Ultima Modifica il 8 Dicembre 2022

Nel 1853 S.M. Ferdinando II Re delle Due Sicilia disponeva la realizzazione del Corso Vittorio Emanuele, ritenuta la “Tangenziale” Ottocentesca.

Il suo tracciato, che da Piedigrotta arrivava fino a piazza Mazzini, si inerpica lungo le pendici delle colline del Vomero e di San Martino con un andamento sinuoso e panoramico.
Con i suoi 4,5 km di percorrenza è la strada più lunga di Napoli.



La storia

La realizzazione di corso Vittorio Emanuele inizia negli anni cinquanta del XIX Secolo.

Dopo l’iniziale denominazione di strada delle Colline prende il nome diCorso Maria Teresa in onore della seconda moglie del re. Con l’annessione al Piemonte del Regno delle Due Sicilie, la strada cambia nuovamente nome in Corso Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia.

I lavori del primo tratto, da Piedigrotta al monastero di Suor Orsola, iniziano nel 1853 e terminano solo nel 1860. In epoca post unitaria la strada è prolungata fino a via Salvator Rosa. Per fare la giunzione tra le due strade viene creata una Piazza, oggi dedicata a Giuseppe Mazzini, al centro della quale si trova la statua di Paolo Emilio Imbriani.

Curiosità. A Napoli capita che le statue si ritrovino in un posto «sbagliato». La statua di Giuseppe Mazzini non si trova nella piazza a lui dedicata, si trova invece, in piazza Municipio; quella di Paolo Emilio Imbriani non si trova nella strada a lui dedicata, ma in piazza Mazzini.

In origine la strada doveva essere più lunga di quella attuale. Un terzo troncone, che sarebbe dovuto proseguire verso Capodimonte per poi terminare in Piazza Ottocalli, non fu mai realizzato.

Il ruolo di C.so Vittorio Emanuele

La nuova strada di Napoli viene immaginata come un’arteria a scorrimento veloce, una sorta di primitiva “tangenziale”, per collegare i due estremi della città dell’epoca (Chiaia e Capodimonte).

Corso Vittorio Emanuele Mappa

Come Spaccanapoli, che divide il centro storico di Napoli, anche C.so Vittorio Emanuele II taglia materialmente in due Napoli: sopra c’è il Vomero e sotto il centro storico.

Fino ad allora la collina del Vomero era accessibile grazie ad un vasto sistema di salite tortuose praticabili soltanto dai pedoni e dagli animali. Parliamo di Calata San Francesco, pedamentina di San Martino, salita Cacciottoli, salita Sant’Antonio ai Monti, salita del Petraio, salita Santa Maria Apparente. Scopri Le scale di Napoli.

L’unica strada carrozzabile era l’Infrascata, l’odierna Via Salvator Rosa. Venne aperta a metà Cinquecento per consentire all’aristocrazia napoletana di raggiungere più facilmente le residenze sulla collina dalla città bassa.

Dietro a ogni curva di C.so Vittorio Emanuele si scoprono suggestivi scorci sulla città di Napoli, il Golfo e il Vesuvio. Questo è stato reso possibile grazie a un Rescritto reale che impose che la maggior parte degli edifici venisse costruito solo sul lato del monte e non lato mare. Una disposizione rispettata per lunghi tratti della strada salvo nella zona di palazzo Cariati e nel tratto che va dalla Cumana fino a Mergellina.

Napoli, Panorama da Cosro Vittorio Emanuele

Lungo il percorso di Corso Vittorio Emanuele II si scoprono stili diversi. La zona che include il Parco Grifeo, a monte di via dei Mille e del Parco Margherita, è residenziale. Il percorso che sovrasta i Quartieri Spagnoli risulta il più popolare; quello che termina in piazza Mazzini appare il più commerciale. Lungo la strada si trovano tre stazioni intermedie delle funicolari ed una fermata della ferrovia Cumana.

Palazzi storici di Corso Vittorio Emanuele

La nuova strada panoramica collinare stimolò la costruzione di palazzi prestigiosi di famiglie aristocratiche e benestanti del regno.

Poco dopo l’incrocio con via Tasso si scoprono due dei più prestigiosi alberghi di Napoli, risalgono infatti al 1870. Il Britannique (oggi nota come il The Britannique Naples), poco più avanti c’è il Grand Hotel Parker’s (l’antico Hotel Tramontano Beau Rivale a Napoli.

Poco sopra l’incrocio con il Parco Margherita scopriamo il Castello Aselmeyer, uno dei più riusciti esempi di architettura neo-medievale della città. Viene eretto nel 1902 come residenza personale del suo ideatore Lamont Young.

Castello Aselmeyer C.so Vittorio Emanuele Napoli

Più avanti, in cima ad una maestosa scalinata con doppia rampa, si trova la Chiesa di Santa Maria Apparente. Fu fondata, nel 1581, sul luogo dove sorgeva una venerata edicola con un’immagine della Vergine.

C’è poi l’accesso all’antica cittadella monastica di Suor Orsola (leggi la sua storia), oggi importante Istituto universitario. Poco distante c’è la chiesa e convento di S. Nicola da Tolentino. A pochi passi dalla cittadella monastica si scopre la Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme ricavata in una grotta naturale di tufo.

Proseguendo sulla strada, in una delle sue tante curve, ci imbattiamo poi nel cinquecentesco monastero di Santa Lucia al Monte, oggi trasformato nell’Hotel San Francesco al Monte.

Dal numero 340 del corso Vittorio Emanuele si accede Alla Vigna di San Martino, uno dei pochi spazi verdi sopravvissuto alla speculazione edilizia che si estende ai piedi della maestosa Certosa di San Martino.