Ultima Modifica il 29 Settembre 2024

La Certosa e Museo di San Martino, all’ombra del Castel Sant’Elmo, è uno dei più importanti complessi monumentali di Napoli. Da oltre settecento anni domina la città dalla collina del Vomero.

Ai piedi del Belvedere di San Martino, lo slargo antistante la Certosa napoletana, si trova un percorso di discese e gradinate sospeso tra paesaggi mozzafiato. La Pedamentina di San Martino nacque sotto la guida degli architetti Tino di Camaino e Francesco de Vito, con lo scopo di facilitare la logistica del cantiere della Certosa.

Storia del complesso monastico

La Certosa, dedicata a San Martino vescovo di Tours, ha visto la luce nel 1325 per volere di Carlo d’Angiò, duca di Calabria e primogenito del re di Napoli Roberto d’Angiò. Gli architetti Tino di Camaino e Attanasio Primario la concepiscono secondo i canoni architettonici dell’Ordine dei certosini.

I monaci, pur avendo occupato la Certosa dal 1337, hanno dovuto attendere il 1368, sotto il regno di Giovanna I d’Angiò, per celebrare la consacrazione del monastero.

Tra il 1581 e il 1653 il severo aspetto gotico lascia il passo ad una raffinata veste barocca. Al cantiere dell’ampliamento e restyling, iniziato dell’architetto Giovanni Antonio Dosio, hanno collaborato Giovan Giacomo di Conforto e Cosimo Fanzago. E’ Nicola Tagliacozzi (1723) che riuscì a sintetizzare nel suo lavoro l’architettura, la pittura e la scultura distintiva del gusto roccocò.

Nel corso del tempo lavorarono per i monaci certosini artisti molto rinomati. Tra i pittori vi furono Ribera, Battistello Caracciolo, Lanfranco, Luca Giordano; tra gli scultori invece, Giuseppe Sanmartino e Domenico Vaccaro.

Dopo alterne vicende, i monaci vengono cacciati agli inizi del 1800, all’indomani dell’Unità d’Italia, l’antica Certosa è trasformata in museo nel 1867. La Certosa di San Martino vive oggi una doppia vita. Gli antichi ambienti monastici, coesistono armoniosamente con le ricche collezioni che raccontano la storia millenaria di Napoli.

Museo Nazionale che domina Napoli

Chi visitata il museo Nazionale di San Martino può immergersi ancora oggi negli antichi ambienti della vita monastica.

Il percorso di visita alla Certosa ha inizio da Largo San Martino, dove sorge la piccola Chiesa delle Donne, opera di Giovanni Antonio Dosio. Attraversando il monumentale portone, opera dello stesso architetto, si accede al cortile, cuore pulsante del complesso.

La Chiesa

La Chiesa, con il suo pronao affrescato da maestri come Belisario Corenzio e Cosimo Fanzago, ci invita a immergerci nell’atmosfera barocca. L’interno presenta una navata unica illuminata da una luce soffusa che esalta i colori degli affreschi. Le quattro cappelle per parte rivelano ulteriori tesori artistici.

Certosa di San-Martino Chiesa
Chiesa della Certosa di San Martino, Napoli

Alle spalle dell’altare, la nostra attenzione è catturata dal coro con la sua volta affrescata da Giuseppe Cesari, è un vero e proprio capolavoro dell’arte barocca. Da qui, si accede alla Sacrestia, dove venivano preparati i paramenti sacri, alle sale del Tesoro Vecchio e del Tesoro Nuovo. Qui erano conservate preziose reliquie e opere d’arte, testimonianza della ricchezza e della devozione che hanno caratterizzato la storia della Certosa.

Sulla destra dell’altare maggiore, una porta discreta ci introduce al Coro dei Conversi, i laici che collaboravano con i monaci. Progettato da Cosimo Fanzago e affrescato da Micco Spadaro.

I chiostri

Lasciata la chiesa, si torna nel cortile, da qui, un passaggio ci conduce ai due chiostri visitabili del complesso.

Il Chiostro Piccolo, detto anche Chiostro dei Procuratori, è un’opera del Dosio, attraverso di esso si giunge ai giardini e alle sale del Museo Nazionale. Il Chiostro Grande, un luogo di meditazione e di raccoglimento dei monaci. La severità delle colonne dorico-toscane si sposa con la delicatezza delle balaustre marmoree, mentre i teschi scolpiti ricordano la transitorietà della vita. Al centro del Chiostro c’è il cimitero dei Certosini. Dalle celle dei monaci, disposte intorno al Chiostro Grande, si gode di una vista mozzafiato sul Golfo di Napoli.

Chiostro Grande Certosa di San Martino Napoli
Chiostro Grande Certosa di San Martino Napoli

Un breve corridoio, sul lato sinistro del chiostro dei procuratori, introduce alla sezione dedicata al presepe napoletano. Negli ambienti, un tempo destinati alla preparazione dei pasti è custodito il grandioso Presepe Cuciniello , una delle rappresentazioni della Natività più celebri al mondo.

Un altro ambiente di grande fascino è il Quarto del Priore, l’appartamento privato del superiore della comunità certosina. Le pareti decorate da celebri pittori napoletani, il pavimento in cotto e maiolica creano un luogo intimo e riservato, dove il tempo sembra essersi fermarto. 

Affascinanti le Carrozze esposte nel Chiostro dei Procuratori e la Sezione navale che conserva le imbarcazioni della Regia Marina.

I giardini pensili, restaurati nel 1970, sono un esempio di come l’uomo possa convivere in armonia con la natura. La loro progettazione, ispirata ai principi del giardino barocco, ha dato vita a un luogo di grande bellezza e serenità. Da qui si può  ammirare un’inedito panorama del Golfo di Napoli, un must assoluto per chi visita la città per la prima volta.

 Ai piedi della certosa trecentesca, si trova la Vigna di San Martino, un raro esempio in ambito europeo di azienda agricola urbana.

Sotterranei gotici della certosa di San Martino

Da gennaio 2015 hanno riaperto al pubblico l’imponente opera ingegneristica dei sotterranei Gotici della Certosa di San Martino. Nei lunghi corridoi delle antiche fondamenta trecentesche della Certosa vi sono esposte le opere in marmo della Sezione di sculture. Una interessante raccolta che si è formata tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento.

Sarcofago di Beatrice del Balzo Scultura di Samartino
Sarcofago di Beatrice del Balzo, Scultura di Samartino

Tra i gioielli marmorei si possono ammirare: il sarcofago di Beatrice del Balzo, ricavato da una vasca romana del II secolo. Il frammento di una Figura femminile giacente (forse Maria di Valois) della bottega del grande scultore-architetto senese Tino di Camaino. La cosiddetta Madre di Corradino (più probabilmente una Santa Caterina d’Alessandria). Una grande lastra a rilievo raffigurante “La Morte e Franceschino da Brignale” (1361), un singolare ex-voto allegorico.

Certosa e Museo Nazionale di San Martino

Largo San Martino n.5 – Tel. 0039-0817944021
Il biglietto intero ha un costo di 6 euro a persona, 3 euro il ridotto. L’ingresso è gratuito in occasione della prima domenica del mese.
Orari: 08.30 – 19.30 (biglietteria chiusa dalle 18.30) – Chiusura settimanale: mercoledì