Ultima Modifica il 13 Febbraio 2023

La cultura del femminiello (o femmenello) in Campania è una di quelle realtà che non può non affascinare.

Una figura molto presente nei quartieri popolari di Napoli dove il terzo sesso è sempre stato non solo tollerato ma rispettato nel suo ruolo e mostrato senza pudore.



Il Femminiello, una parola piena di storia e folklore

Non è facile dare una definizione di femminiello, una realtà che incorpora in se tante forme di sessualità. Il transgender, il transessuale, l’omosessuale, per i Napoletani da sempre sono “uomini che sentono e vivono come donne”.

Nonostante il trucco pesante, l’abbigliamento non propriamente raffinato, le movenze e le tonalità caricaturali, il femminiello a Napoli è una figura tollerata e rispettata in tutti i quartieri della città. Nella cultura popolare, non è un deviato, ma uno stravagante, che ama travestirsi ed imbellettarsi come una donna, assumere movenze e tonalità vocali caricaturali, amplificate da una gestualità quanto mai espressiva.

La sua popolarità ha sempre fatto sì che la sua presenza fosse necessaria in alcune manifestazioni tradizionali, la più conosciuta è la Tombola scostumata. Il Femminiello assume un ruolo sacerdotale per la distribuzione del numero portafortuna. E’ risaputo che la scaramanzia è un elemeto centrale del pensare partenopeo.

Femminiello Tombola Vajassa

Quello che più di tutto colpisce è il sottile legame che unisce il femminiello alla religione. Ogni anno nel giorno della Candelora, il 2 febbraio, si tiene un pellegrinaggio noto come la juta dei femminielli legato al culto della Madonna di Montevergine.

Un leggenda, risalente al XIII secolo, racconta che la Madonna avrebbe miracolosamente liberato due amanti omosessuali, legati a un albero tra lastre di ghiaccio. Da allora i femminielli si recano in pellegrinaggio per chiedere la benedizione di Mamma Schiavona.

Napoli fra sacro e profano – I riti dei Femminielli

Tra i riti celebrati dai femminielli, famosi sono:

  • Lo Spusalizio mascolino, due femminielli si uniscono a nozze in forma privata, poi i novelli consorti si ritiravano in camera dove consumavano il matrimonio.
  • La Covata, mentre la donna partorisce, il marito mima a sua volta il parto, imitando le doglie con pianti e grida e ricevendo per questo tutte le attenzioni normalmente riservate alla partorienti.
  • La Figliata dei femminielli, un femminiello simula un parto, con tanto di doglie. Una bellissima descrizione del rito si trova nel romanzo La pelle di Curzio Malaparte.

Femminielli - Film La tarantina

Scrittori, commediografi, cantautori hanno trovato nel femminiello terreno fertile come nella Gatta Cenerentola di De Simone, La Pelle di Curzio Malaparte, Napoli velata di Ozpetek. Splendido è invece il brano di Pino Daniele “Chillo è nu buono guaglione” del 1979 che si ispira alla storia vera di un “femminiello” napoletano che dichiarò apertamente la sua transessualità.

L’antico femminiello, confuso con trans, drag-queen e viados brasiliani, è ancora tra noi anche se non lo vediamo, perché è riuscito a travestirsi da donna alla perfezione.