Ultima Modifica il 29 Settembre 2022

Ogni grande città che si rispetti ha una strada rappresentativa, quella di Napoli è Via Toledo. Viene aperta da Don Pedro de Toledo (da qui il nome) il Vicerè spagnolo che risanò l‘edilizia cittadina durante la prima metà del 500.

Non siamo su una strada qualsiasi ma su una delle principali arterie della città di Napoli che da Piazza Dante ci conduce dritto dritto fino a Piazza Trieste e Trento.



Via Toledo, un pò di storia

Contesto storico. Nel 1503 si inaugura il lungo periodo di Vicereame Spagnolo. Per oltre due secoli Madrid nominerà dei vicerè per governare l’antico regno Normanno e la città di Napoli. Scopri La storia di Napoli, capitale del Sud Italia.

Per decisione dell’illuminato di Don Pedro Alvarez de Toledo y Zuniga (vicerè di napoli dal 1532 al 1553) vennero intraprese grandi opere pubbliche, via Toledo è una di queste.

La strada di Toledo, commissionata nel 1536 agli architetti Giovanni Benincasa Ferdinando Manlio, permise di collegare il Largo del Mercatello ( piazza Dante) e il Foro Regio (odierna Piazza del Plebiscito). Permise inoltre di incanalare il famigerato “Chiavicone”, un’enorme fogna a cielo aperto che da Montesanto incanalava verso il mare le acque reflue provenienti dalla collina vomerese.

Via Toledo, impressione di pioggia , Carlo brancaccioVia Toledo, impressione di pioggia. Carlo Brancaccio, Collezione Palazzo Zevallos di Stigliano.

La strada che ne nacque fu un vero successo tanto che nel corso degli anni i nobili napoletani e i funzionari spagnoli fecero a gara per costruire palazzi sempre più grandi e degni dei Grandi di Spagna.

Parto. Non dimenticherò né la via Toledo, la via più popolosa e gaia del mondo, né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo. Così si espresse Stendhal nel 1817 lasciando una Napoli da cui era stato folgorato.

Sempre per volere di Don Pedro de Toledo alle spalle di via Toledo nacque un quartiere per accogliere le guarnigioni militari spagnole. E’ conosciuto ancora oggi come Quartieri Spagnoli.

Cosa vedere

Passeggiando lungo il chilometro e due di via Toledo, in buona parte chiusa al traffico, è possibile incrociare un gran numero di edifici dall’indiscussa importanza storico.

Degni di nota il Palazzo Doria d’Angri, che affaccia sulla Piazza VII Settembre, Palazzo del Nunzio apostolico e il palazzo Maddaloni, tipico esempio barocco napoletano.

Palazzo Doria D'Angri, Napoli

A metà strada si apre un largo detto della Carità con il monumento dedicato a Salvo D’Acquisto; sul lato che sale verso la collina del Vomero furono realizzate invece le costruzioni destinate agli alloggiamenti per le truppe spagnole e le loro famiglie; nacquero così i Quartieri Spagnoli.

In largo Berlinguer si apre la suggestiva stazione di Toledo della metropolitana dell’Arte (Linea 1). Al suo interno vi sono alcuni resti delle antiche mura aragonesi ed è arricchita da due grandi mosaici realizzati emulando lo stile pompeiano.

Per antica consuetudine si và “a Toledo” per un caffé, per la ricerca di un oggetto da comprare o per un appuntamento.

Prima di poter scorgere uno dei quattro accessi della ottocentesca Galleria Umberto I, monumento tra i più prestigiosi di Napoli, ci si imbatte nel Palazzo Piacentini, più noto come Palazzo del Banco di Napoli. E’ la nuova sede del Museo di Gallerie d’Italia a Napoli, al suo interno ospita Il martirio di sant’Orsola un’inestimabile opera del Caravaggio

Curiosità, nel 1840, Via Toledo fu una delle prime strade d’Europa illuminate a gas, come solo a Londra e Parigi se ne potevano vedere.

Via Toledo o Via Roma? Il dilemma

Ancora oggi c’è chi s’interroga su quale sia la denominazione giusta, tra Via Roma e Via Toledo; per fare luce sulla questione, occorre fare un salto nel tempo.

Via Toledo Napoli, Cartolina

Correva l’anno 1870 quando l’esercito del re Vittorio Emanuele II di Savoia, riuscì a conquistare la città di Roma sottraendolo al Papa. Per onorare uno degli ultimi capitoli dell’unità italiana, il sindaco Emilio Imbriani fece cambiare il nome della tre volte secolare via Toledo in Via Roma.

Una decisione che suscitò molto disappunto nell’opinione pubblica, non bastò a rassicurare i cittadini l’aggiunta della dicitura “via Roma già via Toledo”.

E’ solo nel 1980, con la giunta Valenzi, che via Toledo riprende il nome di chi la fece costruire. A distanza di quarant’anni una parte di napoletani ancora la chiama Via Roma.

In città una strofetta denigratoria recitava:

Nu’ ritto antico rice: tutte ‘e vie menano a Roma; Imbriani, ‘a toja è molto diversa, non mena a Roma ma mena a Aversa. Ad Aversa si trovava infatti la prima struttura manicomiale in Italia.