Ultima Modifica il 8 Dicembre 2024

Il Duomo di Napoli ci accoglie con la sua maestosità lungo l’ottocentesca via Duomo. Il nome ufficiale dell’imponente Cattedrale partenopea è Basilica di Santa Maria Assunta.

È proprio qui che si conserva la reliquia di San Gennaro, patrono della città chiamato confidenzialmente dai napoletani “faccia ‘ngialluta” (Faccia gialla), per il colore del busto d’oro del santo che viene portato in processione.

Storia del Duomo, la Cattedrale di Napoli

Le fondamenta del Duomo di Napoli celano una storia millenaria. Per lasciar posto alla nuova costruzione vennero incorporati edifici sacri paleocristi fra i quali la basilica nota come la Stefania (inizi sec. VI) e parte di quella di Santa Restituta (sec. IV). Entrambi costruiti sulle rovine di un tempio romano dedicato ad Apollo.

E’ solo nel XIII secolo, sotto gli Angioini, che inizia la costruzione della cattedrale che ammiriamo oggi. La Cattedrale di Napoli, iniziata nel 1294 sotto Carlo II d’Angiò e completata nel 1313 sotto il regno di suo figlio Roberto, è solennemente dedicata a Santa Maria Assunta nel 1314.

La sua storia è segnata da eventi tumultuosi e da continue ristrutturazioni. Terremoti, guerre e il desiderio di adeguarsi ai gusti estetici delle diverse epoche hanno profondamente modificato l’aspetto della cattedrale.

Dall’originario stile gotico, si sono susseguiti interventi barocchi e, infine, il restauro neogotico di Enrico Alvino. Un momento cruciale fu la costruzione della cappella del Succorpo nel 1497, voluta dal cardinale Carafa per custodire le reliquie di San Gennaro.

Duomo di Napoli interno

La facciata del Duomo, con i suoi tre portali, è alta circa 50 metri ed è un vero e proprio capolavoro di scultura. Originariamente gotica, fu quasi completamente distrutta da terremoti e riedificata più volte, subendo profonde trasformazioni stilistiche.

Per tradizione il portone di destra viene aperto solo per le festività che celebrano San Gennaro e in alcuni casi straordinari.

La maestosa Madonna di Tino di Camaino (nella lunetta centrale) e i leoni posti ai lati del portale maggiore, sono gli unici superstiti dell’antica facciata. Il portale maggiore del Duomo, realizzato da Antonio Baboccio, è un ricco repertorio di simboli religiosi. Gli angeli, la Madonna incoronata, i santi Pietro e Gennaro e il cardinale Minutolo, raffigurati con grande espressività, raccontano la storia della Chiesa e celebrano il patrono della città.

Gli interni del Duomo di Napoli

L’interno si presenta con una pianta a croce latina a tre navate separate da una sequenza di sedici pilastri, otto per lato, su cui poggiano gli archi ogivali. Nei pilastri sono incluse 110 colonne di granito orientale e africano.

La navata centrale, lunga circa 100 metri ed alta circa 48, è coperta dal ricco soffitto a cassettoni secentesco, mentre le navate laterali hanno volta a crociera, con decorazioni barocche.

Cappella del tesoro di San Gennaro

Sulla controfacciata si trovano le tombe di alcuni regnanti della dinastia angioina, come Carlo I di Napoli, e Carlo Martello. Il transetto ospita invece sepolture, bassorilievi e sculture di varie epoche. L’altare maggiore è decorato con bassorilievi e ospita reliquie di santi.

Le 10 cappelle laterali testimoniano i vari passaggi nell’arte e nell’architettura napoletana nel corso dei secoli. Tra le tante cappelle, due si distinguono sopra le altre per dimensione e rilevanza artistica la Cappella di Santa Restituita e il Tesoro di San Gennaro.

Santa Restituita e Tesoro di San Gennaro

Dalla navata sinistra della cattedrale una porta si apre sulla basilica di Santa Restituta, voluta dall’imperatore Costantino. E’ un’interessante testimonianza dell’arte paleocristiana a Napoli.

