Ultima Modifica il 28 Novembre 2023

L’imponente Piazza Dante, situata al principio di Via Toledo, è una delle più grandi e più importanti piazze del centro storico di Napoli.

La piazza, dedicata al padre della lingua italiana e autore della Divina Commedia, è dominata dal Foro Carolino, il monumento celebrativo di re Carlo di Borbone (da cui, appunto, “Carolino”) progettato da Luigi Vanvitelli.



Storia e curiosità di Piazza Dante

Da spiazzo fuori le mura vicereali che circondavano la città a luogo di vita cittadina. L’aspetto odierno Piazza Dante, come tante altre zone di Napoli, è infatti il frutto di una trasformazione costante subita nel tempo.

Questo spazio irregolare, aperto a qualsiasi tipo d’uso, è stato chiamato Largo del Mercatello (piccolo mercato). Per dimensione e fama era secondo solo a quello che si teneva in Piazza Mercato al Carmine.

E’ conosciuta anche come Piazza della Conservazione del Grano, perché non lontano si trovavano le Fosse del Grano e le cisterne dell’olio. E’ stata chiamata anche Largo di Port’alba al Mercatello dopo la costruzione, avvenuta nel 1625, del famoso pertugio abusivo. Leggi Port’Alba, una passeggiata nella storia.

Curiosità – Il largo, che all’epoca era fuori la cinta muraria, è stato utilizzata come lazzaretto e poi fossa comune durante la peste che desolò Napoli nell’anno 1656.

“La peste al largo del Mercatello” di Micco Spadaro custodita nella Certosa di San Martino.

Il Foro Carolino

E’ nella seconda metà del Settecento che la piazza subisce una grande trasformazione. L’architetto Luigi Vanvitelli, tra il 1757 e il 1765, realizza il “Foro Carolino”. Un monumento celebrativo di re Carlo di Borbone (da cui Carolino), il primo re borbonico di Napoli.

L’artefice della reggia a Caserta, e di tante altre opere importanti, crea un grande emiciclo compreso tra Port’Alba e la chiesa di San Michele, rivestito con marmi e piperni.

Sulle ali ricurve del belvedere si scoprono ancora oggi ventisei statue allegoriche che raffigurano le virtù di Carlo III di Borbone. Tre di queste statue sono di Giuseppe Sanmartino, ideatore del meraviglioso Cristo Velato.

Foro Carolino - Piazza Dante

L’imponente nicchia centrale del Foro Carolino, oggi ingresso al convitto Vittorio Emanuele II, avrebbe dovuto ospitare una statua equestre di Re Carlo posta su una scalinata ad altare. Il modello di gesso è stato distrutto durante i moti del 1799. Sulla nicchia si trova una torretta con un orologio. E’ un raro esemplare di Orologio Astronomico che segna l’Equazione del tempo.

Piazza Dante si è poi affacciata alla modernità con i recenti (2002) lavori per la Linea 1 della metropolitana, momento in cui è stata anche ridisegnata e riarredata da Gae Aulenti.

Cosa vedere a Piazza Dante

Al centro della piazza si trova la Statua del Sommo Poeta. L’opera degli scultori Tito Angelini e Tommaso Solari junior, è  inaugurata il 13 luglio 1871, ai suoi piedi una dedica recita: All’Italia raffigurata in Dante Alighieri.

L’idea di sistemare una statua dedicata a Dante Alighieri, voluta a tutti i costi dal letterato e patriota Luigi Settembrini, è di Vittorio Imbriani. L’ntellettuale napoletano, durante un suo viaggio in Germania, rimasto stupito dai tanti monumenti dedicati a Friedrich Schiller (un maestro di vita morale per i tedeschi), ritenne che pure Napoli dovesse avere un proprio monumento educativo.

Port'Alba Napoli

Sul lato desto del Foro Carolino si scopre la facciata in stile rococò della chiesa di San Michele Arcangelo. Edificata nel 1620, è profondamente rinnovata nella prima metà del XVIII secolo da Domenico Antonio Vaccaro e da Giuseppe Astarita. Sul lato sinistro, invece, si trova Port’Alba, uno dei punti d’accesso della città di epoca rinascimentale.

Alle spalle del foro Carolino vi è l’antico Monastero di San Sebastiano, la sua storia è un continuo succedersi di alti e bassi. Per tradizione è stato istituito dall’imperatore Costantino (IV secolo) ed è stato abitato sino al 1807 quando viene soppresso dai Francesi, che vi sistemarono il conservatorio musicale. Viene poi affidato ai Gesuiti, che vi aprirono le loro scuole. Dal 1861 il monastero diventa sede del Liceo ginnasiale Vittorio Emanuele con annesso Convitto.

Sulla piazza si affaccia il Palazzo Ruffo di Bagnara, un antico edificio barocco napoletano, e la Chiesa di San Domenico Soriano con annesso convento, oggi sede dell’anagrafe comunale.