All’indomani della battaglia di Austerlitz (2 dicembre 1805) Napoleone, imperatore dei francesi e re d’Italia, decreta: La dinastia dei Borbone ha cessato di regnare. Inizia a Napoli, e per tutto il Sud d’Italia, una nuova era, passata alla storia come Decennio Francese nel Regno di Napoli (1806-1815).

In questo relativo breve periodo, ben due re francesi si succedettero sul trono di Napoli. Giuseppe Bonaparte e Gioacchino Murat si fecero promotori di grandi riforme soprattutto in ambito amministrativo e civile e di importanti opere pubbliche.



Decennio Francese nel Regno di Napoli, le date

Per la seconda volta dal 1799, i francesi tornarono ad occupare la parte continentale del regno mentre Ferdinando di Borbone e Maria Caroline prendono nuovamente la via dell’esilio e si rifugiano a Palermo.

Decennio Francese a Napoli Sala del trono Palazzo Reale Napoli

Il periodo chiamato “Decennio francese” ha inizio il 15 febbraio 1806 con la solenne entrata a Napoli di Giuseppe Bonaparte, fratello maggiore di Napoleone. Vi rimarrà fino al giugno 1808, quando Napoleone, padrone dei destini d’Europa, ordina un avvicendamento.

Re Giuseppe viene inviato a Madrid e la corona napoletana viene consegnata a Gioacchino Murat, cognato di Napoleone avendone sposato la sorella Carolina. Re Gioacchino piacque da subito alla popolazione per il suo carattere esuberante, molto simile a loro.

Con la sconfitta riportata da Napoleone a Lipsia nel 1813 inizia il tramonto dell’impianto dei vari regni che l’imperatore dei francesi aveva affidato ai suoi parenti o stretti collaboratori.

Nel 1815 il Congresso di Vienna decise di restaurare sui propri troni tutti i legittimi sovrani scalzati da Napoleone. Dopo circa dieci anni di esilio palermitani Ferdinando IV di Borbone rientra nuovamente a Napoli (il 17 giugno 1815) sulla punta delle baionette austriache.

Decennio Francese - Gioacchino Murat Re di Napoli

Ma re Gioacchino non ci sta a terminare la sua avventura e tenta uno sbarco in Calabria. Catturato a Pizzo Calabro, è condannato a morte e fucilato il 13 ottobre 1815. La settima, e penultima delle otto statue sulla facciata di Palazzo Reale di Napoli, mette in mostra un Gioacchino Murat in alta uniforme e un cappellone con le piume di struzzo. Le statue dei re di Napoli: la storiella.

L’8 dicembre del 1816 con la Legge Fondamentale del Regno delle Due Sicilie, il re unì sotto di se il Regno di Sicilia e di Napoli assumendo il nome di Ferdinando I delle Due Sicilie. La storia di Napoli, capitale del Sud Italia.

La Napoli Francese

Il Decennio Francese (1806-1815) rappresentò per il Regno di Napoli un’epoca di grandi cambiamenti.

Con le riforme introdotte, a partire dal 1806 da Giuseppe Bonaparte, e proseguite da Gioacchino Murat a partire dal 1808, è riordinata la finanza pubblica, migliorata l’assistenza scolastica, abolita la feudalità e diviso il Regno in Province sul modello dello Stato francese. Senza dimenticare la l’introduzione del nuovo Codice civile napoleonico.

Anche l’Università è riformata con la creazione della facoltà di agraria e della Scuola di applicazione in Ingegneria di ponti e strade che più tardi avrebbe dato vita alla Facoltà di Ingegneria.

Particolarmente delicata fu la questione della soppressione di monasteri e conventi considerati una inutile “sovrastruttura” della chiesa. Si salvarono solo gli Ordini mendicanti, come i Francescani, che svolgendo il loro ministero di carità in mezzo al popolo erano considerati dalla gente persone di famiglia.

Piazza del Plebiscito Napoli

La modernizzazione del regno è accompagnata da un imponente programma di opere di pubblica utilità. In quasi tutte le province del regno furono realizzate (o iniziate) strade, ponti, ospedali e cimiteri extraurbani, ed illuminate le maggiori città.

Senza dimenticare i numerosi lavori di arginatura e bonifica idraulica (Fondi, Castel Volturno, Vallo di Diano, Manfredonia). Venne anche istituita la Casa dei Pazzi ad Aversa, un’istituzione dove i malati psichiatrici potessero essere seguiti adeguatamente.

A Napoli re Giuseppe fece realizzare il “Real giardino delle piante”(l’odierno l’Orto Botanico ). E’ sempre lui a dare il via alla costruzione di una nuova strada per collegare facilmente la Reggia di Capodimonte al Palazzo Reale. Un progetto portato a termine qualche anno dopo dal suo successore Gioacchino Murat. Potrebbe interessarti Il Ponte della Sanità, una strada dalla vista singolare.

Piazza Plebiscito Napoli

Tra le nuove opere architettoniche costruite nella Capitale del Regno una menzione d’onore la merita il rifacimento di Largo di Palazzo, oggi conosciuto come Piazza del Plebiscito. L’intento di Murat era quello di creare uno spazio grandioso (il Foro Gioacchino) dove svolgere cerimonie e feste solenni.

Viene effettuato il prolungamento di Via Posillipo fino a Marechiaro, dato inizio ai lavori dell’Osservatorio astronomico di Capodimonte e creato il Conservatorio di Musica nel convento di S.Pietro a Majella.

Merito di Murat e particolarmente della moglie Carolina fu il grande impulso dato agli scavi archeologici di Ercolano e Pompei ma anche  all’allestimento di nuovi spazi per la “ futura antichità” napoleonica nel grande Palazzo degli Studi, oggi sede del Mann.

La restaurazione borbonica del 1815 segna la fine del «decennio francese». Tuttavia, le innovazioni sociali ed economiche permangono così come una certa modernizzazione dell’apparato statale.