Ultima Modifica il 26 Novembre 2023

Nel punto più alto della salita Pontecorvo (tra piazza Mazzini e piazza Dante), sorge la chiesa di Gesù e Maria. Un gioiello partenopeo riscoperto grazie agli sforzi profusi dall’Associazione di Promozione Sociale Euforika Napoli.



C’è stato un tempo, tra il Seicento e il Settecento, in cui l’area dove sarebbe poi sorta la chiesa, era un luogo di caccia. Fu proprio qui che la ricca e potente famiglia dei Pontecorvo costruì il palazzo di famiglia, che diede poi il nome a tutto il borgo ed alla strada.

Il progetto fu affidato a Domenico Fontana che decise di conferire alla chiesa una facciata con due campanili. Una soluzione già adottata a Roma, dove il grande architetto aveva appena lavorato.

Gesù e Maria, un pò di storia

Il complesso monumentale di Gesù e Maria, composto da un convento (oggi adibito ad ospedale) e una chiesa, nasce nel 1580 su un suolo donato da Ascanio Coppola al padre Domenicano Paolino Bernardini.

Solo pochi anni più tardi, e per concessione di lasciti e rendite di Ferdinando Caracciolo, conte di Biccari e duca d’Airola, la chiesa è  ampliata.

Chiesa Gesu e Maria Napoli

Il progetto di ampliamento viene affidato a Domenico Fontana, che lo rimaneggiò secondo lo stile barocco, in voga all’epoca. Nasce così il convento più grande del borgo del Limpiano.

Nel 1812 il domenicani sono espulsi e l’intera struttura cadde nella trascuratezza. Nel 1863 il vicino convento viene trasformato in ospedale, mentre la chiesa è affidata alla Congrega di Sant’Andrea dei calzettai di lana.

Il terremoto del 1980 rese definitivamente inagibile l’edificio di culto. La chiesa è di nuovo agibile e aperta al pubblico grazie all’associazione Euforika (euforikanapoli.it), che dal 2017 l’ha presa in concessione dalla Curia partenopea. Con loro anche l’Associazione Locus Iste.

La Chiesa

La facciata è fiancheggiata da due classici campanili cosi come la facciata della chiesa dei Girolamini nell’omonimo largo ai Tribunali.

Alla chiesa vi si accede per mezzo di una gradinata cinquecentesca, il portone è sormontato da un timpano con un busto seicentesco della Madonna col Bambino.

Al suo interno si presenta a navata unica, con cinque cappelle per lato, e un ampio spazio absidale tipico delle chiese della Controriforma.

Chiesa Gesu e Maria Napoli

Tra le meraviglie interne salvate ai saccheggi, c’è l’altare maggiore di Giuseppe Gallo mentre la balaustra è opera dei fratelli Bartolomeo e Pietro Ghetti.

Ai suoi lati il sepolcro della nobildonna Isabella Guevara, disegnato da Dionisio Lazzari e scolpita da Aniello Falcone, e il sepolcro di Emilia Carafa.

Nella prima cappella di sinistra si scoprono gli affreschi di Bernardo Azzolino ritraenti le Storie di San Raimondo di Peñafort, uno dei primi santi dell’ordine domenicano. Sempre di Azzolino l’Adorazione dei Magi, la Strage degli Innocenti, Il Battesimo di Gesù e la Pietà nella seconda cappella di destra.

Nell’abside è collocata una grande tela di Paolo De Majo (1742) raffigurante il San Vincenzo Ferrer, detto ‘O Monacone, che compie il miracolo. E’ Compatrono di Napoli e Patrono del Quartiere Sanità. La sua statua è conservata nella Basilica di Santa Maria della Sanità.