Ultima Modifica il 17 Giugno 2024

Castel Sant’Elmo, un castello medievale oggi adibito a museo, si innalza fiero sulla collina del Vomero a Napoli, nei pressi della Certosa di San Martino. Un insolita struttura militare, priva di torrioni, a sei punte.

Castel Sant’Elmo a Napoli, un po’ di storia

La sua origine risale all’anno 1329 quando il re Roberto d’Angiò fece costruire il Palatium Castrum nel posto dove i Normanni eressero, nel 1170, una torre d’osservazione chiamata Belforte.

I lavori furono affidati all’architetto senese Tino da Camaino, che edificò anche la vicina Certosa di S. Martino. Alla morte del costruttore, che avvenne nel 1336, il progetto venne portato avanti da Attanasio Primario e Francesco di Vico, e successivamente a Balduccio de Bacza, i quali riuscirono finalmente a terminare i lavori nel 1343, quando su trono regnava Giovanna I d’Angiò.

Il nome gli viene dalla presenza di una cappella del X secolo dedicata a Sant’Erasmo, da cui Eramo, Ermo e poi Elmo.

Con la ricostruzione cinquecentesca (tra il 1538 ed il 1546 ) il castello trova la sua attuale configurazione. Sul portale in piperno campeggia lo stemma imperiale di Carlo V, con l’aquila bicipite e un’iscrizione in marmo che ricorda il suo regno ed il periodo vicereale di Pedro di Toledo, marchese di Villafranca.

L’architetto Pedro Luis Escrivá concepì una vera e propria cittadella cinta da un fossato, una grande cisterna per l’approvvigionamento d’acqua e una piazza d’armi in cui si trovavano gli alloggi dei militari e del cappellano che esercitava nella chiesa costruita da Pietro Prato nel 1547.

Sempre a Escrivà si deve la più importante caratteristica di Castel Sant’Elmo: la pianta stellare con sei punte che sporgono di venti metri rispetto alla parte centrale. Questa particolarità, unita allo schema a “doppia tenaglia”, consentiva alle guardie di poter sparare da tutte le direzioni rendendo la fortezza impenetrabile.

Castel Sant Elmo Napoli

Oggi come allora per accedere all’interno del castello bisogna percorrere una ripida rampa e attraversare un ponticello. Nelle mura laterali si aprono dodici feritoie per ciascun lato.

Nel 1604 la sua funzione cambia, da fortezza inespugnabile si trasforma in una prigione militare per prigionieri politici. Qui fu prigioniero il filosofo Tommaso Campanella Giovanna di Capua, il giurista Francesco Mario Pagano e Gennaro Serra di Cassano.

E’ stato demanio militare fino al 1976, anno in cui ha avuto inizio l’ultimo restauro. Oggi, il castello è sede del Polo Museale della Campania e dal 2010 il Museo del Novecento negli ambienti del carcere alto sulla Piazza d’Armi.

Sant’Elmo è stato al centro della breve Repubblica Napoletana del 1799. Il 23 gennaio di quell’anno, un centinaio di insorti conquistò la principale roccaforte di Napoli dichiarando decaduta la monarchia assoluta dei Borbone e inastando sul bastione il tricolore blu, giallo e rosso.

Museo del ‘900

Nel 1982 il complesso monumentale di Sant’Elmo è stato dato in consegna alla Soprintendenza per Beni Artistici e Storici di Napoli, che ha proseguito importanti lavori di restauro.

Il Castello è oggi un centro polifunzionale per attività e iniziative culturali. Dalle grandi mostre d’arte antica e contemporanea, allo spettacolo e all’organizzazione di forum e convegni, in una cornice di indimenticabile bellezza.

Il castello medievale del Vomero ospita anche il Museo del Novecento che raccoglie opere realizzate da artisti napoletani nel corso del XX secolo, tra cui sculture, dipinti e sperimentazioni grafiche.

ll percorso espositivo è diviso in diverse sezioni e spazia dal primo Futurismo a Napoli al movimento dei Circumvisionisti, dal cosiddetto Neorealismo all’Informale o al Gruppo ’58.

Tra gli artisti presenti si segnalano: Mimmo Paladino, Ennio Tomai, Raffaele Uccella, Maurizio Valenzi, Maria Palliggiano, Enrico Baj, Mathelda Balatresi, Antonio Venditti, Gennaro Villani e Eugenio Viti, solo per citarne alcuni.

Castel Sant Elmo, Follow the shape

Durante la vostra visita consigliamo vivamente di percorrere gli spalti situati intorno alla Piazza  d’Armi per godere di un panorama mozzafiato a 360° sulla città. Dal lontano arco dei monti irpini al Vesuvio, alla penisola sorrentina, alle isole di Nisida, Capri, Procida, Vivara ed Ischia, fino alla collina dei Camaldoli ed ai Campi Flegrei. Ai suoi piedi, la città di Napoli si sviluppa nella sua interezza.

Dal 21 gennaio 2017 questo panorama è incredibilmente alla portata anche dai non vedenti. Sulla parte alta del castello, difatti è stato posizionato un corrimano in metallo denominato Follow the Shape, sul quale è inciso un testo in braille. Tutto ciò è stato possibile grazie all’idea dell’artista Paolo Puddu.

Leggende

Secondo un’antica leggenda, nel Castel Sant’Elmo vaga un fantasma vestito di bianco che si diverte a spaventare chiunque si avvicini. Un’altra storia ci racconta che dai sotterranei del castelo si odano delle urla strazianti. Alla fine della prima rampa della scala della Pedamentina c’è un cancello da cui le guardie reali uccidevano i nemici e ne lanciavano i corpi nelle segrete per farli mangiare dai topi. Le urla sarebbero i lamenti di queste vittime.

Castel Sant Elmo Napoli (vista mare)

Non mancate di visitare la Certosa di San Martino, attigua al Castello. Dal complesso museale godrete una vista stupenda su Napoli.

Castel Sant’Elmo a Napoli, biglietti e orari

Indirizzo: Via Tito Angelini, 22, 80129 Napoli;
Orari di ingresso: tutti i giorni, escluso i martedì – Castello0 8.30 – 19.30; Museo del Novecento 09.30 – 17.00
Chiuso: 25 dicembre, 1 gennaio.

Prezzo biglietti: intero € 5,00, ridotto € 2,50, Gratuito per i cittadini della Unione Europea sotto i 18 anni e la prima domenica di ogni mese

Sito Web: http://www.polomusealecampania.beniculturali.it/index.php/il-castello

Come arrivare con i mezzi pubblici:

  • Funicolare di Montesanto: fermata MORGHEN
  • Funicolare di Chiaia: fermata PIAZZA AMEDEO
  • Metro: linea 1 fermata VANVITELLI
  • Autobus: linea V1 fermata PIAZZALE SAN MARTINO