Ultima Modifica il 1 Febbraio 2024

Nel cuore antico di Napoli, alle spalle di piazza della Borsa, veniamo incuriositi dai Gradini della Piazzetta, noti anche come gradini del Cerriglio. Con il suo metro di larghezza la traversa, il vicoletto del Cerriglio – protetto da palazzi, archi e contrafforti – è ritenuto il vicolo più stretto della città di Napoli.

La leggenda vuole che in questo vicolo nascosto, stretto e tortuoso, Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, rischiò la vita in seguito ad un agguato.


Il suo è un percorso curioso: parte da via del Cerriglio e sembra inerpicarsi verso l’alto ma poi devia verso il basso per sbucare poco lontano in quello che oggi è sedile di Porto. Qui si trovano i gradini di pendino Santa Barbara.

Leggi anche: il centro storico di Napoli ha una fitta rete di vicoli, vicoletti e vicarielli, vere e proprie scorciatoie che attraversano la città da parte a parte.

Sembra che il nome del vicolo gli venga da un gruppo di querce – i cerri in napoletano –  che ornavano l’antico quartiere nel Medioevo.

Vi basterà percorrere pochi metri del vico per scoprire un’antica taverna, nota come “La locanda del Cerriglio”, rifugio di balordi ma anche di clienti pieni di soldi.  Sembra che fosse presente lì già nel Trecento. a taverna era

Si racconta che la taverna fosse frequentata dal popolino, ma anche dalla nobiltà e da artisti in cerca di ispirazione.

La Locanda del Cerriglio

Tutti potevano gustare la qualità della sua cucina e del suo vino. I clienti, dopo aver gozzovigliato, si trasferivano ai piani superiori dove erano attesi da prostitute a caccia di clienti, provenienti dalla vicina Rua Catalana. Anche il Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, era solito intrattenersi per ore intere tra le sale della locanda.

Dopo un lunghissimo periodo di abbandono l’antica Taverna ha riaperto nel 2014. I clienti sono accolti dai versi di Salvatore di Giacomo: “Taverna d’ ‘o Cerriglio, addo so’ stato cchiù de na vota a bevere e a mangià”.

Locanda del Cerriglio e l’agguato a Caravaggio

La locanda del Cerriglio è legata ad una vicenda che vede protagonista Michelangelo Merisi, conosciuto ai più come Caravaggio. Il pittore maledetto, durante la sua burrascosa vita trascorse due periodi a Napoli, ci ha regalato capolavori che non ci stancheremo mai di osservare, ammirare e amare.

Si narra che la sera del 24 ottobre 1609, mentre si apprestava ad uscire dalla Taverna del Cerriglio, il Caravaggio fu aggredito e gravemente sfigurato. Non sono chiari i motivi dell’agguato nei suoi confronti, molto probabilmente gli organizzatori dell’imboscata furono i familiari di Rainuccio Tomasoni, l’uomo ucciso dall’artista a Roma a causa di un futile litigio.

Fortunatamente il Caravaggio, dopo l’aggressione, continuò a lavorare a Napoli e a produrre capolavori inestimabili. La città partenopea conserva tre grandi opere del Caravaggio al Museo di Capodimonte, al Pio Monte di Misericordia e a Palazzo Zevallos Stigliano ora a palazzo Piacentini.

Ecce Homo al Cerriglio Scala santa

Scala santa dell’ Ecce Homo

Non molto lontano, al numero 12 di via del Cerriglio, si trova la Scala Santa dell’Arciconfraternita dell’Ecce Homo al Cerriglio. La sua storia è strettamente legata a quella del convento di Santa Maria La Nova, di cui occupa alcuni ambienti ipogei.

Curiosità. I suoi 33 gradoni in marmo sono stati posati partendo dall’alto, in modo da non essere calpestati dagli operai ma solo dai fedeli in preghiera.