Ultima Modifica il 25 Ottobre 2020
La storia ci racconta che l’isolotto di San Martino, piccola isola della costa Napoletana, è un frammento del Monte di Procida staccatosi dalla terraferma sul finire del XV secolo, a seguito di erosioni marine e di un forte maremoto, avvenuto intorno al 1488, divenendo, come lo è tuttora, un minuscola isola.
L’isolotto assume il nome attuale durante il Medioevo, da una chiesetta dedicata a San Martino di Tours, che andò distrutta durante un catastrofico maremoto.
L’accesso è dalla frazione di Cappella, dalla strada tra Miliscola e Monte di Procida. Da qui parte uno strettissimo tunnel lungo circa 3 km, non consigliabile a chi soffre di claustrofobia; una volta finito il tunnel ci si ritrova su un lungo pontile sul mare. Per raggiungere l’altra parte dell’isola bisognerà attraversare un secondo tunnel, questa volta più breve, illuminato e pedonale. Da qui è possibile ammirare un panorama mozzafiato.
Da un lato c’è Monte di Procida e uno specchio di mare calmo come in una piscina che invita a tuffarsi e a nuotare; dal versante aperto di fronte all’isola di Procida gli scogli ideali per pescatori e sub.
Nella sua storia l’isolotto di San Martino venne prima utilizzata come tonnara dai pescatori procidani e a sito di estrazione della pozzolana, materiale tipico dei Capi Flegrei, e del tufo. La loro estrazione hanno ridotto l’altezza dell’isola di 16 metri.
Durante la Prima e la Seconda Guerra Mondiale vi fu installata una base del silurificio di Baia; sono ancora in piedi la torre e altre costruzioni in cemento armato. Fu solo negli anni ‘60 che l’isolotto di San Martino divenne un ritrovo turistico-balneare, protagonista della dolce vita napoletana nei Campi Flegrei grazie al Signor Antimo Esposito di Carrubbene che la avuta in concessione. Dal 2014 l’isolotto di San Martino è ritornato nelle proprietà del comune di Monte di Procida.
L’isolotto versa purtroppo da tempo in stato di abbandono ed è inaccessibile, senza ulteriori informazioni su una futura riapertura.