Ultima Modifica il 3 Maggio 2021

Proprio di fronte alla collina di Posillipo, a Napoli, si erge maestosa Nisida, la più piccola delle isole del golfo di Napoli. Pare una barca tra gli scogli di Posillipo e gli acciai di Bagnoli.

“Nisida è un’isola, ma nessuno lo sa” queste le parole di Edoardo Bennato nella sua canzone.

Nisida è l’isola che non c’è!! Il suo status di isola è contestato in quanto dal 1936 è legato alla terraferma da una lunga gittata di cemento che l’ha definitivamente ancorata alla base di Posillipo, nelle vicinanze di Città della Scienza.



Storia di Nisida

Il suo nome è l’evoluzione del greco Nesís (isola) e Nesida (piccola isola). Fin dai tempi antichi l’isola ha ispirato scrittori e poeti.

Si narra che lo spazio di mare tra Nisida e Capri, era il luogo in cui vivevano le sirene che tentarono Ulisse. Per lo storico Teocrito Tucidide Nisida ha molte affinità con “l’isoletta delle capre” descritta nell’Odissea, dello scrittore greco Omero. 

Sembra che Ulisse sia sbarcato nell’insenatura di porto di Paone, per poi salire verso la grotta (pare in quella di Seiano) del ciclope Polifemo.

In epoca romana Lucio Licinio Lucullo, costruì sull’isola una villa divenuta famosa per le feste e le cene che vi si celebravano. Pare che proprio qui Marco Giunio Bruto avrebbe ordito insieme a Cassio la congiura per assassinare Giulio Cesare. Delle ville romane, purtroppo, non c’è più traccia.

Isola di Nisida Vista dall'alto Nisida Vista dall’alto – Foto credit @formiche.net

Ai tempi della regina Giovanna II Nisida diventa il caposaldo del sistema difensivo della città di Napoli con la costruzione di una Torre di Guardia e di una villa che man mano prese le dimensioni di un castello.

Tra i proprietari dell’isola viene ricordato Giovanni Piccolomini, Duca d’Amalfi, che fece di Nisida un luogo di richiamo per nobili ed artisti. Nei secoli successivi l’sola di Nisida è stata prima lazzaretto e poi riserva di caccia; nell’Ottocento viene trasformata in bagno penale.

Oggi ospita l’Istituto Penale Minorile di Napoli; durante il periodo di detenzione i ragazzi vengono coinvolti in varie attività di formazione professionale. Sono attivi laboratori di ceramica, arte presepiale, animazione teatrale, florovivaistica, edilizia, sartoria.

Cosa Vedere

Il fatto che ancora oggi l’isola resti inaccessibile, ha consentito di preservare quasi intatte tutte le sue risorse naturali. Grazie all’impegno della direzione dell’istituto penale minorile, e in particolare dell’insegnante Maria Franco, è stato creato Il parco letterario, un progetto che ha innovato la didattica dell’istituto penitenziario minorile.

Il parco è periodicamente aperto al pubblico grazie alle (rare) visite guidate organizzate da una serie di associazioni. Tappa dopo tappa si scoprono vari manufatti costruiti in varie riprese fin dal periodo romano, i resti del castello di Giovanni Piccolomini fino allo splendore di porto Paone, l’insenatura che dà verso il mare. Un nome originale per la sua forma somigliante alla coda di questo uccello.

Nisida dal Parco Virgiliano Dal parco Virgiliano a Posillipo si gode di una stupenda visita su Nisida, l’isola che non c’è.

La scoperta di Nisida è anche l’incontro con tutti quelli che l’hanno cantata: da Omero (Nisida sarebbe l’isola di Polifemo)  a Stazio, Plinio, Cicerone, Seneca, per arrivare a Cervantes, Dumas, Matilde Serao, fino a Yes Bonnefoy che ai ragazzi del carcere ha regalato una preziosa poesia. Senza dimenticare Eduardo che con l’istituto coltivò un legame profondo.

Posillipo e Nisida, storia di un amore impossibile

Si racconta che un tempo un giovane bello e gentile di nome Posillipo si innamorò di Nisida, una fanciulla di campagna. Dopo anni vissuti sperando invano che lei ricambiasse il suo amore, Posillipo decise di porre fine al suo dolore gettandosi in mare.

Gli Dei vollero che il bel Posillipo si trasformasse nello splendido promontorio bagnato dalle acque del Golfo di Napoli. Anche la fanciulla ebbe un destino simile. Nisida venne trasformata nel piccolo isolotto che sorge dirimpetto al promontorio di Posillipo. Il braccio di mare che separa i due è l’emblema di quell’amore che non ha mai avuto modo di esistere.

Informazioni utili

Indirizzo: via Nisida, 59 Napoli
Come arrivare: Metropolitana Linea 2, stazione Cavalleggeri Aosta, poi autobus C1 fermata Coroglio – Città della Scienza