Ultima Modifica il 17 Agosto 2025

All’inizio di via Posillipo, dove la terra incontra il mare con grazia e mistero, si erge Palazzo Donn’Anna, uno dei palazzi più iconici di Napoli. Monumentale, malinconico, leggendario.un edificio che sembra sospeso nel tempo. Ai suoi piedi, due spiagge offrono un’esperienza unica, permettendo di fare il bagno tutto l’anno con una vista mozzafiato sul golfo e sul Vesuvio.

Matilde Serao, nelle sue “Leggende Napoletane”, descriveva il palazzo con parole evocative: “Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre, alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero.”

Storia del misterioso “palazzo a mare” di Anna Carafa

Il maestoso Palazzo prende il nome da Donn’Anna Carafa della Stadera, una delle donne più potenti della sua epoca, consorte del viceré Ramiro Núñez de Guzmán, duca di Medina de las Torres.

In origine, sul promontorio di Posillipo dove oggi si erge il palazzo, si trovava una sontuosa dimora rinascimentale nota come la “Villa delle Sirene”, appartenente al marchese Dragonetto Bonifacio del Sedile di Portanova. Nella prima metà del XVII secolo, la villa passò per eredità ad Anna Carafa, diventando parte della sua ricchissima dote.

Donna Anna, principessa di Stigliano, affascinante e ambiziosa, decise di abbattere l’antica residenza per far erigere un palazzo che riflettesse lo sfarzo, il prestigio e la potenza della sua casata. Affidò l’impresa a uno dei maggiori architetti del barocco napoletano, Cosimo Fanzago, che nel 1640 diede inizio ai lavori.

l progetto era grandioso: il palazzo sarebbe sorto in parte scavato nella roccia tufacea e in parte adagiato su un promontorio proteso verso il mare, che lo bagna su tre lati.

Napoli Palazzo Donn'Anna

L’architettura, ispirata agli edifici che si affacciano sul Canal Grande di Venezia, prevedeva elementi innovativi come un doppio accesso. Uno via mare, che permetteva alle barche di attraccare direttamente all’interno; l’altro via terra, attraverso un cortile raggiungibile dall’odierna via Posillipo, all’epoca percorso dalle carrozze.

Nonostante l’enorme investimento economico e il dispiego di maestranze, il palazzo venne inaugurato ancora incompleto. Eppure, divenne immediatamente un polo di attrazione per la nobiltà napoletana e spagnola.

Tutto sembrava presagire un futuro glorioso, ma poi arrivò l’imprevisto.

Nel 1644, con la morte prematura di Donna Anna, i lavori si interruppero definitivamente. Tre anni più tardi, durante la rivolta di Masaniello (nel 1647) il palazzo è saccheggiato. Subì poi gravi danni a causa del terremoto del 1688.

Secoli di metamorfosi

Nel corso dei secoli, Palazzo Donn’Anna cambiò volto e funzione. Venduto, diviso, ristrutturato e spesso abbandonato, passò di mano in mano, diventando ogni volta qualcos’altro.

Nel 1711 è acquistato dal duca Carlo Mirelli, e nel 1824 trasformato perfino in una fabbrica di cristalli. Nel 1870, la famiglia svizzera Geisser progettò di farne un lussuoso albergo… ma anche quel sogno si infranse.

Alla fine, il destino volle che il palazzo diventasse un semplice condominio privato, abitato da famiglie, artisti e scrittori. Una quotidianità silenziosa che convive con il suo passato glorioso.

Palazzo Donn’Anna, e il Fantasma di Donna Mercedes

Il fascino del palazzo risiede anche nelle storie che si sono intrecciate tra le sue stanze. Si narra che nel Settecento fosse il rifugio di amanti segreti; mentre l’Ottocento lo vide teatro di sedute spiritiche.

Tra le tante storie che avvolgono il Palazzo Donn’Anna, una delle più affascinanti è quella raccontata da Matilde Serao. Nella sua opera “Leggende Napoletane”, pubblicata nel 1891, la celebre scrittrice e giornalista napoletana narra la storia di un’anima tormentata che si aggira tra le stanze del palazzo.

Secondo la leggenda, il fantasma è quello di Donna Mercedes de las Torres, cugina del marito della proprietaria del palazzo. Mercedes si innamorò perdutamente di Gaetano di Casapesenna, l’amante della padrona di casa, e per questo uccisa o lasciata morire per gelosia. Il suo spirito, da allora, è condannato a vagare per l’eternità.

Ancora oggi, nelle notti più buie, la sua sagoma si affaccia dalle logge del palazzo, guardando il mare in attesa di un amore che non farà mai più ritorno.

palazzo Donn'Anna Panorama

La Fondazione Ezio De Felice

Palazzo Donn’Anna per lungo tempo è stato solo un palazzo privato, sino al momento in cui Ezio De Felice e sua moglie Eirene Sbriziolo decidono di aprire lo spazio del teatro al pubblico.

Il teatro di corte, ora sede della Fondazione De Felice, è separato dal mare da tre imponenti arcate. Gran parte del teatro è ricavata direttamente nel banco tufaceo, e si svolge in forma di galleria sul mare, con uno straordinario impatto scenografico con il Vesuvio, la Costiera Sorrentina e Capri.

Le (rare) visite prevedono un percorso che va dai cortili, al teatro di corte; la storia del Palazzo è ricostruita attraverso immagini, foto e slide.

Palazzo Donn’Anna – Largo Donn’Anna, 9, 80123 Napoli.