Ultima Modifica il 11 Ottobre 2020
L’anfiteatro Flavio di Pozzuoli è il terzo più importante per dimensioni mai realizzato dai Romani, superato solo dal Colosseo e dall’anfiteatro dell’antica Capua.
A ben vedere ricorda particolarmente il Colosseo di Roma sia per la sua impostazione architettonica che per la scelta dei materiali in quanto fu realizzato ad opera dei medesimi architetti.
Cenni storici
Il Colosseo Puteolano viene edificato, in sostituzione dell’Anfiteatro Minore di età romana repubblicana, là dove confluivano le principali vie di collegamento tra l’antica Puteoli e il territorio circostante: la Via Domitiana e la via per Napoli
La sua costruzione, in opus reticulatum e in laterizio non fu molto celere e vide il passaggio di Nerone, Vespasiano e Tito. Fu solo nel 79 d.C. che potè definirsi completo anche nei paramenti esterni.
In epoca medievale l’anfiteatro di Pozzuoli diventa una cava di pietra subendo considerevoli spoliazioni. Gli scavi archeologici iniziano solo nel 1839, ma è solo nel 1947 che il monumento viene definitivamente liberato dai detriti accumulatisi nel corso dei secoli.
L’anfiteatro romano di Pozzuoli è legato fortemente anche alla grande devozione che il popolo partenopeo rivolge a San Gennaro.
Nell’arena, infatti, si svolsero i primi martirii cristiani, secondo la tradizione, nel 305 d.C. San Gennaro, San Procolo (patrono di Pozzuoli) e i loro compagni furono dati in pasto agli orsi nell’arena, ma essendone usciti miracolosamente illesi, il giudice ordinò che venissero decapitati nei pressi della Solfatara, dove ora è situato il Santuario di San Gennaro.
Le rovine dell’Anfiteatro Minore si intravedono ancora oggi dalla strada (ad altezza del cavalcavia della metropolitana).
Anfiteatro Flavio di Pozzuoli il percorso Archeologico
La struttura si articolava su tre ordini architettonici. I primi due a sostegno della cavea mentre il terzo, ornato di statue, si presentava con un elegante loggiato.
L’esterno è in reticolato e mattoni è di età flavia; i sotterranei, i pilastri di un portico esterno e vari punti di rinforzo sono tutti in mattoni, costruiti dunque secondo una tecnica tipica del II secolo d.C.
All’interno vi si accedeva mediante quattro ingressi principali o attraverso altri dodici secondari, garantendo, quindi, una accessibilità comoda ed efficiente. Era percorribile attraverso tre ambulacri concentrici attraverso i quali si accedeva alla cavea divisa in tre settori a seconda del ceto sociale a cui appartenevano gli spettatori .
L’arena è il primo elemento che scorgiamo quando entriamo nel grande Anfiteatro Flavio. Qui avevano luogo i ludii gladiatores, giochi con animali, seguiti dalle esecuzioni dei criminali, combattimenti di gladiatori o la riproposizione di famose battaglie.
Tutto intorno gli spalti, o cavea, che potevano contenere fino a un massimo di 40.000 spettatori. Come nella maggior parte degli anfiteatri la cavea ha ben tre ordini sovrapposti (ima, media e summa cavea). Sotto l’ambulacro esterno c’ erano luoghi di culto e sedi di molte associazioni professionali.
La struttura, di pianta ellittica, era provvisto di un sistema di schermatura per la luce e la calura estiva con pali e vele. Il tutto era abilmente mosso dai marinai di Miseno.
I sotterranei
Suggestiva è la visita dei sotterranei posti a circa 7 metri di profondità. La pianta è piuttosto semplice con due corridoi rettilinei che si tagliano a croce e un corridoio circolare. E poi tante piccole gallerie che regalano ai visitatori suggestivi giochi di luce.
Qui è possibile scorgere, ancora oggi, le parti degli ingranaggi per sollevare le gabbie che portavano sull’arena belve feroci e probabilmente altri elementi di scenografia degli spettacoli.
Informazioni Utili
Indirizzo: Corso Nicola Terracciano, 75 – 80078 Pozzuoli
Apertura: Tutti i giorni dalle 9:00 fino ad un’ora prima del tramonto.
Chiusura settimanale: martedì. Chiusura festiva: 1 gennaio, 1 maggio, 25 dicembre
Come arrivare: Metropolitana L2: Pozzuoli – Solfatara – Cumana: fermata Pozzuoli Porto – Autobus 152: fermata via Solfatara