Ultima Modifica il 6 Settembre 2024

La chiesa di Santa Maria della Pace e la Sala del Lazzaretto fanno parte di un unico complesso monumentale conosciuto come ex Ospedale della Pace. Si trovano in pieno centro storico di Napoli a pochi passi del Castel Capuano, in via Tribunali.

Un capitolo dimenticato della storia: Sullo scoglio del Chiuppino, a Nisida, sorgeva il Lazzaretto di Napoli, un testimone silenzioso di un passato lontano.

Queste mura hanno visto la sofferenza e la lotta contro le epidemie che hanno segnato la storia di Napoli. Al suo interno c’è una lapide che grida giustizia contro le “bugie” degli invidiosi.

Cenni storici

Nel 1587, le antiche mura del palazzo Caracciolo, dimora di  Ser Gianni Caracciolo gran Siniscalco del Regno e amante della Regina Giovanna II (è sepolto in San Giovanni a Carbonara), si trasformarono per accogliere una nuova vita. Acquistato dai frati Ospedalieri, l’edificio divenne il cuore pulsante di un complesso religioso, destinato ad ospitare un monastero, un ospedale e una chiesa.

Ancora oggi, il maestoso portale gotico, testimone di un passato glorioso, ci accoglie all’ingresso di questo luogo ricco di storia.

All’interno del complesso ci sono due chiostri, quello della Chiesa e quello dell’ospedale, posti a livelli diversi a causa del dislivello, circa quattro metri, esistente tra via Tribunali e il vico Nuovo Pace.

Il grande complesso monumentale dei Fatebenefratelli, che si sviluppa intorno a due chiostri, è oggi e adibito ad uso uffici del Comune di Napoli. Il Lazzaretto è invece impiegato per scopi culturali. Nel primo cortile seicentesco c’è una botola che scende nelle cripte adibite per la scolatura dei frati.

Ex Ospedale della Pace – Sala del Lazzaretto

Al primo piano (vi si accede mediante una scala sulla sinistra del vestibolo) c’è la “sala del Lazzaretto”. Una grande sala ad uso infermeria dell’ospedale adibito all’accoglienza dei lebbrosi altri malati infetti della città. Questo luogo era uno dei pochi in città che accogliessero lebbrosi e malati infetti. Le sue dimensioni sono notevoli: è lunga 60 metri, larga 10 per 12 metri di altezza.

Sala del Lazzareto ex Ospedale Santa Maria della Pace Napoli

Lungo le pareti perimetrali ci sono due balconate sospese a mezza altezza, una a destra e l’altra a sinistra. Da qui medici e infermieri “calavano” con panarielli, cibo, bevande e le medicine del tempo agli infetti rispettando la distanza dal contagio. Nella parte inferiore del ballatoio si trovano le aperture per “evacuare” i deceduti nelle catacombe sottostarti.

Andrea Viola e Giacinto Diano hanno affrescato la volta e la zona delle finestre con raffigurazioni della Vergine Maria e i Santi dell’Ordine di San Giovanni di Dio. L’altare di marmo del XVIII secolo in origine separava l’ambiente principale della Sala dal retrostante gabinetto medico.

Chiesa di Santa Maria della Pace

La costruzione della chiesa, avviata nel 1629 dall’architetto Pietro De Marino, è rimaneggiata nel ‘700 da Domenico Antonio Vaccaro. Il portale, in marmi bianchi e grigi, è attribuito a Jacopo e Dionisio Lazzari.

Venne consacrata a Santa Maria della Pace, per ricordare, forse, la pace di Crepy firmata nel 1544 da Spagna e Francia

Chiesa Santa Maria della Pace Napoli

Chiesa Santa Maria della Pace Napoli

L’interno della chiesa è a croce latina con unica navata e tre cappelle per lato. Qui si scoprono numerose opere d’arte di Jacopo e Dionisio LazzariDomenico Antonio VaccaroNicola Tagliacozzi CanalePietro Buonocore e Michele Foschini.

Interessante l’affresco della volta che l’elemosina di San Giovanni di Dio e le quattro statue in marmo di Sant’Anna, San Giuseppe, San Giovanni Battista e San Giovanni di Dio. Il melograna, araldo dell’Ordine Ospedaliero, è un simbolo che ricorre a più riprese all’interno del santuario.

La chiesa è oggi affidata alla comunità Ucraina di rito bizantino.

Una targa contro le “bugie” degli invidiosi

Come ogni monumento napoletano che si rispetti anche l’ex Ospedale della Pace ha un suo mistero. Su una parete del cortile interno c’è una targa, simbolo di un ingiustizia ricevuta molto tempo fa.

La targa recita: Dio m’arrassa da invidia canina, da mali vicini et da bugia d’homo dabbene; (Iddio mi tenga lontano dall’invidia canina, dai cattivi vicini e dalla bugia di un uomo dabbene).

Targa nel ex Ospedale della Pace

Targa nel ex Ospedale della Pace

La storia narra di un’onesto e ricco cittadino che, a causa di false testimonianze, è ingiustamente condannato a morte. Prima di morire, l’uomo decide di lasciare tutti i suoi averi in eredità all’Ospedale della Pace, ma solo a una condizione.

All’interno dell’ospedale doveva essere apposta una targa, una sorta di testamento, commissionata dall’uomo. In caso di rimozione l’eredità sarebbe stata devoluta all’Ospedale degli Incurabili

A secoli di distanza c’è chi giura di aver visto una strana sagoma vagare sotto la targa. Probabilmente il povero uomo viene a verificare che la promessa è stata mantenuta.