Ultima Modifica il 27 Maggio 2024
La Basilica di San Domenico Maggiore custodisce da secoli le Arche Aragonesi, ultima sepoltura della famiglia spagnola che dominò Napoli nel XV secolo. (Arche Aragonesi Foto @almostbeautifuldespiteit)
I Re Aragonesi, sul trono del Regno di Napoli dal 1442 fino al 1501, fecero della chiesa di San Domenico la loro sede di sepoltura, un vero e proprio pantheon dinastico.
Le Arche Aragonesi
Appena varcata la soglia della magnifica Sagrestia di San Domenico Maggiore alziamo lo sguardo!! A circa 4-5 m di altezza c’è un corridoio pensile (il passetto dei morti) con ben 42 sarcofagi dal contenuto di tutto prestigio.
In queste Arche, disposte su due file sovrapposte, sono conservati i corpi mummificati, in ottimo stato di conservazione, di reali e nobili legati al casato d’Aragona. Ebbene si, anche Napoli ha le sue mummie!!
I sarcofagi sontuosamente ricoperti di sete, broccati e altre stoffe preziose, in origine erano sparse per la Basilica; è solo alla fine del 1500, per volere del re di Spagna Filippo II, che vennero prima riordinare nel coro per poi essere spostate nella Sagrestia.
Sagrestia di San Domenico Maggiore Foto @_artecultura_
Tra le illustri spoglie mortali si trovano re Ferrante I d’Aragona, il giovane re Ferrante II, la regina Giovanna IV, la duchessa di Milano Isabella d’Aragona e il marchese di Pescara Francesco Ferdinando d’Avalos.
Curiosità, l’arca funeraria di Alfonso V il Magnanimo, capostipite della dinastia partenopea, è vuoto; il corpo è stato traslato nel 1666 nel monastero spagnolo di S. Maria di Poblet in Catalogna.
Alla fine del 1980 gli abiti, nonché gioielli e armi, che erano indossati dalle mummie sistemate nelle Arche sono stati restaurati e poi esposti nella vicina Sala degli Arredi Sacri. L’antica “Sala del Tesoro” custodisce inoltre l’enigmatico Salvator Mundi di scuola leonardesca.
Un approfondito studio condotto dalla Divisione di Paleopatologia dell’Università di Pisa ha fornito importanti informazioni sulle patologie dell’epoca ma anche sulle tecniche di imbalsamazione di età Rinascimentale.
Arche Aragonesi Foto @almostbeautifuldespiteit
Una pratica funeraria largamente diffusa tra la popolazione napoletana era la mummificazione tramite scolatura; un procedimento che consisteva nel deporre il cadavere in appositi locali, detti “cantarelle”, in genere collocati sotto le sacrestie delle chiese.
Museo San Domenico Maggiore, il Doma
Visitare il Complesso monumentale di San Domenico Maggiore di Napoli (oggi Museo Doma) è una suggestiva viaggio nel tempo che attraversa 8 secoli tra arte, storia, cultura e fede.
La chiesa del potente ordine dei Domenicani è voluta fortemente da re Carlo II d’Angiò che ne finanziò il progetto a partire dal 1283. Fin dalla sua realizzazione, avvenuta nel 1324, ha assunto un ruolo importante nella storia di Napoli.
L’imponente edificio gotico, con interventi barocchi, si trova nel bel mezzo del Centro storico di Napoli, tra il Decumano inferiore e quello maggiore. L’ aspetto modesto dell’esterno non lascia supporre gli elementi decorativi, pitture e sculture che la arricchisce all’interno.
L’aspetto della Sagrestia della Basilica di S.Domenico Maggiore, decorata in stile barocco, è quello conferito nel settecento da Giovan Battista Nauclerio. Lungo il perimetro basso si scoprono gli armadi in noce realizzati da Domenico Russo; la volta, invece, è affrescata da Francesco Solimena con un dipinto intitolato “Trionfo della Fede sull’eresia per opera dei domenicani” (1707).
San Domenico Maggiore – Museo Doma
Indirizzo Piazza San Domenico Maggiore 8/A, Napoli
Aperto tutti i giorni (eccetto Natale): h. 10.00 – 18.00 con visite guidate
Tel. + 39 081 459188 – Sito web www.museosandomenicomaggiore.it.