Ultima Modifica il 14 Dicembre 2020
La Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi, in piazza Monteoliveto, è un raro esempio del rinascimento toscano a Napoli.
Questo luogo di culto del centro storico di Napoli, dalla facciata quasi anonima e in una posizione defilata, nasconde moltissime sorprese. Una di queste è la sacrestia decorata dal fiorentino Giorgio Vasari.
Sant’Anna dei Lombardi, una storia particolare
Questa bellissima chiesa nasce con il nome di Santa Maria di Monteoliveto ed era parte integrante di un monastero benedettino olivetano, fondato nel 1411 da Gurello Origlia.
Per il loro appoggio alla Repubblica Napoletana del 1799 l’ordine dei monaci olivetani viene soppresso e il monastero viene frazionato e riadattato ad altro uso. Oggi parte dell’antico monastero fa parte della caserma dei Carabinieri “Pastrengo”. La Chiesa, invece, viene attribuita all’Arciconfraternita dei Lombardi e da allora assume il titolo di Sant’Anna dei Lombardi.
La Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi ha una pianta tipicamente fiorentina, lungo la quale si allineano cinque cappelle laterali, più altre tre nel presbiterio.
Interessanti la Cappella Piccolomini (antica famiglia fiorentina), con opere di Antonio Rosellino e Benedetto da Maiano; la Cappella Terranova, con l’Annunciazione e santi di Benedetto da Maiano e la Cappella Tolosa di Giuliano da Maiano. Imponente è l’organo quattrocentesco decorato nel ‘700 dal napoletano Alessandro Fabbro.
Di particolare interesse è la sacrestia Vecchia, già refettorio del monastero olivetano. Un splendido ambiente affrescato nel 1545 dal maestro aretino Giorgio Vasari con l’aiuto di Raffaellino del Colle. I tre quadranti mettono in mostra affreschi allegorici dedicati all’Eternità, alla Fede e alla Religione.
Nella chiesa, oltre alle tombe di nobili napoletani e di altri artisti come Francesco Solimena, è presente la tomba del famosissimo architetto Domenico Fontana.
Mentre nel vasto oratorio, che si apre a destra del presbiterio, si trova il complesso scultoreo del Compianto sul Cristo morto. Un capolavoro in terracotta del modenese Guido Mazzoni, realizzato nel 1492 su incarico di Eleonora d’Aragona.
Ipogeo, un tesoro restituito alla città
Il mese di dicembre ha portato la riapertura al pubblico dell’ipogeo, Cripta degli Abati, del Complesso Monumentale. A restituire alla città questo tesoro nascosto si è impegnato il Comitato di Gestione delle Arciconfraternite Commissariate, presieduto dal Sacerdote Salvatore Fratellanza.
Alla Cripta degli Abati, un ambiente ellittico posto al di sotto del coro della chiesa, vi si accede attraverso una bella scala a doppia rampa. Nella Cripta si scoprono teschi decorati da paramenti ecclesiastici.
Il percorso di visita permette di ammirare il putridarium, la struttura in pietra un tempo utilizzata per il processo di scolatura dei liquidi corporali.
Sopra i sedili sono state ritrovate anche teche con i resti mortali di personaggi illustri. Sulle volte sono ancora visibili affascinanti affreschi raffiguranti una foresta sacra e la scena del calvario.
Diverse fonti suggeriscono che nella Cripta degli Abati siano conservate le spoglie del marchese Bernardo Tanucci; uomo di fiducia del re di Napoli Carlo di Borbone e di suo figlio Ferdinando IV. I resti mortali del marchese sono conservati all’interno della terrasanta, seconda cavità, posta al di sotto del primo, e non ancora visitabile.
Informazioni Utili
Indirizzo: Piazza Monteoliveto, 4 – Napoli
Le visite guidate sono curate dalla Cooperativa ParteNeapolis. Lunedì / Sabato 9:30 – 18:30, Domenica solo su prenotazione;
Prezzi: Intero 5 euro, ridotto 3 euro;
Contatti: Tel. 0814420039 – 3203512220 – info@santannadeilombardi.it