Ultima Modifica il 6 Dicembre 2020
Il misterioso Antro della Sibilla Cumana, vicino Napoli, è senza dubbio uno dei luoghi più affascinanti dei Campi Flegrei.
Addentrarsi nei cunicoli della grotta, che è stata un tempo la casa della Sibilla Cumana,è un’emozione che non potete lasciarvi scappare.
Antro della Sibilla Cumana
L’antro della Sibilla, nel Parco Archeologico di Cuma, pare sia stato realizzato tra il VII ed il VI secolo a.C.Periodo in cui gli Eubei, già stanziatisi a Pithecusae (Ischia), fondarono Cuma. La grotta venne scoperta nel 1932 dall’archeologo Amedeo Maiuri.
Si narra che re, grandi eroi o semplici paesani si recassero in questo luogo per ottenere risposte a grandi e piccoli dilemmi o semplicemente per conoscere il volere degli Dèi. Le profezie della Sibilla Cumana erano infatti considerate verità assoluta.
Il primo a parlare di questo posto magico e leggendario è stato il sommo poeta latino Virgilio . Nel VI libro dell’Eneide l’autore narra dell’incontro di Enea e della Sibilla e la discesa agli inferi che Virgilio colloca nel vicino Lago d’Averno.
La Sibilla Cumana, il più famoso oracolo del mondo antico, è una figure realmente esistita. Nella tradizione le Sibille per entrare nello stato di trance profetico masticava foglie di alloro (albero sacro ad Apollo) oppure sedeva vicino a una spaccatura del terreno e aspirava gli intossicanti fumi vulcanici che ne uscivano.
La leggenda della Sibilla
La leggenda vuole che Sibilla, una giovane vergine che aveva il dono della preveggenza, svolgesse la sua attività di oracolo in una caverna sul sito dell’antica città di Cuma.
Il mito racconta che il dio Apollo, colpito dalla sua avvenenza, si innamorò a prima vista della bella fanciulla e per conquistarla le promise che avrebbe esaudito ogni suo desiderio.
La giovane si piegò al volere del dio a una sola condizione: Vivere tanti anni quanti erano i granelli che avrebbe stretto nel pugno di una mano. La fanciulla trascurò, tuttavia, di domandare al dio anche l’eterna giovinezza.
Fu così che invecchiò sempre di più fino a scomparire. Di lei rimase solo la voce.
La struttura
Alcuni archeologi pensano che la galleria altro non era che un tunnel difensivo che doveva collegare Cuma agli altri punti militari strategici della costa.
Entrando nello stretto cunicolo che porta alla sala dell’oracolo non si riesce a scorgere la fine del percorso, sensazione che riesce a donare una sorta di sacralità alla misteriosa struttura.
L’antro di Cuma, un lungo corridoio trapezoidale di 131 metri di matrice greca, è dotata di numerose aperture laterali da cui entra la luce. Nei bracci trasversali sono ricavate alcune cisterne, che raccoglievano le acque piovane attraverso un sistema di canalizzazione.
La galleria principale termina in un vestibolo contenente un paio di sedili scavati nella roccia e al di là di essi una camera a volta. Forse i visitatori della Sibilla si sedevano in attesa di consultarla mentre la profetessa vaticinava nascosta dalla porta che separava in origine il vestibolo dal tempio interno.
In età paleocristiana la camera terminale fu riutilizzata come luogo di culto e le cisterne come luogo di sepoltura.
L’antro della Sibilla si trova oggi all’interno del Parco Archelogico di Cuma, l’antica colonia greco-romana nel cuore dei Campi Flegrei. E’ facilmente raggiungibile da Napoli.
Parco Archeologico di Cuma
Indirizzo: via Monte di Cuma 3 – Bacoli
Orario di Apertura: Aperto tutti i giorni dalle ore 09.00 fino ad un’ora prima del tramonto.