Ultima Modifica il 12 Febbraio 2024

A pochi passi dalla Reggia di Capodimonte l’Osservatorio Astronomico di Capidomonte offre una meravigliosa vista sulla città e sul golfo di Napoli.

La prestigiosa istituzioni scientifica napoletana è uno dei dodici osservatori italiani che costituiscono l’Istituto Nazionale di AstroFisica (INAF). Il principale ente italiano per la ricerca astronomica e astrofisica da terra e dallo spazio.



Storia e costruzione dell’ Osservatorio Astronomico di Capodimonte

Tutto ha inizio sul finire del 1700 quando re Ferdinando IV acconsente alla realizzazione di uno stabilimento astronomico nel Palazzo dei Regi Studi, l’attuale Museo Archeologico nazionale. Del progetto, affidato all’architetto Pompeo Schiantarelli, venne però realizzata soltanto la meridiana, che ancora oggi si può ammirare sul pavimento del salone centrale del MANN.

Nel 1807 Giuseppe Bonaparte individua nel belvedere dell’ex monastero di San Gaudioso, sull’altura di Sant’Aniello a Caponapoli, la nuova sede per la Specola Astronomica.

Ma è sono nel 1812, quando sul trono di Napoli c’è Gioacchino Murat, che iniziano i lavori della Reale Specola di Capodimonte – poi Osservatorio astronomico di Capodimonte. Per l’edificazione si sceglie la collina di Miradois, un’altura vicina alla reggia borbonica di Capodimonte. I lavori vengono terminati, nel 1819, da re Ferdinando di Borbone, restaurato sul trono delle Due Sicilie dal Congresso di Vienna.

Osservatorio Astronomico di Capodimonte

L’avventura scientifica dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte inizia il 17 dicembre 1819 quando l’astronomo Carlo Brioschi effettuò la prima osservazione da Capodimonte con il circolo ripetitore di Reichenbach.

La palazzina neoclassica, ispirata alle costruzioni dell’antica Grecia, porta la firma dell’astronomo Federico Zuccari, l’architetto Stefano Gasse e dell’astronomo Giuseppe Piazzi.

Il colonnato dorico in marmo di Carrara della facciata è sormontato da un timpano che riporta l’iscrizione in onore di Ferdinando I: Ferdinandus i astronomiae incremento mdcccxix.

MuSA – Museo degli Strumenti Astronomici

Inaugurato nel 2012 il MuSA è percorso museale fatto di strumenti, volumi, dipinti e stampe che permette di fare un viaggio nel tempo negli oltre due secoli di vita dell’astronomia a Napoli.

Osservatorio di Capidomonte - Museo strumenti astronomici

La collezione della strumentazione astronomica utilizzata in tutto l’Ottocento e nei primi decenni del Novecento è custodita in una sala adiacente all’auditorium.

Tra gli oggetti di maggior pregio c’è l’orologio astronomico di Chlasner (1567) e il globo celeste di Roll e Reinhold (1589), provenienti dalla collezione farnese di Carlo di Borbone.  Il telescopio equatoriale di Fraunhofer (1814), il più grande telescopio mai costruito a inizio Ottocento. Il telescopio equatoriale di Merz (1862), il primo telescopio acquistato in Italia dopo l’Unità. E il sestante equatoriale di Sisson (metà XVIII secolo) appartenuto al principe Spinelli di Tarsia e utilizzato a fine Settecento per tracciare il primo meridiano di Napoli.

Nella Biblioteca, l’archivio storico dell’Osservatorio, sono conservati volumi preziosi, su tutti spicca un’edizione, la prima, del De revolutionibus orbium coelestium di Copernico e poi un carteggio dell’astronomo barone von Zach.

Circolo ripetitore - Antico telescopio Capodimonte

Da novembre 2017 l’Osservatorio astronomico di Capodimonte dispone di un nuovo planetario digitale (dedicato a Yuri Gagarin). E’ collocato in una cupola di circa 10 metri di diametro all’interno della quale è possibile ospitare fino a 70 visitatori. La nuova struttura ha una doppia destinazione: la didattica per le scolaresche al mattino, le visite per gli astrofili nelle ore buie.

Informazioni Utili

Indirizzo: Salita Moiariello, 16 80131 – Napoli
Orario: 9.00 – 13.30 – Chiuso sabato e domenica
Sito web: http://www.na.astro.it/
Contatti: Tel. 081 5575111 Email info@oacn.inaf.it