Ultima Modifica il 6 Dicembre 2020

Le Zeppole di San Giuseppe, uno dei dolci tipici della pasticceria partenopea, vengono generalmente preparate il 19 marzo in onore di San Giuseppe e della Festa del papà. Non disperate, a Napoli è possibile gustarle quasi tutto l’anno.

Napoli inventò le zeppole, tutta Italia se ne leccò le dita”, scrive Giovanni Bideri nel suo libro “Passeggiata per Napoli e contorni”.

La storia, infatti, attribuisce a Napoli la paternità della Zeppola di San Giuseppe, la prima ricetta scritta si trova infatti nel trattato di cucina del gastronomo napoletano Ippolito Cavalcanti ed è datata 1837.

Le zeppole sono fritte, anzi, due volte fritte! Ma per buona pace di quelli che solo a sentir parlare di fritto vengono assaliti da improvvisi attacchi di panico, c’è anche la versione al forno (meno calorica).

Zeppole di San Giuseppe

Fritta o al forno è una delizia, per la sua preparazione ci vogliono pochi ingredienti: farina, zucchero, uova, burro, olio d’oliva, crema pasticcera, zucchero a velo e amarene sciroppate per la decorazione. Se vuoi cimentarti nella preparazione scopri la Ricetta delle Zeppole di San Giuseppe.

Zeppole di San Giuseppe, la leggenda

Zeppole di San Giuseppe – Bignè di pasta choux farciti con crema pasticcera e decorato con amarene e zucchero a velo.

Come spesso succede, la nascita delle zeppole di San Giuseppe è avvolta nel mistero. Una leggenda di natura cristiana, fa risalire la sua nascita alla fuga in Egitto della Sacra famiglia.

Si racconta che San Giuseppe, per mantenere Maria e Gesù, affiancò al mestiere di falegname quello di friggitore e venditore ambulante di frittelle; divenendo così il patrono di tutti i ‘frittaroli’.

Come la maggioranza dei dolci napoletani la versione moderna di questi deliziosi dolci nasce dalla laboriosità delle suore della chiesa di San Gregorio Armeno. Successivamente venne resa “laica” ad opera di Pasquale Pintauro, che ebbe l’idea di friggerle sul marciapiede dinanzi alla sua pasticceria nel giorno di San Giuseppe.