Ultima Modifica il 23 Ottobre 2023

Da Capo Miseno, la punta estrema dei Campi Flegrei, si gode di uno dei panorami più incredibili della Campania.

Questo luogo magico alle porte di Napoli è legato alla tragica fine di Miseno, compagno di Enea, invidiato dagli Dei per la sua particolare abilità.



Il promontorio, da cui svetta il faro di Capo Miseno, si apre su due litorali, uno sabbioso che guarda Ischia e Procida, l’altro tufaceo guarda nel Golfo di Pozzuoli e sul Vesuvio mentre sul lato interno si affaccia sul piccolo lago omonimo (detto Maremorto).

Dove mito e storia si fondono

La frazione del comune di Bacoli, deve il suo nome a Miseno, figlio di Eolo (dio del vento), e trombettiere dell’esercito troiano. La sua storia è narrata nel VI libro delľ’ Eneide, il capitolo che racconta il viaggio di Enea per incontrare la Sibilla Cumana.

Un giorno, mentre la flotta di Enea era ormeggiata lungo le coste della Campania, Miseno si vantò di suonare meglio di chiunque di altro. Il dio Tritone che, come Miseno, suonava la conchiglia, lo punì del suo orgoglio precipitandolo in mare dove annegò.

Il suo corpo venne seppellito da Enea sotto ad un enorme cumulo di terra (Capo Miseno per l’appunto), quasi a voler ricreare una grandiosa tomba in memoria dell’eroico compagno.

Miseno - Campi Flegrei

Faro e il sentiero di Capo Miseno

Oltre alle leggende ed ai miti che rendono questo luogo ancor più affascinante, Miseno, merita di essere visitata.

Non esitate a fare la passeggiata, tra antichi ruderi e masserie, fino alla terrazza dominata dal faro di Capo Miseno – collocato sul ciglio di una parete tufacea alta 65 metri. I vostri occhi si poseranno su tutta la bellezza del Golfo di Napoli e del canale di Procida. Da qui parte un sentiero naturalistico poco conosciuto che si arrampica fino alla sommità dell’edificio vulcanico (164 m slm).

I Faro fu costruito nel XIX secolo li dove un tempo, per volere dei Vicerè di Napoli, fu fatta costruire una delle 366 torri che consentivano alla popolazione di difendersi dai numerosi attacchi dei Saraceni. Il faro ottocentesca, distrutto in seguito ai bombardamenti aerei della seconda guerra mondiale, è stato ricostruito nel 1948.

Ai suoi piedi si trova la spiaggia di Miliscola, uno dei litorali balneari più apprezzati delle coste flegree è quello bacolese. Nella parte ovest c’è un’ insenatura raggiungibile solo dal mare, chiamata Cala Moresca.

Miliscola - Capo Miseno

Miseno è stato un luogo assai ricercato per la villeggiatura degli antichi romani ed acquistò particolare importanza durante l’impero. Fu proprio l’imperatore Augusto che qui trasferì la Classis Misenesis, la flotta pretoria fino ad allora stanziata nel Portus Iulius a Pozzuoli.

Qui vi morì, il 16 Marzo del 37 d.C.l’imperatore Tiberio; è sempre da Monte di Procida che Plinio il Vecchio, nel 79 d.C., descrive la famosa eruzione del Vesuvio.

Nonostante la forte urbanizzazione non mancano ruderi di epoca romana e un Ninfeo romano in una grotta scavata nella roccia tufacea di Capo Miseno. I vari ritrovamenti sono attualmente esposti al Museo archeologico dei Campi Flegrei di Baia situato nel castello Aragonese di bacoli.

Come arrivare

Per accedere alla cima di Capo Miseno si attraversa prima una galleria moderna che termina su una terrazza nei pressi del faro, da qui partono due sentieri panoramici.

Cumana – linea Napoli-Torregaveta, fermata Baia, da qui ci sono degli autobus.
Automobile – da Napoli si segue tangenziale direzione Pozzuoli, uscita numero 14 Pozzuoli-Arco Felice-Bacoli.