Ultima Modifica il 20 Settembre 2022
Il 19 settembre, nella data in cui si ricorda il martirio di San Gennaro, migliaia di fedeli affollano il Duomo di Napoli per assistere al prodigio della liquefazione del sangue. Questo evento, carico di significato religioso e civile, rinnova ogni anno il profondo legame tra il Santo Patrono e la sua città.
Una festa che vede gli occhi dei fedeli, e non solo, rivolti alle due ampolle contenenti il sangue in attesa del suo scioglimento insieme al rintocco delle campane e allo sventolio di fazzoletti.
“San Gennà, miéttece ’a mana toja”, San Gennaro, aiutaci tu.
E’ l’invocazione più utilizzata a napoli per cercare di ottenere un aiuto di fronte a preoccupazioni personali, paure collettive, eventi naturali e disastri.
Festa di San Gennaro, il calendario delle celebrazioni
Le celebrazioni per “faccia gialla” iniziano sempre il giorno prima, il 18 settembre, con i cosiddetti riti vigiliari.
Dopo una breve liturgia, presso la chiesa di San Giorgio a Forcella (alle 17:15,) un fiume di devoti, inquadrato dalla fanfara dei Carabinieri, attraversa le strade di Napoli. La processione vede la partecipazione dell’arcivescovo metropolita di Napoli, dei vescovi ausiliari, del clero e dei rappresentanti delle aggregazioni laicali.
Alle 18:30, il Duomo di Napoli si apre all’accoglienza dei fedeli per la celebrazione dei primi vespri, un momento di profonda spiritualità presieduto dall’Arcivescovo. Un momento di raccoglimento e preghiera, che si conclude con l’accensione della lampada votiva nella cripta, davanti alle reliquie di San Gennaro.
Fin dalle prime ore del mattino del 19 Settembre, le porte del Duomo si aprono ad accogliere i fedeli, ansiosi di assistere alla celebrazione eucaristica (alle ore 8) presieduta dall’Arcivescovo.
Il momento più atteso, però, è fissato per le ore 9.45, quando l’arcivescovo procede poi all’apertura della cassaforte con all’interno le ampolle con il sangue di San Gennaro per essere esposte sull’altare maggiore. Un rituale carico di significato, seguito con trepidazione sia dai presenti che da chi assiste in diretta attraverso i media.
Alle ore 10, prende il via la solenne celebrazione eucaristica, durante la quale si attende l’annuncio del prodigio.
Se il sangue del santo si scioglie, i fedeli esplodono in un grido di gioia, segno di buon auspicio per l’intera comunità. Secondo la tradizione, infatti, il mancato verificarsi del miracolo è foriero di cattive notizie per Napoli e i suoi abitanti, e non è raro che il prodigio venga atteso con grande ansia.
Nel pomeriggio le ampolle con il Sangue vengono offerte alla venerazione dei fedeli.
La liquefazione del sangue
La liquefazione del sangue di San Gennaro è un mistero affascinante che da secoli divide l’opinione pubblica. Malgrado la scienza abbia proposto diverse teorie per spiegarne le cause, i fedeli continuano considerarlo un prodigio. La verità, probabilmente, si trova in un punto intermedio tra fede e ragione.
I napoletani dedicano alla figura di San Gennaro, e al miracolo della liquefazione del suo sangue, ben tre ricorrenze:
Il miracolo, atteso il sabato che precede la prima domenica di maggio ricorda a prima traslazione delle Reliquie del Santo da Fuorigrotta alle Catacombe di Capodimonte.
Il 19 settembre, giorno del martirio di San Gennaro.
Il 16 dicembre, giorno del miracolo laico, in memoria dell’eruzione del Vesuvio del 1631 in cui i napoletani chiesero e ottennero l’intervento miracoloso di San Gennaro.
La venerazione per San Gennaro ha origini antichissime che risalgono all’epoca del suo martirio nel 305 sotto Diocleziano.
Secondo la tradizione dopo l’esecuzione, una pia donna di nome Eusebia riuscì a raccogliere in due ampolle (i cosiddetti lacrimatoi) parte del sangue del vescovo. Il corpo, invece, fu prima sistemato a Fuorigrotta e poi spostato, un secolo dopo, nelle attuali Catacombe a Capodimonte. Pare che proprio in questa occasione avvenne la prima liquefazione anche se la data ufficiale risale a molto tempo dopo, nel 1389.
Da allora l’avverarsi di tale fenomeno è considerato di “buon auspicio” per la popolazione napoletana.
Il sangue di San Gennaro è conservato in due ampolle di vetro a loro volta raccolte in un tabernacolo forgiato in oro e argento. Una è del Trecento angioino, l’altra del Seicento vicereale.
La più piccola delle ampolle del prodigio è semivuota, perché Carlo III di Borbone ne sottrasse il contenuto per portarlo in Spagna.