Ultima Modifica il 23 Luglio 2024
Tutti sappiamo che la Madonna è una, eppure nella nostra regione se ne festeggiano ben sette. Secondo una leggenda popolare della Campania esistono ben sette Madonne sorelle, figlie di Sant’Anna e di San Gioacchino.
Culto delle Madonne in Campania
“Beata quella bella Sant’Anna! Sette figlie, tutt’e sette Madonne!” Così recita un canto napoletano sulle sette Madonne sorelle, figlie di Sant’Anna e San Gioacchino. A ciascuna di loro è dedicato un giorno di celebrazione in un santuario diverso nelle provincie di Napoli, Avellino, Salerno.
Per tradizione i devoti si recano in pellegrinaggio rispettando una cronologia ben precisa, ma con riti e preghiere differenti, in un arco di tempo che va da febbraio a settembre.
I pellegrini, dopo la celebrazione della messa, si accalcano sul sagrato delle chiese abbandonandosi alla Tammurriata, una forsennata musica popolare.
Scopriamo le Sette Madonne Sorelle della Campania
- La Madonna dell’Arco – lunedì dopo Pasqua (in Albis) – S.Anastasia (Napoli)
Il culto alla Vergine Maria con il titolo di Madonna dell’Arco è legato ad un episodio avvenuto il Lunedì di Pasqua del 1450, nei pressi di Pomigliano d’Arco. Durante una partita di pallamaglio che si disputava tra due contadini, il perdente bestemmiò violentemente contro la Madonna e lanciò con violenza una boccia contro un’immagine sacra nelle vicinanze. Si narra che l’effigie della Madonna prese a sanguinare dalla guancia sinistra facendo così gridare al miracolo.
- La Madonna del Carmine detta delle Galline – domenica dopo Pasqua – Pagani (Salerno)
E’ celebrata nella città di Pagani. La tradizione narra che nel XVI secolo una frotta di galline raspanti riportò alla luce, l’ottavo giorno dopo Pasqua, una Tavola con il volto dell Madonna del Monte Carmelo.
- La Madonna Pacchiana di Castello – 3 maggio – Somma Vesuviana (Napoli)
La nascita del suo culto è legata a Padre Don Carlo Carafa fondatore della Congregazione dei Pii Operai. Quest’ultimo, rifugiatosi sul monte Somma, collocò qui una statua in legno della Vergine che si rivelò nel tempo miracolosa.
- La Madonna dei Bagni – domenica dell’Ascensione – Scafati, (Salerno)
Si celebra a Contrada Bagni, confine naturale tra Angri e Scafati. Il culto della Madonna dei Bagni nasce nel XVI secolo, si narra che un maialetto con numerose piaghe sul corpo, scavando nei pressi dove attualmente è la Chiesa, mise alla luce una statuetta immersa in un fosso d’acqua. Il suino vi sguazzò tanto da guarire dalle piaghe. La notizia del miracolo circolò subito nel circondario tanto da realizzare una massiccia processione di gente alla fonte miracolosa per guarire dalle proprie malattie.
- La Madonna dell’Avvocata – lunedì dopo la Pentecoste – Maiori (Salerno)
Ogni anno centinaia di fedeli scalano gli 827 metri che conduco al Santuario della Madonna dell’Avvocata alla sommità del monte Falerzio, alle cui pendici si snoda l’abitato di Maiori. Le sue origini sono legate a un miracoloso prodigio. La tradizione narra che nel novembre del 1485 il pastore Gabriele Cinnamo, misteriosamente guidato da una colomba entrò in una grotta dove ebbe due visioni della Vergine. La Madonna gli disse: “Gabriele, lascia le pecore e costruisci un altare e una cappella ed io sarò la tua Avvocata per tutta la vita”.
- La Madonna di Materdomini – 4 agosto – Nocera Superiore (Salerno)
Il culto alla Madonna di Materdomini affonda le sue radici in una leggenda che ha come protagonista una contadina, conosciuta col nome di Caramari. La leggenda narra che la Vergine le apparve in sogno invitando i fedeli a scavare in un punto ben preciso, sotto a una quercia; proprio lì fu ritrovato un quadro, conservato tra due tavole di legno di castagno, raffigurante una Madonna con bambino.
- La Madonna di Montevergine – Avellino. E’ l’unica che viene festeggiata due volte, ad apertura e chiusura del ciclo, rispettivamente il 2 febbraio ed il 12 settembre.
Una leggenda racconta che una delle sette sorelle aveva il volto nero e per questo considerata la più brutta. Per questa offesa la Madonna fugge ‘ngoppe a muntagna Partenio dove ancora oggi viene venerata. I riti che accompagnano il culto di Mamma Schiavona (“straniera”) hanno fatto breccia nel tempo anche tra i transessuali, con la celebre Juta dei femminielli che tutt’oggi avviene il 2 febbraio.