monumenti importanti e famosi come Castel Nuovo, la poderosa costruzione che domina la Piazza del Municipio, la chiesa di Santa Chiara, la Basilica di San Domenico Maggiore, il Duomo, la Basilica di San Lorenzo, Castel Sant’Elmo. Viene inoltre ingrandito e abbellito Castel dell’Ovo.

E’ Carlo II d’Angiò, a istituire i Sedili, organi amministrativi ripartiti per aree della città.

Maschio Angioino portale ingresso Maschio Angioino, il Castel Nuovo di Napoli

Gli Aragonesi (1442-1506)

Nel 1442 anche Napoli cambia di mano, diventando possedimento aragonese ad opera di Alfonso V d’Aragona, detto il Magnanimo.

Un sovrano “illuminato” che fece del regno un centro artistico e culturale. Con lui la Sicilia e la parte continentale del Regno si ritrovarono nuovamente sotto lo stesso sovrano. Il figlio di Alfonso, Ferdinando I d’Aragona, dovette fronteggiare, tra il 1485-1486, la famosa congiura dei baroni.

A San Domenico Maggiore sono presenti poco più di 40 feretri di reali e nobili legati al casato d’Aragona (le Arche Aragonesi).

Vicerè (1503-1707 e 1707-1734)

Dopo essere stata brevemente in mano francese, tutto il mezzogiorno passa sotto il controllo della Spagna. Il Regno di Napoli, da grande potenza, entra in uno dei periodi più bui della sua storia. Il Regno di Napoli e quello di Sicilia sono amministrati dagli spagnoli tramite dei viceré. E’ sotto la loro dominazione che il 7 luglio 1647 il giovane pescivendolo Tommaso Aniello, conosciuto come Masaniello, diede il via a un’insurrezione.

Nel corso della guerra di successione spagnola l’Austria conquista Napoli (1707), ma la conserva per pochi anni, fino al 1734, anno in cui il regno viene conquistato da Carlo di Borbone.

I Borbone e il Regno Delle Due Sicilie

Napoli dal mare (Gaspard van Wittel) Tavola Strozzi, la più antica “fotografia” della città del XV secolo .

Il 10 maggio del 1734 Carlo di Borbone, duca di Parma e di Piacenza, conquista il regno di Napoli e il 3 luglio del 1735 il regno di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca. Napoli tornava così ad essere un regno autonomo. E’ solo nel 1816, con re Ferdinando di Borbone, che i due reami vengono riuniti attraverso la Legge fondamentale del Regno delle Due Sicilie. Potrebbe interessarti Breve storia delle Due Sicilie.

Molte le opere realizzate durante il regno di Carlo: la Reggia di Capodimonte, il Teatro San Carlo, l’Albergo dei Poveri, la Reggia di Caserta, la fabbrica di porcellane di Capodimonte.

Il 1799 è un anno cruciale per Napoli, perché viene proclamata la Repubblica Partenopea guidata da illuministi napoletani animati da forti ideali di eguaglianza. La Repubblica ebbe vita breve.

Il Decennio Francese a Napoli

Nel famoso “Decennio francese” (1806-1815) due re francesi si succedettero sul trono del Regno di Napoli. In quel periodo Ferdinando IV di Borbone fuggiva in Sicilia per poi organizzare la riconquista del suo regno.

Con un decreto imperiale del 30 marzo del 1806 Napoleone affida la corona del Regno di Napoli al fratello Giuseppe Bonaparte.

Gli succede poi, il 15 luglio del 1808, Gioacchino Murat, re di Napoli dalle umili origini. Aveva sposato Carolina Bonaparte, sorella minore dell’imperatore.

L’avventura di Joachim Murat termina a marzo del 1815. Il 13 ottobre dello stesso anno viene catturato e fucilato dai reparti borbonici a Pizzo Calabro.

I Napoleonici si mostrarono dominatori ma anche riformatori capaci di imprimere uno slancio modernizzatore che ebbe strascichi anche a Restaurazione avvenuta.

Il ritorno dei Borbone

Con la sconfitta di Napoleone a Waterloo e il Congresso di Vienna (1815), inizia il periodo della Restaurazione: i sovrani europei spodestati ritornano sui loro troni.

Restaurato il Regno borbonico, re Ferdinando (IV di Napoli e III di Sicilia) riunisce i due reami di Napoli e di Sicilia in un unico stato. L’8 dicembre del 1816l nasce il Regno delle Due Sicilie.

Il regno delle due Sicilie cade il 13 febbraio 1861 sotto gli attacchi delle truppe garibaldine. Il 7 settembre del 1860 Giuseppe Garibaldi entrava a Napoli e, dal balcone di Palazzo Doria d’Angri, annuncia al popolo l’annessione al nascente Stato italiano. Il plebiscito del 21 ottobre confermerà il passaggio sotto la corona sabauda.

La città di Napoli oggi

Capoluogo della Regione Campania e capitale del Mezzogiorno d’Italia, Napoli oggi copre una superficie di 117 Km quadrati, con una popolazione di oltre un milione di abitanti.

Non esitate a visitare questa città vivace, spesso turbolenta, e camminate per le strade della sua zona commerciale, Spaccanapoli, i Quartieri Spagnoli, le colline residenziali del Vomero e Posillipo.

La seconda offre una vista mozzafiato sulla città e l Golfo, con il Vesuvio sullo sfondo, e sulla baia di Nisida.

Napoli e il Vesuvio - PH Luna y Valencia Napoli e il Vesuvio – PH Luna y Valencia

Nella zona dei Campi Flegrei, invece, sono più evidenti costruzioni di epoca antica; veri e propri siti archeologici di rilievo mondiale: Cuma, l’anfiteatro di Pozzuoli, le terme di Baia, per citare solo alcuni.

Dirigendosi verso sud, i siti archeologici di Ercolano e Pompei sono inevitabili; la Costiera Amalfitana è un piacere e una visita al sito antico di Paestum (che si trova a pochi chilometri da Salerno) è obbligatorio.

Le tradizioni culinarie non fanno eccezione, a Napoli, che ha visto nascere la prima pizza, si mangia molto bene! Per uscire dai sentieri battuti e godere di una situazione unica, si deve assolutamente cenare a Marechiaro, piccolo porto di pesca con ristoranti che offrono piatti vari e deliziosi.

I colori della città di Napoli

I colori della città di Napoli sono il giallo (simbolo di ricchezza e forza) colore dell’oro e simbolo del sole, e il rosso (simbolo di giustizia e nobiltà) il colore del fuoco. L’Azzurro, invece, è il colore della SCC Napoli (Società Sportiva Calcio Napoli), reminiscenza dei colori angioini e borbonici.

Lo stemma della città di Napoli è costituito uno scudo sannitico dalla forma rettangolare sormontato da una corona turrita espressione di libertà e di indipendenza municipale.

Godetevi la vostra visita e il vostro soggiorno a Napoli!