Ultima Modifica il 25 Gennaio 2025

Tra il 2020 e il 2021, Napoli ha accolto ben 13 pietre d’inciampo (in tedesco Stolpersteine). Un toccante omaggio alle vittime delle Shoah e della persecuzione nazifascista, soprattutto nel Giorno della Memoria, che si celebra il 27 gennaio di ogni anno.

Tra il 27 e il 30 settembre 1943, Napoli insorse contro l’occupante nazifascista, dimostrando un coraggio e una determinazione unici. ( Le Quattro Giornate di Napoli).

La città, liberatasi precocemente, evitò le deportazioni di massa che colpirono altre comunità ebraiche in Italia. Tuttavia, il destino fu crudele per 14 ebrei napoletani, costretti a fuggire o sfollati, che finirono nelle mani dei nazisti e furono deportati nei campi di concentramento.

Pietre d’inciampo, i sampietrini della Memoria 

Le Stolpersteine, o pietre di inciampo, sono nate da un’iniziativa dell’artista tedesco Gunter Demnig. Sono poste solitamente vicino al domicilio della persona deportata dai nazi-fascisti o in altri luoghi significativi. Una placca di ottone lucente ricopre questi particolari sanpietrini, un incisione reca il nome il nome della persona deportata con data di nascita e data di morte.

Il loro obiettivo è di “far inciampare”, non in senso fisico, e far riflettere tutti coloro che si imbattono, anche casualmente, nell’opera.

Le Nove Pietre di inciampo di Piazza Bovio

Le nove pietre d’inciampo, al civico 33 di piazza Bovio, ci ricordano l’orrore della Shoah che colpì una famiglia di 11 persone di cui solo 2 sopravviveranno.

Giornata della Memoria, pietre d'inciampo in piazza Bovio Napoli
Giornata della Memoria, pietre d’inciampo in piazza Bovio Napoli

La piccola Luciana Pacifici, i genitori Elda Procaccia e Loris Pacifici, il cuginetto Paolo Procaccia, gli zii Sergio Oreste Molco, Aldo Procaccia, Milena Modigliani e i nonni Amedeo Procaccia, Iole Benedetti fanno parte di quei 42 ebrei partenopei (per nascita o adozione) che, impauriti dai forti bombardamenti alleati sulla città partenopea, fuggirono in cerca di salvezza.

La speranza di un futuro a Cerasomma, vicino a Lucca, si spense nel fumo dei crematori di Auschwitz. La famiglia Pacifici, tradita e deportata dal famigerato binario 21 della stazione Centrale di Milano, non fece mai più ritorno. Sopravvisse, miracolosamente, solo Ivonne, sorella di Elda, col figlio Renato.

Nel novembre 2015, il comune di Napoli ha dedicato una strada del Borgo Orefici, vicino corso Umberto a Luciana Pacifici. Con i suoi otto mesi di vita è la più giovane vittima italiana del nazifascismo.

E’ un gesto forte e simbolico in quanto la strada fino a quel momento aveva il nome di Gaetano Azzariti. Giudice fascista e presidente del tribunale della razza, nonché firmatario del Manifesto della razza, che contribuì al massacro dei 60mila ebrei italiani deportati.

La piccola Luciana, aveva appena otto mesi quando trovò la morte in un vagone bestiame, partito dal binario 21 di Milano, insieme ad altre decine di ebrei deportati ad Auschwitz, vittime innocenti di una follia inaudita

Via Morghen, Pietra d’inciampo per ricordare il piccolo Sergio De Simone

Al civico 65/bis di via Morghenn, nel cuore del Vomero, una pietra d’inciampo ricorda per sempre il piccolo Sergio De Simone, proprio davanti alla casa dove viveva con la sua famiglia.

Giornata della Memoria, una pietra d'inciampo ricorda Sergio De Simone
Giornata della Memoria, una pietra d’inciampo ricorda Sergio De Simone

Nel 1943, la famiglia De Simone, come tante altre, cercò rifugio a Fiume per sfuggire all’orrore dei bombardamenti su Napoli. Ma la speranza fu presto infranta. Tradita e deportata ad Auschwitz, la famiglia fu gettata nell’inferno dei campi di concentramento.

Mentre le giovani cuginette Tatiana e Andra Bucci, per un miracolo, sopravvissero all’orrore, il piccolo Sergio fu destinato a una fine atroce. Trasferito ad Amburgo, divenne cavia umana per gli esperimenti del sadico dottor Mengele, perdendo la vita a soli otto anni in una camera a gas, il 20 aprile 1945.

Piazza Carlo III, le Pietre d’Inciampo dedicate a tre bambini napoletani

In piazza Carlo III si trovano tre pietre d’inciampo. Sono dedicate a Sergio De Simone, Luciana Pacifici e Paolo Procaccia i tre bambini napoletani, vittime della Shoah. La scelta del luogo (che ospita anche una targa coi tre nomi) non è casuale. L’area intorno a palazzo Fuga fu teatro di numerose azioni durante le Quattro Giornate di Napoli nel 1943.

Giornata della Memoria

Era il 27 gennaio del 1945 quando le truppe dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento di Auschwitz svelando fino a che punto si era spinta la ferocia nazifascista.

Giorno della Memoria

La persecuzione razziale e politica del Terzo Reich e dei suoi alleati, tra il 1933 e il 1945, portò allo sterminato un terzo del popolo ebraico. Oltre a innumerevoli altre persone, solo in quanto membri di minoranze, come Rom, omosessuali e persone con disabilità.