Nella storica Reale Pontificia Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, a Napoli, un capolavoro scultoreo ha ritrovato la sua antica magnificenza. Il restauro ha riportato all’antico splendore il monumento funebre di Don Pedro de Toledo y Zúñiga (1484-1553) e di sua moglie, Donna Maria Osorio y Pimentel marchesa di Villafranca. I lavori hanno esaltato la bellezza e la ricchezza dei dettagli di quest’opera.

La chiesa, nata per volere del viceré spagnolo Don Pedro de Toledo, è fondata nel 1540 per affiancare un ospedale già esistente. Un’istituzione nata per volere di alcuni nobili spagnoli e dedicata alla cura dei più poveri.

Oggi la chiesa è inglobata nel Palazzo San Giacomo, l’attuale sede del Comune di Napoli. La basilica, riconosciuta come chiesa nazionale di Spagna, è di proprietà della Reale Arciconfraternita del Monte del Santissimo Sacramento dei Nobili Spagnoli.

Al suo interno, un ricco patrimonio artistico attende i visitatori, con opere di grande valore realizzate da maestri come Giordano e Vaccaro.

Un Restauro D’eccellenza

I lavori di restauro sono stati resi possibili grazie al mecenatismo del Capri Group, sostenitore dell’Associazione Friends of Naples. L’intervento, curato con maestria dai restauratori Francesco Esposito e Diego Ferrara de L’officina restauro, ha riportato alla luce lo splendore originale dell’opera.

Un’Opera d’Arte e le Sue Curiosità

Voluto dal viceré in persona e commissionato a uno dei più grandi scultori del suo tempo, Giovanni Merliano da Nola, tra il 1550 e il 1570, quest’opera d’arte cela una storia ricca di ironia.

Sebbene l’imponente sarcofago fosse stato creato per accogliere le spoglie del viceré, il destino gli ha riservato un finale diverso. Don Pedro, infatti, morì prima del completamento dell’opera, e fu sepolto nel duomo di Firenze, lontano da Napoli.

Per un beffardo scherzo del destino, il magnifico sepolcro, testimonianza del suo potere e del prestigio della sua casata, rimase vuoto. O quasi. Si narra che, al suo posto, vi trovò riposo il figlio García, rendendo questo capolavoro un monumento alla famiglia, ma non al suo committente originario.

Dettagli del Monumento

Il sepolcro è un vero e proprio trionfo di arte e simbolismo.

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Monumento funebre di Don Pedro de Toledo y Zúñiga e di sua moglie, Donna Maria Osorio y Pimentel marchesa di Villafranca

Il Sarcofago di marmo è a forma quadrata, con un basamento decorato e con quattro capitelli corinzi. Ai quattro angoli, quattro statue allegoriche simboleggiano le virtù cardinali: temperanza, prudenza, fortezza e giustizia.

Nella parte superiore sono invece poggiate due statue inginocchiate: don Pedro e donna Maria Osorio y Pimentel, tra loro un elmo piumato.

Tre bassorilievi narrano episodi storici legati al potere imperiale e vicereale. La Battaglia di Otranto (1538) a sinistra, la Vittoria di Baia (1544) contro il corsaro Barbarossa a destra e la scena dei festeggiamenti per l’imperatore Carlo V del 1535 nella parte posteriore. Al centro, un’iscrizione dedica l’opera proprio a Carlo V, dove compare raffigurato anche lo stesso don Pedro.

Chi era Don Pedro de Toledo

Don Pedro Álvarez de Toledo y Zúñiga (Salamanca, 13 luglio 1484 – Firenze, 22 febbraio 1553) fu marchese consorte di Villafranca del Bierzo e dal 1532 al 1553 viceré di Napoli per conto di Carlo V d’Asburgo.

Sotto la sua amministrazione, il più lungo di tutto il periodo vicereale ispanico, sono intraprese grandi opere pubbliche e difensive nella capitale e nelle province.

Fece aprire la nuova via Toledo con la zona adiacente dei Quartieri Spagnuoli e restaurare la Crypta Neapolitana. Rese colti­vabili molte zone paludose e facilitò le fondazioni assistenziali collegate alle istituzioni religiose. L’amministrazione della giustizia è centralizzata con lo spostamento delle Corti nell’edificio di Castel Capuano, detto la “Vicaria”. Dal punto di vista militare, invece, fece costruire numerose torri di vedetta lungo le coste e restaurare Castel Sant’Elmo e il Castello Aragonese di Baia.

Dopo vent’anni di governo napoletano don Pedro da Toledo è inviato dall’Imperatore Carlo V, nel 1553, a mediare con i rivoltosi della Repubblica Pisana. Paralizzato da un attacco d’asma, rimase a Palazzo Vecchio per un mese, fino alla sua morte, il 22 febbraio 1553.

La figlia Eleonora, sposa di Cosimo I de Medici, lo fece seppellire nel Duomo della città medicea. Fu cosi che il sepolcro, realizzato nella chiesa di S. Giacomo degli Spagnoli di Napoli, rimase vuoto.

Info – Basilica di San Giacomo degli Spagnoli, Napoli – piazza Municipio, 29