Ultima Modifica il 3 Novembre 2020

Il Caciocavallo dell’emigrante, una delle grandi prelibatezze Campane, nasce dalla fantasia dei contadini italiani che si imbarcavano verso le coste americane nei primi anni del 900.

Questa bontà dal gusto unico si presenta, esternamente, come il classico Caciocavallo, mentre il suo cuore è un salume.



Storia e origine del nome

Il suo nome è legato a una storia di necessità che mischia ingegno, furbizia, contrabbando e illegalità. I protagonisti di questa eccellenza gastronomica Campana sono gli emigrati italiani di inizio secolo, la soppressata e il caciocavallo, due prodotti simbolo del Cilento.

I nostri compaesani diventano, loro malgrado, spacciatori di sapori.

Agli inizi del Novecento molti italiani emigravano verso il Nuovo Continente in cerca di fortuna. Scoprirono, purtroppo, che non avrebbero potuto portare con loro la carne suina, ritenuta fuorilegge nell’America igienista.

La storia vuole che gli emigranti, ebbero l’idea geniale di nascondere i salami (quali soppressata, capocollo, salame dolce o piccanti) dentro il caciocavallo. Nasce così il “Caciocavallo dell’Emigrante, una sorta di matrioska in cui la delicatezza del formaggio si abbina perfettamente al gusto deciso dei salumi. La lontananza dall’Italia veniva affievolita dai sapori di casa.

Caciocavallo

Quest’invenzione di oltre un secolo fa si è conservata praticamente intatta. E’ perfetto come antipasto o aperitivo accompagnato da una bella fetta di pane cafone.

Perché si chiama Caciocavallo?

Era consuetudine appendere il formaggio, il cacio, in coppie legate da un cappio; per favorire la formazione della corteccia esterna e la successiva stagionatura venivano appese a cavallo di pertiche di legno in prossimità del focolare,.

Il Caciocavallo è un formaggio semiduro a pasta filata prodotto con latte vaccino. Si presenta con una crosta sottile, liscia, di marcato colore giallo paglierino e pasta omogenea e compatta.

Il sapore varia con il grado di stagionatura ( dai 60 giorni a oltre 12 mesi), passando dal quasi dolce di un caciocavallo fresco a quello deciso e quasi piccante di un caciocavallo più stagionato.