Ultima Modifica il 17 Settembre 2024

Il Real Albergo dei Poveri diNapoli, noto anche come Palazzo Fuga in onore del suo geniale architetto, è una delle più grandi costruzioni settecentesche d’Europa.

La lunga facciata di questo colosso architettonico, che domina l’ampia Piazza Carlo III, lambisce l’incantevole Orto Botanico di Napoli. Si trova all’inizio di via Foria (l’antica via del Campo), una delle arterie principali che collegavano Napoli all’entroterra.

Cenni storici

Carlo di Borbone, uno dei sovrani più amati dal popolo partenopeo, commissionò a Ferdinando Fuga un’opera architettonica di proporzioni colossali, destinata ad accogliere le moltitudini di poveri che affollavano la città. Napoli, infatti, all’inizio del XVIII secolo era si una capitale fiorente, ma aveva anche un’importante popolazione impoverita.

Nell’utopico intento di Carlo di Borbone, il Real Albergo dei Poveri si configurava come una città modello. Un luogo in cui i più sfortunati potessero trovare non solo un rifugio sicuro, ma anche le opportunità di apprendere un mestiere. Gli ospiti erano sottoposti a una rigida divisione per sesso e per età : “Pro uiris et pueris” da una parte, “Profeminis et puellis ” dall’altra.

Il Reale Albergo dei Poveri, ciclopico per mole ed estensione, è commissionato nel 1749. I lavori, iniziati nel 1751, sono definitivamente interrotti nel 1819, lasciando l’opera incompiuta. Ciò avvenne non solo per mancanza di fondi ma anche per un cambio di visione di Ferdinando IV, il successore di Carlo.

Real Albergo dei Poveri (Palazzo Fuga) Real Albergo dei Poveri (Palazzo Fuga) – Ph Gianni Mormone

Curiosità. A Napoli, la mano di Ferdinando Fuga si legge nella facciata della chiesa dei Girolamini, un gioiello del barocco napoletano; nel Cimitero delle 366 fosse, annesso alll’Ospedale degli Incurabili a Poggioreale. E Villa Favorita, la celebre residenza reale di Ercolano edificata nel tratto di Corso Resina denominato Miglio d’Oro.

Il Real Albergo dei Poveri fu molto più di un semplice ospizio. Nel corso della sua storia, oltre a fornire rifugio ai poveri e ai bisognosi,  divenne un luogo di reclusione per le cosiddette “donne perdute” e un istituto di correzione per i minori. Motivo per il quale venne ribattezzato dai napoletani con il poco lusinghiero nome di O’ Serraglio, cioè un luogo dal quale non sarebbe stato più possibile uscire.

A partire dagli anni ’60, inizia un lento declino dovuto alla scarsità di manutenzione e alla diminuzione delle attività. Nonostante ciò, l’edificio continuò a svolgere importanti funzioni pubbliche, ospitando un Centro di Rieducazione per Minorenni, un Tribunale e l’Archivio di Stato. Il terremoto del 1980 ne compromise ulteriormente la stabilità, causando crolli e danni strutturali.

La struttura

I numeri di questa piccola città a forma di palazzo, sono notevoli, malgrado la sua superficie sia solo un quinto rispetto alle intenzioni iniziali di Fuga e del Re di Napoli.

Il progetto iniziale prevedeva una costruzione a pianta rettangolare, con cinque cortili interni e una chiesa nel mezzo. I due cortili più esterni e la chiesa non sono stati mai realizzati. Dei tre cortili interni, uno era riservato alle donne, uno ai maschi e l’ultimo all’amministrazione.

La facciata, pur ridimensionata rispetto al progetto originale, si sviluppa per ben 360 metri. I cinque ordini di finestre e la presenza della monumentale scalinata a doppia rampa conferiscono all’edificio un ritmo e una proporzione che lo rendono un esempio inconfondibile del barocco napoletano

Sul timpano centrale è posto un orologio e sul fronte un’epigrafe dettata da Alessio Simmaco Mazzocchi: Regium Totius Regni Pauperum Hospicium.

Albergo dei Poveri Napoli

L’interno del complesso si articola attorno a tre cortili: il centrale, progettato per accogliere una grandiosa chiesa a pianta circolare, e i laterali, adibiti a giardini.

L’edificio, dalle dimensioni colossali, ospita ben 430 stanze. Le più grandi, situate nelle ali laterali, presentano ambienti di oltre 40 metri di lunghezza, con un’altezza e una larghezza di 8 metri, offrendo un’idea della maestosità del progetto originario e della varietà di funzioni che dovevano essere ospitate al suo interno.

Il Real Albergo dei Poveri oggi

Dall’inizio del 2000 il Comune di Napoli ha avviato un ambizioso programma di restauro che ha già permesso di recuperare, non senza difficoltà, le strutture portanti dell’edificio, salvandolo dal crollo.

Per il 2026 lo storico edificio settecentesco di piazza Carlo III accoglierà al suo interno una moderna biblioteca, una nuova sede del Museo Archeologico di Napoli (Mann). Spazi per cinema e teatro, sale per mostre temporanee, aule e uno studentato per l’Università Federico II, spazi per fare impresa e locali per la ristorazione.

Come arrivare al Real Albergo dei Poveri

Indirizzo: Piazza Carlo III, 80137 Napoli

Metropolitana Linea 2 Fermata Cavour da qui 800 metri a piedi direzione Piazza Carlo III. Metropolitana Linea 1 fermata Museo. Bus molto dipende da che zona si proviene ma l’autobus 201 e C47 passano per Piazza Carlo III. In auto dalla Tangenziale di Napoli prendete l’uscita “Doganella” e percorrete Viale Umberto Maddalena in direzione Piazza Carlo III.