Ultima Modifica il 17 Novembre 2020

La Chiesa di Sant Eligio Maggiore, con il suo famoso orologio, è una splendida opera architettonica nascosta nell’intricata ragnatela dei vicoli del Borgo Orefici.

Quando viene costruita dominava Piazza Mercato, e ha visto la morte di Corradino di Svevia, la prigionia di Masaniello e i tanti altri giustiziati.



Cenni storici

Sant’Eligio Maggiore è la più antica tra le architetture angioine a Napoli.

La chiesa gotica nasce nel 1270 circa per per volere di tre nobiluomini francesi legati alla corte di Carlo I d’Angiò. E’ dedicata ai Santi Dionisio e Martino e di Sant’Eligio, il protettore degli orafi, dei numismatici, dei maniscalchi e dei veterinari.

Alla chiesa viene affiancato un ospedale e un educandato femminile dove poter istruire le giovani che volevano apprendere l’arte della medicina.

Saint Eligio Maggiore Napoli

Malgrado la chiesa abbia subito l’influenza di altri stili architettonici, i tratti dell’originario impianto gotico sono ancora oggi visibili.

Architettura della Chiesa

L’esterno è caratterizzato da forme gotiche, perfettamente visibili da piazza Mercato. Interessante è la torre campanaria e l’attiguo Arco dell’orologio, una struttura quattrocentesca a due piani.

Per accedere alla chiesa si passa per un portale laterale in stile gotico francese. L’interno, dall’aspetto austero e spoglio, si presenta con tre navate divise da colonne antiche di varia provenienza; cappelle laterali disuguali, transetto ed abside poligonale.

Esiste anche una quarta navata, originariamente faceva parte dell’ospedale adiacente ed è stata inglobata nel corso del XVI secolo. Nel complesso ci sono anche due chiostri con monumentali pilastri di piperno, uno dei quali finemente ornato da una fontana seicentesca.

Chiesa di Sant Eligio Maggiore Napoli

Tra le opere d’arte presenti interessanti si scopre il dipinto di Massimo Stanzione raffigurante i tre santi francesi Eligio, Dionisio e Martino; il Giudizio Universale di Cornelio Smet.

Nella cappella di San Mauro c’è una copia del dipinto Sant’Eligio in adorazione di Francesco Solimena. La Sala Sant’Eligio, un tempo usata dai sovrani per le feste popolari, mette in mostra affreschi e tele con le Storie della Gerusalemme Liberata.

Nell’educandato femminile è inoltre conservata la Madonna della Misericordia dalla faccia tagliata; secondo la leggenda, avrebbe perso sangue all’altezza di uno sfregio praticato sul volto della Vergine.

Arco dell’Orologio di Sant’Eligio 

Al primo piano dell’arco è collocato un orologio in stile gotico; al secondo, invece, è presente una stanza in cui i condannati a morte trascorrevano le loro ultime ore aspettando l’esecuzione.

Noterete che da un lato c’è un orologio normale con due lancette, sul lato opposto c’è un orologio più piccolo e con un’unica lancetta. E’ il risultato dell’esplosione della nave Caterina Costa (28 marzo 1943), la stessa che lasciò una profonda ferita nel Maschio Angioino.

Napoli Chiesa di Sant Eligio Maggiore

Negli angoli inferiori dell‘orologio, lato ingresso, si scoprono due testine di marmo; una femminile, docile e spaesata ed una maschile, dallo sguardo torvo e dalla folta barba. Secondo alcuni studiosi rappresenterebbero Irene Malarbi ed il duca Antonello Caracciolo, i protagonisti di una storia napoletana.

Pare che il Caracciolo, nobiluomo senza scrupoli, si fosse innamorato di una giovane vergine e cercasse, invano, di unirsi alla bella Irene.

Per riuscire nel suo intento fece condannare ingiustamente il padre di lei. La famiglia, malgrado tutto, non volle sottostare al vile ricatto e si rivolse a Ferdinando d’Aragona; il re ordinò al duca di sposare la fanciulla con tanto di ricca dote; poi lo condanna a morte per decapitazione nella vicina piazza Mercato.

Sant’Eligio patrono degli orafi e dei veterinari

Al santo, che prima di diventare vescovofu orafo di corte e maniscalco, è legato un miracolo.

Si narra che Eligio per poter ferrare un cavallo non troppo mansueto, staccò letteralmente la zampa all’animale, ferrò lo zoccolo, poi riattaccò l’arto al cavallo. 

Dopo questo straordinario evento cominciò a diffondersi una tradizione. Eligio veniva invocato dal popolo per la guarigione di cavalli infermi; se ottenevano la grazia, i fortunati proprietari provvedevano ad appendere al portone della chiesa i ferri delle bestie curate. Leggi anche La Testa di Cavallo di Donatello, emblema di Napoli.

Chiesa di Sant Eligio Maggiore

Indirizzo: Via Sant’Eligio, Napoli
Come arrivare: in autobus E2 o 151, fermata via Marina – Carmine (direzione Piazza Municipio) o fermata Marina – Torre Aragonese (direzione Piazza Garibaldi), attraversare Piazza Mercato.