Ultima Modifica il 4 Febbraio 2023

Il Duomo di Napoli la si scopre all’improvviso camminando lungo l’ottocentesca via omonima.  Non tutti sanno che in realtà il suo none ufficiale è “Cattedrale di Santa Maria Assunta“.

È qui che tre volte l’anno avviene il miracolo dello scioglimento del sangue di San Gennaro.



Duomo di San Gennaro a Napoli: la storia

Il nucleo originario della cattedrale fu iniziata in stile gotico da Carlo d’Angiò nel 1294 e inaugurata sotto il regno di Roberto d’Angiò, nel 1313.

Per lasciar posto alla nuova costruzione vennero incorporati edifici sacri paleocristi fra i quali la basilica nota come Stefania (inizi sec. VI) e parte di quella di Santa Restituta (sec. IV).

La facciata del Duomo di Napoli, alta circa 50 metri e contornata da portici simmetrici, è stata più volte ricostruita. Quella visibile oggi risale alla ristrutturazione in stile neogotico di Errico Alvino, terminata nel 1905. Ulteriori lavoro sono poi stati necessari nel 1951, a causa dei danni provocati nel corso della Seconda Guerra Mondiale.

Duomo di Napoli interno

Sulla facciata si scoprono un rosone cieco, la statua del Cristo Benedicente, cinque finestre e tre portali gotici in corrispondenza di ognuna delle tre navate. Per tradizione, quello di destra viene aperto solo per le festività che celebrano San Gennaro e in alcuni casi straordinari.

L’interno si presenta con una pianta a croce latina a tre navate separate da una sequenza di otto pilastri per lato.

La navata centrale, lunga circa 100 metri ed alta circa 48, è coperta dal ricco soffitto a cassettoni secentesco, mentre le navate laterali hanno volta a crociera, con decorazioni barocche.

Le 10 cappelle laterali testimoniano i vari passaggi nell’arte e nell’architettura napoletana nel corso dei secoli. Tra le tante cappelle, due si distinguono sopra le altre per dimensione e rilevanza artistica la Cappella di Santa Restituita e il Tesoro di San Gennaro.

Santa Restituita e Tesoro di San Gennaro

La Cappella di Santa Restituta, sulla navata sinistra, corrisponde all’antica basilica voluta dall’imperatore Costantino. E’ un’interessante testimonianza dell’arte paleocristiana a Napoli. Si presenta con tre navate ed ospita oggi opere di Luca Giordano e sculture trecentesche.

Cappella del tesoro di San Gennaro

Da qui si accede anche alla zona archeologica che si trova sotto il Duomo, dove sono conservati importanti resti della città greco-romana e paleocristiana. A destra dell’abside c’è anche l’accesso al Battistero di San Giovanni in Fonte, considerato il più antico d’occidente.

La Cappella del Tesoro di San Gennaro (la terza a destra) è realizzata, nella prima metà del XVII secolo, su volontà dei cittadini come segno di devozione a San Gennaro, il protettore del popolo.

E’ in questa cappella, in un magnifico stile barocco, che sono custoditi il busto d’argento e le ampolle col sangue di San Gennaro.

Duomo Napoli, Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro

La Reale cappella del Tesoro di San Gennaro è uno scrigno di tesori preziosi. Il cancello bronzeo e il pavimento sono del Fanzago, i marmi pregiati e le sculture sono di scuola berniniana, gli argenti lavorati e l’altare invece portano la firma di Solimena.

La Cripta di San Gennaro

Sotto l’altare maggiore si trova la Cappella del Succorpo, la cripta del Duomo. E’ anche conosciuto come Cappella Carafa, in onore del cardinale Oliviero Carafa che la volle edificare per custodirvi le reliquie di San Gennaro insieme a altri 51 santi.

Cappella del Succorpo

Giovan Tommaso Malvito la concepisce come se fosse una basilica. Ha una pianta a tre navate scandite da colonne antiche con capitelli ionici con delle nicchie laterali e una cappella terminale.

Dall’esterno del Duomo è possibile accedere al Museo del Tesoro di San Gennaro, che ospita numerosissime opere d’arte, gioielli, argenti donati nel corso dei secoli in segno di devozione al santo patrono.

Il Duomo, la Cattedrale di Napoli:

Indirizzo: Via Duomo 147
Apertura: ore 08.00 – 12.30 / 16.30 – 19.00

Come arrivare: Metropolitana linea 1 (fermata Cavour), linea 2 (fermata Museo); Autobus: linee E1, R1, CS