Ultima Modifica il 11 Ottobre 2020

Capo Miseno è la punta estrema dei Campi Flegrei, da qui si gode di uno dei panorami più incredibili della Campania.

Questo luogo magico alle porte di Napoli è legato alla tragica fine di Miseno, compagno di Enea, invidiato dagli Dei per la sua particolare abilità.



Il promontorio, da cui svetta il faro di Capo Miseno, si apre su due litorali, uno sabbioso che guarda Ischia e Procida, l’altro tufaceo guarda nel Golfo di Pozzuoli e sul Vesuvio mentre sul lato interno si affaccia sul piccolo lago omonimo (detto Maremorto).

Dove mito e storia si fondono

La frazione del comune di Bacoli, deve il suo nome a Miseno, figlio di Eolo (dio del vento), e trombettiere dell’esercito troiano.

La sua storia è narrata nel VI libro delľ’ Eneide, il capitolo che racconta il viaggio di Enea per incontrare la Sibilla Cumana.

Un giorno, mentre la flotta di Enea era ormeggiata lungo le coste della Campania, Miseno si vantò di suonare meglio di chiunque di altro. Il dio Tritone che, come Miseno, suonava la conchiglia, lo punì del suo orgoglio precipitandolo in mare dove annegò.

Il suo corpo venne seppellito da Enea sotto ad un enorme cumulo di terra (Capo Miseno per l’appunto), quasi a voler ricreare una grandiosa tomba in memoria dell’eroico compagno.

Miseno - Campi Flegrei

Oltre alle leggende ed ai miti che rendono questo luogo ancor più affascinante, Miseno, merita di essere visitata.

Nonostante la forte urbanizzazione non mancano tracce dell’Impero Romano, come il Sacello degli Augustali, situato a breve distanza dal Teatro Romano.

I vari ritrovamenti sono attualmente esposti al Museo archeologico dei Campi Flegrei di Baia situato nel castello Aragonese di bacoli.

Miseno fu un luogo assai ricercato per la villeggiatura degli antichi romani ed acquistò particolare importanza durante l’impero in quanto la rada e il lago erano la sede della flotta imperiale.

Capo Miseno - Campi Flegrei

Fu proprio l’imperatore Augusto che qui trasferì la Classis Misenesis, la flotta pretoria fino ad allora stanziata nel Portus Iulius a Pozzuoli.

Qui vi morì l’imperatore Tiberio, e sempre qui fu mandato in esilio il giovane Romolo Augustolo, l’ultimo degli imperatori romani, deposto da Odoacre.

A Miseno si trovava anche Plinio, comandante della flotta imperiale, quando scoppiò la terribile eruzione del 69 d. C. che gli costò la vita.

Capo Miseno oggi

Miseno è oggi una frequentatissima località balneare con un suggestivo promontorio con un faro che ha il compito di vegliare sul golfo di Pozzuoli e il canale di Procida.

Miliscola - Capo Miseno

Su Capo Miseno si trovano anche:

  • la Torre Bassa, una delle 366 torri Vicereali di avvistamento del Regno di Napoli;
  • casematte e fortificazioni tedesche relative alla II Guerra Mondiale;
  • le grotte degli ex-contrabbandieri e un Ninfeo Romano sul versante costiero orientale.

Ai suoi piedi si trova la spiaggia di Miliscola, uno dei litorali balneari più apprezzati delle coste flegree è quello bacolese.

Per accedere alla cima di Capo Miseno si attraversa prima una galleria moderna che termina su una terrazza nei pressi del faro, da qui partono due sentieri panoramici. Nella parte ovest c’è un’ insenatura raggiungibile solo dal mare, chiamata Cala Moresca.

Come arrivare

Cumana – linea Napoli-Torregaveta, fermata Baia, da qui ci sono degli autobus.
Automobile – da Napoli si segue tangenziale direzione Pozzuoli, uscita numero 14 Pozzuoli-Arco Felice-Bacoli.