Da qui si accede anche alla zona archeologica che si trova sotto il Duomo, dove sono conservati importanti resti della città greco-romana. A destra dell’abside c’è anche l’accesso al Battistero di San Giovanni in Fonte, considerato il più antico d’occidente.

La Cappella del Tesoro di San Gennaro (la terza a destra) è realizzata tra il 1608 e il 1637, su volontà dei cittadini come segno di devozione a San Gennaro, il protettore del popolo.

Curiosità. La Reale cappella del Tesoro di San Gennaro non appartiene alla Diocesi. Varcato il cancello monumentale che la separa dal duomo, si apre uno spazio sacro governato da un organo laico: la cosiddetta Deputazione

Duomo Napoli, Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro

Le sue pareti sono ricoperte di marmi policromi, bronzi dorati e affreschi di grandi maestri come Domenichino e Giovanni Lanfranco. Qui sono custodite le reliquie del santo, insieme a uno dei tesori più ricchi al mondo, tra cui la mitra tempestata di diamanti, smeraldi e rubini.

Questa cappella, in un magnifico stile barocco, è tripudio di marmi colorati di scuola berniniana, bronzi dorati e affreschi di grandi maestri. Il cancello bronzeo e il pavimento sono del Fanzago, i marmi pregiati e le sculture sono gli argenti lavorati e l’altare invece portano la firma di Solimena.

Qui riposano le reliquie del santo, protette da un tesoro di inestimabile valore, tra cui una mitra scintillante di diamanti, smeraldi e rubini

Duomo di Napoli: la casa di San Gennaro

Dal 1497 il Duomo di Napoli custodisce le reliquie di San Gennaro, fino ad allora nascoste nel santuario di Montevergine ad Avellino. La straordinaria fama di questo santo è legata al profondo legame con la città di Napoli e al miracolo della liquefazione del suo sangue, che da secoli rinnova la devozione popolare.

Secondo la tradizione, una pia donna di nome Eusebia, presente all’esecuzione di San Gennaro (vescovo beneventano vissuto tra il II e il III secolo) raccolse il suo sangue in due fiale, che da allora sono venerate nella cappella del Tesoro.

Tre volte l’annoil 19 settembre, giorno della festa del santo; il sabato precedente la prima domenica di maggio; e il 16 dicembre nel corso di una solenne cerimonia, l’arcivescovo di Napoli le agita fino a ottenere la liquefazione del sangue, davanti a una immensa folla di fedeli, autorità cittadine e donne ritenute le discendenti di Eusebia.

Cappella del Succorpo

La Cripta di San Gennaro

Sotto l’altare maggiore si trova la Cappella del Succorpo, la cripta del Duomo. E’ anche conosciuto come Cappella Carafa, in onore del cardinale Oliviero Carafa che la volle edificare per custodirvi le reliquie di San Gennaro insieme a altri 51 santi.

Giovan Tommaso Malvito la concepisce come se fosse una basilica. Ha una pianta a tre navate scandite da colonne antiche con capitelli ionici con delle nicchie laterali e una cappella terminale.

Dall’esterno del Duomo è possibile accedere al Museo del Tesoro di San Gennaro, che ospita numerosissime opere d’arte, gioielli, argenti donati nel corso dei secoli in segno di devozione al santo patrono.

Informazioni Utili

Cattedrale di Napoli, Via Duomo 147

Orari di apertura: dal lunedì al sabato ore 8:30 – 13:30 e 14:30 – 19:30; domenica ore 8:00 – 13:00 / 16:30 – 19:30
L’ingresso alla chiesa è gratuito. E’ disponibile un’audioguida per la Cappella di San Gennaro al costo di 4 euro a persona.

Come arrivare: Metropolitana linea 1 (fermata Cavour), linea 2 (fermata Museo); Autobus: linee E1, R1, CS