Ultima Modifica il 2 Maggio 2021
All’ombre della grandiosa piazza del Plebiscito si apre piazza Trieste e Trento, uno slargo piccolo e dalla forma irregolare intorno, e sulla quale, si trovano alcuni monumenti importanti. In questo strategico crocevia della città partenopea confluiscono tre arterie principali: via Toledo, via Chiaia e via San Carlo. (ph @tadamu.g)
Piazza Trieste e Trento
La piazza, che inizialmente si chiamava Largo Santo Spirito, cambia nome in piazza San Ferdinando dalla seicentesca chiesa di San Ferdinando che qui si erge in maniera imponente su uno dei lati della piazza.
La Chiesa, nota anche come “Chiesa degli artisti”, viene eretta dai Gesuiti nel 1636. Nel 1767 con l’allontanamento dei Gesuiti dal regno la chiesa è affidata ai Padri Costantiniani che la dedicano a San Ferdinando in onore del re.
Nel 1919, all’indomani della Prima guerra mondiale, cambia nuovamente nome in piazza Trieste e Trento per onorare la conquista delle due città.
Tra i tanti palazzi monumentali che si trovano ai margini della piazza, troviamo il Teatro San Carlo, il Palazzo Reale, la Chiesa di San Ferdinando e il Palazzo del Cardinale Zapata.
Al centro della piazza, invece, si trova la Fontana del Carciofo, un nome curioso per un monumento. Il carciofo, infatti, è un’ortaggio che non gode di una grande fama estetica.
Sulla piazza Trieste e Trento si affaccia il famosissimo caffè Gambrinus; un locale storico di Napoli nel quale si possono ammirare stucchi, statue e quadri della fine dell’800, realizzate da famosi artisti napoletani.
Fontana del Carciofo
La fontana viene inaugurata il 29 aprile del 1956 dall’allora sindaco di Napoli Achille Lauro; si trattò, però, di un ripiego. Quando il Consiglio Superiore delle Belle Arti bocciò l’ipotesi di trasferire la fontana di Monteoliveto, il sindaco di Napoli diede l’incarico di realizzare ex novo una fontana agli ingegneri Carlo Comite, Mario Massari e Fedele Federico.
Fontana del Carciofo_Ph Irene Mennella
La fontana è composta da due livelli; alla base c’è una grande vasca con al centro una vasca più piccola che sorregge una scultura a forma di corolla floreale. Sui tre lati del monumento ci sono tre coppie di vasi decorati.
Palazzo del Cardinale Zapata
Nel XVII secolo il palazzo è il ricovero temporaneo per gli uffici del Viceregno spagnolo durante la costruzione del Nuovo Palazzo Reale di Napoli. Prende il nome di Palazzo Zapata dal Vicerè Cardinal Antonio Zapata che qui prese dimora tra il 1620 e il 1622.
In origine questo palazzo aveva l’aspetto di un castello con tanto di torri, fossati e ponte levatoio. Le prime trasformazioni vengono effettuate dal Barone Girolamo Sarnelli che qui soggiornò con la sua famiglia tra il 600 e il 700. E’ il medico Domenico Cotugno, verso la fine del secolo XVIII, a occuparsi dell’ennesima restaurazione ispirata ai primi progetti di Carlo Vanvitelli.
Dal 1888 al secondo piano di Palazzo Zapata si trova la Fondazione Circolo Artistico Politecnico, un museo fondato da illustri artisti napoletani, ma poco conosciuto.
Le quattro sezioni del Circolo (Museo, Fototeca, Biblioteca e Archivio Storico) raccolgono opere rappresentative della Napoli otto-novecentesca. A partire dai dipinti di Dalbono, Migliaro, Mercadante, Volpe, De Sanctis, Viti, Irolli e tantissimi altri. Sito web https://www.musapnapoli.it.