Ultima Modifica il 24 Novembre 2020

Siete golosi? Anche noi lo siamo. In questo articolo ci siamo focalizzarmi su un itinerario goloso che segue il dolce profumo di struffoli, pastiera, sfoglietelle, babà, e tanto cioccolata



I dolci da assaggiare a Napoli

Stuffoli

La prima delizia che merita l’assaggio, sono gli struffoli; un dolce tipico del periodo natalizio, il cui antico nome struggolos, (corpo tondeggiante) li fa risalire addirittura ai tempi della Palepoli greca.

Le suore partenopee avevano l’abitudine di preparare questi dolcetti speciali per offrirli, a Natale, alle famiglie nobili che avevano fatto offerte di carità per il sostentamento delle strutture religiose e della vita di chi le abitava.

Dolci di Napoli - Gli Struffoli

Babbà

Il tour tra i dolci di Napoli continua con il golosissimo babà, un dolce dalle origini reali diventato simbolo universale della pasticceria napoletana. Pare sia stato inventato nel XVIII secolo dal re polacco Stanislao I Leszczynski, celebre per il suo gusto gastronomico.

Pastiera

Senza dimenticare la pastiera il dolce pasquale per eccellenza. Una prelibatezza nata all’ombra del convento di San Gregorio Armeno. 

Tre sono i suoi ingredienti sacri principali: il grano simbolo di ricchezza, le uova emblema di vita, la ricotta ovina immagine di abbondanza del gregge.

Dolci di Napoli - La Sfogliatella

Sfogliatella

Ma a dividere Napoli è la scelta della famosa Sfogliatella nelle sue due possibili varianti, riccia e frolla.

Due gusti, due scuole di pensiero e da tempo la scelta rimane ardua! 

Fu Pasquale Pintauro nel 1818, titolare di un’osteria in Via Toledo, a rivisitare la ricetta fino ad allora elabborata nel convento di Santa Rosa a Conca dei Marini.

Ministeriale

Più giovane, invece, è l’origine del Ministeriale (risale ai primi anni dell’Unità d’Italia).

Un squisito medaglione di cioccolato fondente ripieno di crema, inventato da Francesco Scaturchio per rendere omaggio alla sciantosa Anna Fougez, detta l’Aristocratica.

Zeppole di San Giuseppe

L’itinerario goloso non si può che concludere con la Zeppola di San Giuseppe, altra invenzione nata in un convento, quello di Santa Patrizia.

La sua origine risale al XVI secolo quando in Europa arrivò lo zucchero. È preparata sia fritta che al forno ed è farcita di crema e amarena, simbolo della festa di San Giuseppe il 19 marzo.

Zeppola di San Giuseppe

Gay Odin, il regno del cioccolato

Fra pastiere, sfogliatelle e babà, trova il suo posto anche la cioccolata e i cioccolatini.

Fra i marchi che hanno fatto la storia del cioccolato partenopeo c’è Gay Odin (Via Vetriera 12).

Qui si possono gustare la squisita foresta al latte, le ghiande con gianduia, le lacrime d’amore e i mitici nudi.

Una “dolce sosta” immersi nel profumo intenso e penetrante del cacao.

Dolci di Napoli - Gay Odin

E dopo tanti dolci non può mancare una sosta per bere un buon caffè, vero e proprio culto napoletano, a cui sono legati aneddoti, poesie partenopee.

Tra i santuari della tazzulella sosta obbligata è il caffè Gambrinus (Via Chiaia, 1/2), nel suo inconfondibile stile liberty.

Mentre in Piazza Bellini c’è Intra Moenia, caffè letterario ed emeroteca.

Di seguito le migliori pasticcerie napoletane, consigliate da chi le ha testate

BELLAVIA – Via Onofrio Fragnito, 82 – Storica pasticceria napoletana dalle origini siciliane;
CARRATURO – Via Casanova 97 – le sfogliatelle, i babà, le meringhe, le pastiere e i roccocò di Carraturo sono leggendari;
F.LLI ATTANASIO – Vico Ferrovia, 1-4 – Uno dei punti di riferimento sia per le sfogliatelle che per i babà;
PINTAURO– Via Toledo 275 – Una delle più antiche di Napoli;
SCATURCHIO – Piazza S. Domenico Maggiore, 19 – Forse la pasticceria più rinomata di Napoli.