Ultima Modifica il 2 Novembre 2023

Era il 15 novembre 1890 quando, sotto la Galleria Umberto I di Napoli, venne inaugurato il Salone Margherita, uno dei primi cafè-chantant d’Italia. In poco tempo divenne il luogo simbolo della travolgente e spensierata Belle Èpoque napoletana.

Il Salone venne intitolato alla regina di Casa Savoia, la stessa alla quale i Napoletani avevano già dedicato una pizza con la mozzarella.



Storia del Teatro Salone Margherita

Il Salone Margherita, nato per merito dei fratelli Marino, ricalcò totalmente il modello francese, persino nella lingua utilizzata. Non solo i cartelloni erano scritti in francese, ma anche i camerieri in livrea parlavano sempre in francese (maccheronico).

Non di rado anche le cantanti-ballerine napoletane francesizzavano i propri nomi come la famosa Ninì Tirabusciò, un nome ed un cognome certo più eleganti di Nina Cavatappi.

Fu proprio al Salone Margherita che le cosiddette sciantose, dal termine francese chanteuse (cantante), fecero il loro esordio.

Il pubblico era così variegato che comprendeva preti, persone che appartenevano alla criminalità organizzata, il Presidente del Consiglio Francesco Crispi e persino Matilde Serao, fondatrice del più importante quotidiano del Sud, “il Mattino”

Napoli Salone Margherita

Simbolo del divertimento e della vita spensierata il Salone Margherita ottenne in breve tempo un successo internazionale, grazie al coraggio dei fratelli Marino.

Gli intraprendenti imprenditori napoletani fecero sfilare sul loro palcoscenico le più celebri vedettes internazionali. Cantanti, comici, illusionisti, danzatrici, fini dicitori, ma anche acrobati, giocolieri, contorsionisti, cavallerizzi, persino donne barbute e incantatori di serpenti.

Solitamente gli spettacoli proposti erano presentati in successione, con un intervallo tra il primo e il secondo tempo.

Qui andarono in scena anche le macchiette. Spettacoli comici “satirico-sociali” che prendevano di mira, con caricature divertenti, qualsiasi personaggio capitasse loro a tiro; nobili o camorristi, il tutto accompagnati con ritornelli semplici e musiche bizzarre.

Non fu solo teatro. Il 30 marzo 1896 in queste stesse sale vi fu il debutto della fotografia animata, come venivano chiamate inizialmente le immagini in movimento che diedero vita al cinematografo.

Salone Margherita Napoli

Dopo la prima guerra mondiale il Salone Margherita si trasformò in teatro di varietà e, dopo il secondo conflitto mondiale, in teatro di rivista. Negli anni ’70 divenne un luogo di perdizione con avanspettacoli e balletti.

Il Salone Margherita di Napoli oggi

Dopo un lungo periodo di crisi, che lo portano alla chiusura nel 1982, il Salone Margherita è stato riportato allo splendore di circa un secolo fà per ospitare mostre, spettacoli e serate di gala.

All’interno del teatro si possono ammirare due palchi fissi e uno mobile. Mentre il maestoso salone principale è circondato da piccole nicchie e diversi soppalchi. Per accedere a questi ambienti si passa attraverso dei magnifici corridoi, costruiti secondo lo stile architettonico pompeiano.

L’accesso allo storico edificio napoletano si trova al numero 5 della bellissima Via Verdi, 80133 Napoli.