Ultima Modifica il 20 Ottobre 2020

Sulla piazza Enrico De Nicola, dedicata al primo presidente partenopeo della Repubblica Italiana, si scopre la Chiesa di Santa Caterina a Formiello.

La stupenda chiesa cinquecentesca, dedicata alla martire Santa Caterina d’Alessandria (287-305 d.c), sorge a due passi dalla quattrocentesca porta Capuana e dalla chiesa gotica di San Giovanni a Carbonara.



Il complesso monumentale, fondato nella prima metà del ‘400 e ampliato nel ‘500, è poco conosciuto ai più. Da fuori sembra una chiesa come tante, ma appena si entra è possibile subito notare la sua magnificenza.

La dicitura a formiello deriva dal latino ad formis / presso i condotti; nei suoi pressi si trovava un pozzo (oggi scomparso) dell’antico acquedotto della Bolla, sostituito definitivamente, a fine ‘800, dal nuovo acquedotto del Serino.

Santa Caterina a Formiello

Cenni Storici

La chiesa, come la vediamo oggi, nasce nel 1499 quando il re Federico d’Aragona concesse l’antica chiesa di Santa Caterina ai padri domenicani della Congregazione riformata di Lombardia.

La chiesa fu realizzata su disegno dell’architetto Romolo Balsimelli, discepolo del Brunelleschi. Al finanziamento dei lavori di ampliamento contribuirono diverse famiglie nobili della città, tra le quali gli Acuaviva d’Atri, i Sanseverino di Bisignano e, soprattutto, la famiglia Spinelli di Cariati, ai quali verrà concesso una bellissima cappella nella zona presbiteriale.

Con la soppressione dell’ordine dei domenicani, voluta da Gioacchino Murat nel 1806, gran parte del monastero fu riadattato a nuovi usi.

Il monastero e i due chiostri furono trasformati in una fiorente industria tessile militare conosciuto come Lanificio Borbonico un unicum di archeologia urbana.

Il cinquecentesco Chiostro piccolo di Santa Caterina a Formiello è tornato a nuova vita dopo anni di degrado e abbandono. È oggi uno dei luoghi simbolo di rigenerazione urbana a Napoli e centro espositivo e performativo aperto alla città curato dalla Fondazione Made in Cloister.

Santa Caterina a Formiello, Napoli

La Chiesa

L’attuale forma maestosa e armonica è del 1713. L’interno è a croce latina con diverse cappelle, un maestoso altare una scenografica cupola con lesene corinzie in piperno su fondo bianco.

Al centro della chiesa si apre, sul pavimento, l’ accesso alla cripta delle consorelle del Santissimo Rosario. Qui si possono ancora riconoscere i resti di due scheletri di donne che stringono un rosario tra le mani. Una di queste è posta ai piedi di un altare sormontato da un affresco della Madonna del Rosario.

Tantissimi eccellenti artisti lasciarono la propria firma in questo luogo: Francesco Antonio Picchiatti, autore del portale marmoreo principale, ornato con una statua della santa; Giuseppe de Martino autore dell’organo a canne; Guglielmo Borremans, autore di affreschi quali “Storie di San Domenico” e “La gloria di San Domenico” o ancora Paolo de Matteis e Giacomo del Po.

Tra il 1706 e il 1708 sul sagrato fu eseguita per commissione della Deputazione del Tesoro l’edicola di San Gennaro. Il busto fu opera di Domenico Antono Vaccaro.

Santa Caterina a Formiello, San Gennaro
Busto di San Gennaro in piazza Santa Caterina a Formiello

Curiosità e Leggenda

Curiosità – La chiesa custodisce le reliquie dei Martiri d’Otranto, uccisi dai Turchi il 14 agosto 1480 per non aver rinnegato la propria fede.

Leggenda – Osservando il busto del santo patrono di Napoli si può notare come sia privo di una mano. La leggenda narra che un un giorno, un giovane, portandosi al di sotto della statua, avesse iniziato a maledire il Santo con ingiurie e bestemmie. In risposta a tale atteggiamento blasfemo, la mano, oggi mancante, si staccò e cadde sulla bocca del bestemmiatore, mettendolo a tacere.

Secondo la credenza popolare la statua di San Gennaro ascolta e veda tutti quelli che si recano presso di lui, e soprattutto risponda a tutti.