Ultima Modifica il 13 Febbraio 2023

In Piazza del Plebiscito di Napoli si possono ammirare due bellissime statue equestri raffiguranti Carlo III di Borbone (1716-1788) e suo figlio, Ferdinando I delle due Sicilie (1751-1825). Photo credit Flickr.com @Antonio Piccialli.

Entrambi i sovrani sono raffigurati con lo sguardo rivolto verso il Palazzo Reale con un incedere solenne e vestiti alla romana.



Piazza del Plebiscito è abbracciata da edifici di grande rilevanza storica ed artistica la chiesa di San Francesco di Paola e il Palazzo Reale e, ai lati, da Palazzo Salerno e Palazzo della Foresteria, due palazzi simmetrici ed identici.

Statue equestri al Plebiscito, la storia

La storia delle statue equestri di piazza del Plebiscito inizia con la “Republica Napoletana” del 1799 preludio del decennio francese che vide sul trono del Regno d Napoli due re francesi. Per volere di Napoleone, l’imperatore dei francesi, ci fu prima Giuseppe Bonaparte ( tra il 1806 e il 1808), gli seguì suo cognato Gioacchino Murat ( fino al 1815).

Per onorare Napoleone Bonaparte, il re Giuseppe fece appello a Antonio Canova per la costruzione di una statua bronzea a cavallo, in posa imperiale.

Statua equestre Carlo III Napoli

La sconfitta riportata da Napoleone a Lipsia nel 1813 sancì l’inizio della fine per l’imperatore e dei vari regni affidati ai suoi parenti. Nel 1815 il Congresso di Vienna decise di restaurare sui propri troni tutti i legittimi sovrani destituiti dall’imperatore francese.

E’ cosi che, dopo 10 anni di esilio Ferdinando IV (Ferdinando I delle due Sicilie), rientra a Napoli, la capitale del Regno. Tutte le opere di miglioramento del decennio francese sono conservate, compreso il destriero di Napoleone, anche se si opta a un cambio di cavaliere.

Napoleone viene sostituito da Carlo III di Borbone, l’iniziatore della dinastia napoletana. Re Ferdinando commissionò la costruzione di un secondo cavallo, su cui doveva esserci lui stesso, come simbolo della continuazione della dinastia borbonica a Napoli.

Le due statue, inaugurate nel 1829 in piazza del Plebiscito, sono sistemate su basamenti in marmo a circa 50 metri una dall’altra.

Con la conquista di Napoli da parte dei garibaldini, le due statue borboniche divennero politicamente molto ingombranti e fu decisa la loro distruzione.

Si racconta che un prete prese le loro difese asserendo che le teste dei due ex regnanti si sarebbero potute facilmente sostituire con quelle di Garibaldi e del nuove Re d’Italia. Fortunatamente non se ne fece nulla.

Statua equestre Ferdinando I Napoli

La statua equestre di Carlo III è realizzata da Antonio Canova, tra il 1818 e 1822; quella di Ferdinando I da Antonio Calì.

A differenza dei due Cavalli di Bronzo, a guardia del giardino di Palazzo Reale, le due statue equestri di Piazza del Plebiscito furono fuse dalla Fonderia Righetti. Il fonditore di fiducia del Canova era installata a Villa Bruno, una delle Ville Vesuviane del Miglio d’Oro.

La leggenda di Piazza del Plebiscito e delle state equestri

In piazza del Plebiscito c’è un gioco che affascina turisti e visitatori. Si parte bendati dall’entrata del Palazzo Reale e si deve raggiungere il lato opposto passando attraverso le due statue equestri, senza deviare la propria traiettoria. Sembra facile ma non è così. Provaci anche tu e resterai molto stupito del risultato. La causa? una maledizione della Regina Margherita.

Si narra che la sovrana era solita concedere, una volta al mese, ai suoi prigionieri di attraversare la piazza. Se fossero riusciti a farlo, camminando tra i due cavalli, si sarebbero guadagnati la libertà. Pare che nessun prigioniero sia mai riuscito nell’impresa proprio perché la sovrana lanciò una maledizione.

Esiste però una spiegazione un pò meno fantasiosa. La leggera inclinazione della piazza, nonchè la sua ampiezza, farà virare la persona bendata non permettendole di proseguire diritto e di attraversare le due statue.