Ultima Modifica il 10 Ottobre 2020

Non c’è Natale o Capodanno degno di questo nome se la casa non risulterà intrisa dal profumo inebriante degli Struffoli napoletani appena fritti.

Gli struffoli sono morbide, gustose e fragranti palline di pasta fritta condite con miele millefiori, scorze d’arancia candite e Diavulilli (confettini colorati allo zucchero e all’anice). La disposizione delle gustose sfere non è mai casuale ma richiama una vera e propria piramide di gusto.



Il miele, ingrediente fondamentale per la preparazione di questo dolce natalizio, ha di per sé un significato religioso. Il corpo del Bambin Gesù viene anche definito “roccia che dà miele”.

Ma qual è l’origine degli struffoli napoletani?

Gli struffoli, a dispetto del nome, non sono stati inventati a Napoli, come la sfogliatella, la celebre pastiera, e il noto babà. Pare siano giunti nel Golfo di Napoli tramite i Greci. La parola struffoli deriva dal termine “strongoulos” (di forma tondeggiante).

In passato si preparavano soltanto nei conventi di Napoli come dono natalizio alle famiglie nobili che si erano distinte per atti di carità. Gli Struffoli sono un lavoro certosino e di abilità manuale ottenuto “scientificamente” dopo centinaia d’anni di sperimentazione nelle cucine di ogni tipo.

Gli struffoli napoletani

Ancora oggi l’impasto viene preparato dalle mamme sotto l’occhio vigile delle nonne. Ai bambini è invece affidato il divertente ruolo dello sfregamento tra le mani, per conferire ad ogni pezzetto di impasto quella forma tondeggiante che lo caratterizza.

Nella preparazione degli struffoli nulla è lasciato al caso. Prima di tutto lo struffolo deve essere piccolo. Il perché è semplice, aumenta la superficie di pasta che entra in contatto con il miele, rendendo tali palline molto più gustose e saporite.

La ricetta

La ricetta tradizionale degli struffoli napoletani prevede pochi ingredienti: farina,uova, strutto e zucchero, aromatizzati con qualche cucchiaio di liquore preferibilmente all’anice.

Dall’impasto si ricavano piccoli cilindri di pasta. Successivamente si tagliano a pezzetti. Col palmo della mano si modellano per restituire la tipica forma tondeggiante. Dopo averli fritti in olio di semi (o strutto), si lasciano raffreddare prima di passarli nel miele caldo.

Gli struffoli napoletani 2

Quest’ultima operazione oltre a conferire la classica doratura, legherà tra loro le singole parti che, secondo la propria fantasia, potranno trasformarsi in vere e proprie composizioni. Quando sono ancora caldi, si decorano, generalmente con i classici ‘diavolini colorari’.