Napoli è un vero e proprio museo a cielo aperto. Passeggiando sotto i portici di via dei Tribunali ci si imbatte nel Palazzo d’Angiò conosciuto come il “Palazzo dell’imperatore di Costantinopoli” (via dei Tribunali 339).
Non lasciatevi distrarre dal caotico trambusto che normalmente riempie via Tribunali (decumano maggiore di Napoli), il Palazzo dell’Imperatore di Costantinopoli (del XIII secolo) sorge nel luogo di fondazione dell’antica Neapolis, la citta greco-romana.
Palazzo d’Angiò alias Palazzo dell’Imperatore di Costantinopoli
Dell’antico complesso nobiliare, forse il più antico di Napoli, rimangono superstiti la struttura del porticato medievale e il portone gotico ogivale dell’età del principato; su questo antico portale si possono ancora scorgere, timidamente, due gigli angioini. Uno stemma marmoreo della famiglia Cicinelli sovrasta l’arcata centrale del portico.
Se alzate lo sguardo in alto, sulla sinistra, è presente un affresco del Trecento raffigurante la Vergine Maria. Nel cortile è collocato un bassorilievo marmoreo con lo stemma di famiglia (un’anatra e tre gigli).
Oggi sotto i 4 portici in piperno (un quinto è inglobato nel palazzo adiacente) c’è un mercato rionale e botteghe di artigiani.
Da alcuni anni, a guardia del porticato (angolo in vico Fico al Purgatorio), è stato collocato il busto in bronzo di Pulcinella, dono dell artista Lello Esposito al Comune di Napoli.
Un po di storia
Costruito nel XIII secolo, probabilmente su antiche costruzioni romane, l’edificio era inizialmente suddiviso in due strutture separate.
Correva l’anno 1295 quando il palazzo fu donato a Filippo di Valois, fratello di Roberto d’Angiò. Per renderlo una degna abitazione furono accorpati più corpi di fabbrica preesistenti con la creazione di una serie di portici gotici in piperno.
Quando principe di Taranto sposò in seconde nozze Caterina di Valois, figlia di Baldovino II, imperatore di Costantinopoli, assunse lo stesso titolo del suocero.
Il palazzo fu poi ceduto alla famiglia Cicinelli dei Principi di Tursi che effettuò delle pesanti aggiunte barocche, dotando i portici di arcate a tutto sesto.
Durante il regno di Alfonso d’Aragona il Magnanimo il palazzo dell’imperatore ospitò la nascente Accademia Pontiniana (inizialmente Porticus Antonianus), la prima del Regno di Napoli. Qui insigni studiosi napoletani si riunivano tra loro per comunicare e scambiare i risultati delle loro riflessioni e studi.