Ultima Modifica il 26 Ottobre 2020
La leggendaria Testa di Cavallo, opera di Donatello, è una delle statue di Napoli intorno alle quali gravitano varie leggende e curiosità. La straordinaria scultura ha avuto una storia lunga e travagliata.
Pochi lo sanno, ma il Cavallo è il simbolo, più o meno ufficiale, della città. Un cavallo rampante fu, tra l’altro, l’emblema del Calcio Napoli, prima che si trasformasse in ciuccio.
Superato il monumentale portone di Palazzo Diomede Carafa, al 121 di via San Biagio dei Librai, scoprite una copia in terracotta addossata alla parete di fondo del cortile.
Un pò di storia
La particolarità dell’opera sta nel taglio del collo. Essendo in senso obliquo fa pensare che l’animale sia stata realizzata per essere ammirata da lontano e dal basso.
Fu Alfonso d’Aragona, re di Napoli dal 1442 al 1458, a commissionare a Donatello un Cavallo di Bronzo da posizionare nell’arco superiore della porta trionfale in marmo di Castel Nuovo (Maschio Angioino).
Purtroppo Alfonso morì quando Donatello aveva solo realizzato la testa e il progetto naufragò. Alla morte dell’artista, Lorenzo il Magnifico decise di spedire a Napoli la scultura incompleta.
Venne esposta nel cortile del Palazzo Diomede Carafa, da cui il nome Testa Carafa. Nel 1809, il conte Francesco Carafa decise di donarla al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Testa di Cavallo di Donatello curiosità
Una di queste narra che la scultura in bronzo fosse opera di Virgilio Mago (lo stesso dell’uovo di Castello dell’Ovo) e che avesse il potere di guarire gli animali. Il rituale propiziatorio consisteva nel effettuare tre giri intorno alla scultura per assicurarsi la pronta guarigione.
Si narra poi che quel cavallo di bronzo fu fatto fondere, per ricavare le attuali campane del Duomo. Fu risparmiata solo la testa del cavallo che fu collocata nel cortile del palazzo Carafa che da allora fu chiamato il Palazzo del Cavallo di Bronzo.
Secondo la tradizione, invece, una statua che raffigurava un grande cavallo di bronzo, sfrenato e dall’aspetto furente, sia esistita veramente.
Torreggiava su un alto piedistallo di piazzetta Riario Sforza dove fu eretto nel XVII secolo l’obelisco di San Gennaro. Una scultura talmente bella da essere considerata il simbolo dell’orgoglio indomito della città.
Nel 2017, sulla scalinata laterale del Museo Archeologico di Napoli, è stata inaugurata un’importante opera di street art che riproduce la testa di Cavallo Carafa realizzata da Donatello. L’opera è di David Diavù Vecchiato.