Ultima Modifica il 20 Gennaio 2025

L’architetto urbanista Lamont Young (1851-1929), scozzese di origini ma napoletano di nascita, è il padre di Castello Aselmeyer o castello Grifeo dei principi di Partanna, e Villa Ebe, nota anche come il Castello di Pizzofalcone.

Lamont Young, l’architetto innamorato di Napoli

Chi era Lamont Young? Era un un napoletano a dispetto del nome. Di padre scozzese e madre indiana, nasce a Napoli il 12 marzo 1851 ed qui lavorò tutta la vita. La sua vita, segnata da contraddizioni profonde, si è conclusa in modo tragico e oscuro a Villa Ebe a Pizzofalcone, lasciando un alone di mistero sulla sua figura.

E’ stato uno dei più importanti architetti che Napoli abbia avuto, anche se molti dei suoi progetti non vennero presi in considerazione.

L’eccentrico artista progettò vere e proprie opere d’arte come la sede del Grenoble (Via Crispi), il castello Aselmeyer (parco Grifeo) e villa Ebe. Fu autore anche di un ardito progetto della prima metropolitana di Napoli.

Il visionario architetto Lamont Young aveva previsto un grande piano di sviluppo del quartiere di Bagnoli. Il progetto del Rione Venezia, che doveva coinvolgere anche i Campi Flegrei, Fuorigrotta, Posillipo e Mergellina, non vide mai la luce al suo posto si avviò la costruzione dello stabilimento siderurgico dell’Ilva

Fu inoltre fondatore dell’Automobile Club di Napoli, il 18 Febbraio 1906, grazie alla sua passione per i motori.

Castello Aselmeyer – Castello Grifeo dei principi di Partanna

Lamont Young, l’uomo che costruiva castelli, scelse un angolo di paradiso tra la collina e il mare, per realizzare uno dei suoi capolavori.

“Castle Lamont”, oggi noto come Castello Aselmeyer, è costruito tra il 1899 e il 1902, nel punto di confluenza tra corso Vittorio Emanuele, le rampe del parco Grifeo e via del Parco Margherita.

Castello Aselmeyer Napoli

Concepito inizialmente come albergo, l’edificio mutò presto destinazione, diventando la residenza privata dell’architetto. Successivamente, fu acquisito dal banchiere Carlo Aselmeyer, che gli conferì il nome attuale.

Il Castello Aselmeyer, o castello Grifeo dei principi di Partanna, viene edificato in stile neogotico, con evidenti richiami all’architettura elisabettiana e tudoresca. Le torri merlate, e le bugne in pietra vesuviana che rivestono l’imponente facciata, evocano le atmosfere delle antiche fortezze medievali.

Il castello è legato alla nobile famiglia siciliana dei Grifeo di Partanna precedenti proprietari dei terreni. I Grifeo ne erano venuti in possesso in quanto eredi di Lucia Migliaccio, duchessa di Floridia e moglie morganatica di re Ferdinando I. La via del parco Grifeo è una tortuosa stradina che dal C.so Vittorio Emanuele porta alla residenza di Lucia.

Nel corso dei decenni gli spazi interni sono stati frazionati, trasformando l’edificio in un condominio. Le due ali squadrate, aggiunte nel secondo dopoguerra, hanno profondamente modificato l’aspetto originale dell’edificio, contrapponendosi alle linee morbide delle torri circolari.

Villa Ebe, il castello di Pizzofalcone

Altra opera famosa di Lamont Young è Villa Ebe, conosciuta ai più come il Castello di Pizzofalcone. Una splendida costruzione in stile neogotico sul fianco del Monte Echia a Monte di Dio. La torre quadrata, con i suoi contrafforti ottagonali e le finestre ad arco, è un punto di riferimento inconfondibile.

Il nome della villa è un tributo alla moglie dell’architetto, Ebe Cortazzi. La donna, di origine siciliana, vi ha dimorato fino al 1976, anche dopo la tragica scomparsa del marito, avvenuta nel 1929. Si narra che l’incompreso artista si tolse la vita, proprio sulla terrazza, con un arma da fuoco.

Lamont Young - Villa Ebe Napoli

Originariamente, il complesso progettato da Young comprendeva due edifici: Villa Ebe, ancora esistente, e una residenza per la famiglia Astarita, distrutta durante la guerra.

Il 6 agosto del 1997 la proprietà passò al Comune di Napoli con l’intenzione di farne un museo dell’architettura Liberty. Purtroppo il progetto è arenato nei meandri della burocrazia.

Dopo aver sfiorato la demolizione per far spazio a un parcheggio, Villa Ebe subì nel 2000 un devastante incendio doloso che ne distrusse quasi completamente gli interni, tra cui la magnifica scala a chiocciola in legno. Oggi, lo scheletro metallico di quest’ultima è un’amara testimonianza di un passato glorioso e di un presente incerto

Una leggenda narra che che un’ombra si aggiri, durante le fredde notti d’inverno, inquieta e veloce sulla terrazza della villa. Si dice sia lo spettro malinconico di Lamont Young deluso dalla vita.