Ultima Modifica il 31 Ottobre 2020

Porta San Gennaro, posta tra Decumani, piazza Cavour e borgo dei Vergini, è una dei rari “pertugi” ancora superstiti della città fortificata di Napoli.

Un tempo la città di Napoli e le sue mura erano ricche antiche porte, oggi ne restano solo quattro Porta Capuana, Porta Nolana, Porta San Gennaro e Port’Alba.



Ancora oggi Mostra San Gennaro fa da cerniera tra i Decumani, il centro antico di Napoli, e la città extramoenia. Da qui parte via Fuori Porta S. Gennaro, che attraverso la Sanità permette di raggiungere le catacombe intitolate al Santo patrono (da cui la dedica).

Veniva chiamata Porta del Tufo perché da qui transitavano i blocchi di tufo utilizzati per costruire la maggior parte degli edifici della città.

Porta San Gennaro Napoli

La più antica porta della città, l’unico accesso da nord per la città di Napoli fin dal VIII secolo, ha subito nel tempo alcuni spostamenti per effetto del potenziamento ed ampliamento del sistema difensivo della città di Napoli.

Soltanto nel 1573, in epoca vicereale spagnola, Don Pedro de Toledo fece spostare tutta la struttura dai pressi della Chiesa del Gesù nel sito attuale. Con l’ultimo “trasferimento” la porta perse le due maestose torri fortificate che la fiancheggiavano e venne inglobata nel complesso edilizio circostante.

Oltre al valore architettonico-urbanistico la Porta di San Gennaro è conosciuta per l’edicola affrescata da Mattia Preti, nel 1656, come ex voto al termine di un’epidemia di peste.

Mattia Preti a Porta San Gennaro a Napoli

Nel 1656, al termine di una violentissima epidemia di peste, il Consiglio degli Eletti di Napoli deliberò che su tutte le porte cittadine fossero dipinte immagini votive in segno di ringraziamento per lo scampato pericolo dalla pestilenza.

L’esecuzione delle opere fu affidata (imposta) a Mattia Preti. Il pittore infatti era giunto nella nostra città solo perchè in fuga da Roma dopo aver ucciso un uomo durante una rissa; per avere salva la vita dovette venire a patti con il vicerè di Napoli e affrescare contro la sua volontà le porte della nostra città.

Porta San Gennaro, San Gaetano

Dei sette affreschi per le sette porte napoletane, quello di porta San Gennaro è l’unico sopravvissuto.

Quello di porta San Gennaro mette in scena la Vergine Immacolata con il Bambino in braccio, affiancata da san Gennaro in paramenti vescovili con l’ampolla di sangue tra le mani, e da San Francesco Saverio con il dito puntato verso il cartiglio con la scritta: S. FRANCISCUS XAVE… PATRONUS. In secondo piano c’è Santa Rosalia in abito monacale  con una ghirlanda di rose che la incorona. La Vergine e i Santi implorano intercedono per la fine della peste.

L’affresco di Mattia Preti non è la sola testimonianza della devozione del popolo napoletano. Sul lato interno della porta c’è un busto di San Gaetano realizzato da Bartolomeo Mori; fu collocato su desiderio dei padri teatini (1659).

La Vergine, in una nicchia ai piedi di Porta San Gennaro, fu realizzata nel 1887 come ex voto per la scampata epidemia di colera.

Segnaliamo che appena passata Porta San Gennaro c’è la splendida chiesa del Gesù delle Monache.