Ultima Modifica il 15 Ottobre 2023
A Napoli ci sono parecchie stranezze distribuite lungo le vie cittadine. Strade dai nomi stravaganti che cambiano nome più volte, omonimie o con un doppio nome.
Altre invece sono legate ad eventi e personaggi storici, aneddoti, mestieri scomparsi.
Cenni Storici
La nomenclatura ufficiale delle strade di Napoli, insieme alla numerazione delle case, viene introdotta da Ferdinandi IV di Borbone nel 1792. Un procedimento escogitato dal reggente della Vicaria, Luigi Medici di Ottajano, che lo ritenne utile per trovare le persone con maggiore facilità.
Fino al 1860 la toponomastica istituita dai Borbone è rimasta quasi indisturbata con pochissimi mutamenti durante il decennio francese. Fu dopo l’unità Italiana he cominciano le mutazioni e soppressioni.
Nel 1890 viene istituita una commissione ufficiale per battezzare le nuove strade create dal risanamento, oltre ad eliminare alcuni nomi poco dignitosi. Ciononostante molti nomi tradizionali vengono conservati e ancora vivono nell’uso comune.
Strade di Napoli
Malgrado il cambio di nome in viale Gramsci, tutti a Napoli sappiamo come si chiamava prima, viale Regina Elena.
Via Roma o Via Toledo? Ancora oggi c’è grande confusione su quale si il nome da utilizzare.
Originariamente si chiamava Via Toledo. Nel 1870, fra roventi polemiche di stampa e cittadini, viene ribattezzata Via Roma dal sindaco Paolo Emilio Imbriani per celebrare l’annessione della capitale. Nel 1980 la strada è tornata al suo vecchio nome, Toledo.
Le omonimie
Numerose sono le omonimie nella toponomastica di una città vasta come Napoli. E’ per questa ragione che alcune di esse sono indicate con nome e cognome.
Abbiamo infatti una via Carlo deCesare (traversa di via Toledo) perchè esiste anche la via Raffaele deCesare a Santa Lucia. Per non parlare di via Alessandro Poerio che va verso porta Capuana, da non confondere con via Carlo Poerio del quartiere Chaija che da piazza dei Martiri va a S.Pasquale a Chiaja, nota ai napoletani come vico freddo.
C’è inoltre la nuova via Salvatore Morelli (ex via Vittorio Emanuele) che dai cavalli di bronzo arriva in piazza del municipio, da non confondere con la via Domenico Morelli nei pressi di piazza Vittoria.
I nomignoli
Chi non conosce Spaccanapoli, la strada che non c’è? In realtà Spaccanapoli è un nomignolo attribuito dai napoletani ad un percorso di ben sette strade che si susseguono lineari dai Quartieri Spagnoli fino ad arrivare alle spalle di Castel Capuano.
Il Corso Umberto I, una delle strade storiche di Napoli, è comunemente chiamata Rettifilo.
Anche le piazze hanno le loro stranezze: Piazza Garibaldi è chiamata anche piazza della Ferrovia per la presenza della stazione Centrale. La piazza dedicata al sindaco Nicola Amore è nota come ‘e quatto palazzi visto che vi si affacciano 4 fabbricati di identica architettura.
Anche la piazza dedicata al politico Giovanni Bovio ha un soprannome; per i napoletani è piazza della Borsa, in quanto vi era l’antica sede della Borsa napoletana.
Strade dai nomi curiosi
- Via Mezzocannone deve il suo nome ad una fontana situata a circa la metà (nei pressi di via sedili di porto). La fontana per l’abbeveramento dei cavalli era dotata di un tubo (in napoletano cannola o cannone) estremamente corto (da qui mezzo).
- Vico Scassacocchi, qui gli sfascia-carrozze vendevano mozzi, balestre, ruote e quant’altro era possibile riciclare dalle carrozze.
- Via Cisterna dell’Olio, da via Toledo fino a via Domenico Capitelli, anticamente conservava nel sottosuolo quattro cisterne per la conservazione dell’olio.
- Via dei Chiavettieri al porto, deve il suo nome alla presenza dei costruttori di chiavi.
- Vico dei Sospiri, la strada principale percorsa, in epoca medievale, dai condannati a morte prima di giungere a Piazza Mercato, dove si svolgevano le esecuzioni.
- Via degli Acquari, la strada che da piazza Bovio va a Via Sedile di Porto, in epoca romana la strada ospitava strutture termali.
- Via Carbonara deve il suo nome all’usanza medievale di portare i rifiuti fuori della città e bruciarli lì.