Lungo il Decumano maggiore si apre il portone del Palazzo Spinelli di Laurino, piccola perla nascosta nel centro storico di Napoli. Scopriamo la sua storia tra arte, storia e leggenda.



Un po’ di storia

Il cinquecentesco palazzo, già appartenuto al poeta Giovanni Pontano (la sua cappella si trova lì a due passi), fu trasformato in modo radicale alla metà del XVIII secolo dal Duca di Laurino Troiano Spinelli (da cui ha preso il nome).

Il palazzo, al civico 362 di Via Tribunali, è facilmente riconoscibile grazie alla presenza, sul portone d’ingresso, di un’aquila con le ali spiegate sul cui petto è presente lo stemma di famiglia.

E’ molto originale l’atrio di forma ellittica, unico nel suo genere a Napoli, sulla cui sommità si staglia un orologio maiolicato, sovrastato dalla statua dell’Immacolata.

Scala a doppia rampa

Intorno sono state disposte dodici statue allegoriche scolpite dal maestro Jacopo Cestaro e i busti di due imperatori romani che vegliano sul palazzo.

Notevole è pure lo scenografico scalone Sanfeliciano del palazzo dei Principi di Spinelli di Laurino. E’composto da due rampe, la prima, in asse con la parete di fondo e la rampa successiva, ha una doppia rampa con duplice prospettiva. Nel Palazzo Spinelli di Laurino è custodita anche la cappella di famiglia.

Iil palazzo è stato il set di tre film ambientati a Napoli, Giallo napoletano di Sergio Corbucci, La Pelle di Liliana Cavani e Maccheroni di Ettore Scola.

Palazzo Spinelli e il fantasma della bella Bianca

Come per la gran parte degli edifici monumentali di Napoli, anche il Palazzo Spinelli è avvolto da un alone di mistero.

Si racconta, infatti, che l’edificio sia abitato dal fantasma di Bianca, una bimba rimasta orfana e accolta presso la casa della famiglia Spinelli. Qui divenne la damigella della padrona di casa, la duchessa Lorenza Spinelli, una donna gelosa, dispotica e crudele.

La storia narra che un giorno, sospettando il tradimento del marito con la giovane, la duchessa non ebbe pietà; Bianca fu murata viva in una stanza di Palazzo Spinelli e non fu mai più ritrovata.

La leggenda vuole che la fanciulla, prima di morire, abbia lanciato la sua maledizione su Palazzo Spinelli e sulla famiglia pronunciando la seguente frase: “Famme pure mura’ viva, ma in allegrezza o in grannezza tu me vidarraje”.

Qualcuno afferma di aver visto passare il fantasma di Bianca lungo lo scalone dell’edificio ad annunciare un lieto evento,  un lutto o una disgrazia.