Ultima Modifica il 21 Ottobre 2020
Non c’è Pasqua a Napoli che non sia accompagnata dall’inebriante profumo della Pastiera napoletana, uno dei dolci più conosciuti e amati in Italia e nel mondo.
Dolce, morbida, dal colore dell’oro e dal profumo inebriante, le sue origini risalgono alla notte dei tempi, a quando il grano cotto e le uova accompagnavano i riti pagani che celebravano la primavera.
Come nasce la Pastiera napoletana?
Secondo una antica leggenda nasce dalle mani della sirena Partenope, abile nell’amalgamare in un’unica delizia i migliori frutti della terra vesuviana. Tre sono gli suoi ingredienti sacri principali: il grano simbolo di ricchezza, le uova emblema di vita, la ricotta ovina immagine di abbondanza.
La versione moderna fu messa a punto in un antico monastero napoletano rimasto ignoto. Sin da subito è entrata far parte delle delizie napoletane come il babà e la sfogliatella.
Per la Ricetta della Pastiera Napoletana basta premunirsi degli ingredienti giusti
Già nel Seicento a Napoli le suore dell’antico convento di San Gregorio Armeno erano reputate maestre nella complessa manipolazione della pastiera, e nel periodo pasquale ne confezionavano in quantità per le famiglie più in vista della città.
L’antica preparazione ha avuto solo nel Novecento un’unica variante. L’aggiunta di una buona crema pasticcera al ripieno di ricotta e uova. L’innovazione, dovuta al dolciere-lattaio napoletano Starace, ha diviso e divide tuttora gli appassionati di pastiera in due scuole di pensiero.
Anche se la si può gustare in ogni periodo dell’anno, la Pastiera mantiene ancora oggi un rapporto privilegiato con la Pasqua.
La pastiera è ancora più buona se mangiata qualche giorno dopo. Per questo motivo, nella tradizione napoletana, si prepara già il venerdì santo, così da essere buonissima per Pasqua con tutti i sapori ben amalgamati. La pastiera viene infornata nel classico ruoto di ferro stagnato o di alluminio. Una volta cotta, essendo fragile e friabile, è meglio lasciarla nello stampo.
Aneddoto
Ferdinando II di Borbone, un re bontempone, aveva sposato Maria Carolina d’Austria che gli stessi sudditi avevano soprannominato «nun redeva maje», la regina che non sorride mai.
Un giorno Maria Carolina, cedendo alle insistenze di Ferdinando, assaggiò una fettina di pastiera e non potè fare a meno di sorridere. Al che il re disse “Per far sorridere mia moglie ci voleva la pastiera, ora dovrò aspettare la prossima Pasqua, per vederla sorridere di nuovo“.
Dunque la Pastiera come dolce capace di strappare il sorriso anche ad una austera regina asburgica.