Ultima Modifica il 26 Novembre 2023

Nel cuore del Centro Storico di Napoli, si trova la basilica di San Domenico Maggiore. Con l’attiguo Convento, è uno dei più grandi e importanti complessi religiosi della città. Visitarli è suggestiva esperienza che attraversa 8 secoli tra arte, storia e cultura.

L’ordine dei Frati Predicatori di San Domenico Maggiore ha recentemente riorganizzato la sua offerta culturale creando un nuovo museo a Napoli. Leggi il nosto post DOMA, il Museo dell’Opera San Domenico Maggiore .




La cittadella dei frati domenicani, che domina l’omonima piazza partenopea, la si scopre lungo la famosa Spaccanapoli. Qui soggiornarono, in veste di maestri o di semplici alunni, alcuni fra i più grandi nomi della storia della filosofia come San Tommaso d’Aquino, Giordano Bruno e Tommaso Campanella.

Una volta varcato l’ingresso della chiesa vi attendono innumerevoli opere d’arte sia scultoree che pittoriche di Cosimo Fanzago, Caravaggio, Michelangelo, Tino di Camaino, Raffaello, Luigi Vanvitelli, Domenico Vaccaro, Giuseppe de Ribera, e una moltitudine di altri artisti noti e meno noti.

La chiesa custodiva, fino a qualche anno fa, la celebre Flagellazione del Caravaggio, oggi al museo di Capodimonte, mentre è ancora visibile la copia realizzata da Andrea Vaccaro. Da ammirare anche un rarissimo Salvator Mundi di scuola leonardesca.

Cenni storici

La fondazione del Complesso Monumentale di San Domenico Maggiore, la casa madre dei domenicani nel regno di Napoli, è voluta da re Carlo II d’Angiò per un voto fatto alla Maddalena durante la prigionia patita nel periodo dei vespri siciliani.

L’appoggio degli Angioini e delle varie dinastie regnanti a Napoli, permise ai Domenicani di realizzare, uno dei complessi monastici più vasti e più ricchi della città.

Obelisco di San Domenico Napoli

La prima pietra viene posta il 6 gennaio del 1283 inglobando la chiesa di San Michele Arcangelo a Morfisa, il cui portale è ancora visibile accanto l’abside di San Domenico.

Malgrado i lavori si protraggono fino al 1324, la chiesa viene consacrata già nel 1255 per volere di papa Alessandro IV. Come attestato da una lapide posta alla destra dell’ingresso principale.

Alfonso il Magnanimo creò nel 1442 la la scenografica Piazza San Domenico Maggiore con al suo centro l’obelisco. Ex voto dei napoletani per un’epidemia di peste scongiurata nel 1656.

I sovrani Aragonesi elevarono la chiesa di San Domenico a pantheon dinastico. Nella Sagrestia, infatti, si possono ammirarne le loro sepolture, .

Chiesa di San Domenico Maggiore

La chiesa, che ha incorporato una preesistente edificio del X secolo a.C., ha subito vari rimaneggiamenti nell’arco dei secoli. Al suo interno si presenta con una pianta a croce con tre navate sostenute da alti pilastri e un ampio transetto e l’abside poligonale.

Un soffitto a cassettoni fa bella mostra di sé sopra le teste dei fedeli. Al centro, in bella evidenza, si trova lo stemma dei domenicani e ai quattro angoli le armi della casa d’Aragona e la corona spagnola. Impressionante il grande organo dotato di ben 1.640 cannerealizzato dai maestri liutai napoletani.

San Domenico Maggiore Napoli Interno

Lateralmente si possono ammirare ben 27 cappelle. La Cappella degli affreschi o “Brancaccioaffrescata da Pietro Cavallini (1309), merita particolare attenzione perché è l’unica a conservare un ciclo di affreschi risalente all’epoca angioina. 

Il Cappellone del Crocefisso, sorta di pantheon della famiglia Carafa, conserva, oltre a preziose opere pittoriche, una riproduzione dell’originale tavola duecentesca del Crocefisso (oggi conservato in convento) che secondo la tradizione, nel 1273, avrebbe parlato a San Tommaso d’Aquino.

I vari interventi subiti nei secoli successivi, a causa di incendi e numerosi terremoti, mutano l’originale stile gotico provenzale, da cui provenivano gli Angioini. Con il restauro ottocentesco di Federico Travaglini e Domenico Vaccaro la chiesa acquisisce un gusto barocco che ricopre la sua originaria pelle gotica.

Sotto il piano di calpestio della Chiesa, si scopre la Cripta dei Carafa di Roccella annessa alla cappella del Rosario appartenuta alla potente famiglia napoletana. Comunica con la Terra Santa dei Frati Predicatori, un ambiente straordinario dove era praticato il rito della doppia sepoltura.

La Sagrestia, affrescata da Francesco Solimena, custodisce le cosiddette Arche aragonesi. 45 feretri, ricoperti di sete, broccati o altre stoffe preziose, contenenti le spoglie dei Re Aragonesi e di personaggi come Don Ferrante d’Avalos, marito di Vittoria Colonna, che vinse e catturò a Pavia Francesco I di Valois.

San Domenico Maggiore, Napoli

Nella seicentesca Sala degli Arredi Sacri, un tempo conosciuta come “Sala del Tesoro”, sono conservati oggetti sacri di grande valore storico. Nonché preziosi abiti dei sovrani e dei nobili napoletani rinvenuti nelle tombe presenti nella vicina Sagrestia.

Gli ingressi per accedere alla maestosa Basilica sono tre. Quello principale si trova lungo Vico San Domenico, sul lato destro della struttura. È consigliabile scegliere questa opzione se non si vuole perdere l’effetto del maestoso ingresso della chiesa.

Altri due ingressi sono presenti nell’omonima piazza, di fronte all’obelisco di San Domenico. La prima, sotto un balcone quattrocentesco, è chiusa al pubblico, mentre la seconda conduce, tramite un enorme scalinata, al transetto laterale della chiesa.

Il Convento

Al convento, restaurato nel 2012 sullo stile originario degli inizi del 1200, vi si accede da Vico San Domenico e si sviluppa su tre piani.

Qui si scoprono la sala del Refettorio, la Sala del Capitolo, la Sala della Biblioteca, le celle dei padri domenicani e  il Corridoio di San Tommaso D’Aquino e la sua cella.

Curiosità – il convento ha ospitato anche la cella di Cutolo durante il suo processo. Fino agli anni ‘90 infatti, la struttura ospitava le aule dell’ex Corte d’Assise.

Visitare la Chiesa di San Domenico Maggiore

Indirizzo: Piazza San Domenico Maggiore, 8 – 80134, Napoli
Orari di apertura: Mar-Gio e Dom: 9:30-12. Ven-Sab: 9:30-12 / 16:30-19. Lunedì chiuso.
L’ingresso e la visita della Basilica di San Domenico Maggiore sono aperti liberamente al pubblico. La visita guidata alla Sagrestia e al Complesso Museale sono a pagamento.

Info e prenotazioni: DOMA il Museo dell’Opera di San Domenico Maggiore E-Mail domanapoli@gmail.com.